sabato 10 giugno 2006

Rassegna stampa del 10.6.2006

Cittadinanzattiva denuncia: «Si è persa la ragione pubblica» e diserterà l'incontro di oggi 
Telepass, un coro di scontenti
Il Comune ha dimenticato muratori, commercianti e residenti

DOPO il caos sollevato sui telepass dai dipendenti del call center e dal loro titolare, ora che la polvere si è posata si iniziano a vedere le macerie prodotte.
Quei residenti, preti e commercianti che si sono accodati alla protesta che ha paralizzato parte della città, ignoranto danni e ritardi prodotti ai singoli cittadini, tornano a casa con un bottino ben magro, mentre il loro leader in doppiopetto (una volta scendevano in piazza operai e sindacalisti, e per difendere il posto di lavoro non il posto macchina) è l'unico che ha ottenuto il massimo, pur avendo alcun diritto. Infatti, la convenzione stipulata dal call center e dal Comune stabilisce che i dipendenti della società devono parcheggiare fuori dai Sassi. Quella convenzione, subito dopo la protesta, è diventata carta straccia, con le macchine dei dipendenti che in pochi minuti hanno invaso Porta Pistola, non aspettando neppure un giorno per la formalizzazione della nuova decisione. D'altronde, da un'Amministrazione rivelatasi debole non ci si poteva aspettare di più. Ma gli altri contestatori cosa hanno ottenuto, considerato che l'accelerazione sulla partenza dei telepass è stata data soprattutto a causa dell'ormai insostenibile presenza delle auto dei dipendenti del call center?
I residenti molto probabilmente vedranno ridotti i loro pass da due a uno e gli amici e parenti continueranno a non poter scendere nei Sassi con le macchine. Come non potranno scendere con l'auto i fedeli delle chiese di San Pietro Caveoso e Sant'Agostino. Numero ridotto, come prima, anche per i pass dei dipendenti degli esercizi commerciali degli antichi rioni. I lavoratori edili che lavorano nei Sassi continueranno a raggiungere i cantieri a piedi e, in più, non potranno più usare liberamente Porta Pistola per le manovre dei mezzi pesanti e per depositare temporaneamente i materiali di risulta. Ma tutti costoro non hanno nulla da temere. Infatti, il loro leader manager sembra sia ancora sul piede di guerra, in quanto ha già reso noto che la soluzione del parcheggio a Porta Pistola è insufficiente per i suoi 700 dipendenti (ma sono davvero tanti a lavorare nei Sassi o qualche centinaio in meno?) e minaccia ancora di delocalizzare la sua attività altrove. Vedremo se il organizzerà un'altra manifestazione per permettere al vecchio fedele della messa di San Pietro Caveoso (una figura molto nominata in questi giorni e che sorprendentemente si è scoperto avere molte associazioni che tengono alla sua deambulazione) di poter raggiungere in macchina la chiesa. Forse sarebbe stato meglio informarsi che le Zone a traffico limitato prevedono molte deroghe per le esigenze più varie, dalla messa domenicale alla baby sitter. Ma si sono preferiti lo scontro e la demagogia al dialogo, forse per lanciare qualche messaggio trasversale oppure per una semplice soggettiva esuberanza umorale. Il tutto condito con brillanti talk show televisivi che in quanto a imparzialità non hanno niente da invidiare alla navigata esperienza di Emilio Fede. Sicuramente un incontro sereno fra tutte le parti avrebbe prodotto aggiustamenti nella regolamentazione dei telepass, andando incontro alle diverse esigenze di commercianti e residenti. L'unico punto che accomuna costoro, almeno a sentire le dichiarazioni ufficiali, è la consapevolezza che il traffico nei Sassi attualmente è disordinato e va regolamentato, anche rivedendo le fasce orarie. La conseguenza deve per forza portare a un piccolo sacrificio di tutti. Ma nessuno tocchi i dipendenti del call center. Cittadinanzattiva, intanto, ha fatto sapere che non sarà presente al tavolo che si riunirà oggi al Comune per discutere sui telepass, richiamando «tutti al recupero della ragione pubblica, il cui smarrimento condiziona la presente stagione civile di Matera». Al di là della vicenda dei telepass, sicuramente da noi la politica e il rispetto delle regole hanno subìto un duro colpo. Ha perso l'uomo, hanno vinto le "macchine" e chi le guida.

di Biagio Tarasco
Fonte Quotidiano della Basilicata, 10/06/2006

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