La circolare n. 17 del 14/06/2006 del Ministero del Welfare ha allertato in questi giorni i datori di lavoro che fanno uso di contratti di collaborazione a progetto per le attività di call center. E le imprese già minacciano i ricorsi.
La circolare contiene dei criteri di controllo per gli Ispettori del lavoro che, qualora rilevassero la non sussitenza dell’autonomia di prestazione, procederanno d’ufficio per la conversione in contratti di lavoro subordinato.
La magistratura rimane ovviamente presente, ma considerando che i lavoratori difficilmente agiscono per convertire un contratto credo sia utile e necessario avere un Ispettorato che funzioni (dandogli gli strumenti e sollecitadolo visto che non mi sembra molto attivo), in tutela non solo dei lavoratori ma anche della legalità in generale.
La questione interessa quelle attività, definite “in bound“, in cui non si può predeterminare contenuto e modaltà della prestazione, cioè per le attività di customer care e assistenza online.
E sono d’accordo! Totalmente d’accordo! Non possiamo conoscere quali e/o quante telefonate arriveranno ad un centralino di questo tipo: quindi non esiste alcuna autonomia del lavoratore che viene assunto con orari fissi per dare un servizio alla clientela. Ci troviamo di fronte a lavoratori subordinati e come tali vanno assunti.
Il contratto di collaborazione a progetto lasciamolo a coloro che debbono dedicarsi, per esempio, a fare telefonate per una determinata campagna, con prevalente (non esclusiva!!) personalità della prestazione e autonomia di gestione. Lì c’è il coordinamento con il datore, non la subordinazione effettiva.
Quindi sono d’accordo con il ministro del Welfare Cesare Damiano che ha chiarito agli Ispettorati del lavoro i requisiti sul controllo dei rapporti di lavoro, affinché possano avviare le pratiche di conversione del contratto qualora ravvisassero la mancanza del progetto (o fase di esso, secondo la normativa) nell’assunzione di un collaboratore.
La riforma Biagi mi piace, ma va rispettata onde evitare di avere frodi simulate con contratti che la riforma prevede.
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