
Da Taranto, lettera al direttore: Su call center Teleperformance
Come lavoriamo a Teleperformance. Egreg. Direttore, in questi giorni abbiamo notato che su alcuni giornali stanno apparendo interventi sulla situazione di noi lavoratori del call center Teleperformance. Vorremmo, quindi, chiederLe di pubblicare questa nostra lettera che testimonia dall'interno la vera realtà che noi viviamo. Vogliamo far sapere però che da settembre con lo slai cobas abbiamo aperto una vertenza con l'azienda perché il nostro lavoro sia riconosciuto per quello che è realmente: lavoro dipendente e ottenere tutti i diritti retributivi e normativi previsti dai contratti. Per entrare nel call center Teleperformance si deve superare un primo colloquio - abbastanza strano dato che viene svolto da psicologi e 4 giorni di formazione. Subito si inizia a comprendere che non sarà facile il tragitto. Ti viene dato un contratto a progetto totalmente illusorio e denigrante. Sembrerebbe sicuro, ma dal momento della firma capisci che l'azienda usa regole arbitrarie, capisci quanto sia fasullo il discorso della gestibilità dell'orario di lavoro quando invece puoi essere licenziato per "assenteismo". La giornata lavorativa si svolge su due fasce orarie, la mattina e il pomeriggio. Ognuno di noi lavora "all'interno" di un gruppo formato da circa 15 persone; per ogni gruppo di lavoro c'è la figura del "coach", che segue il lavoro e i lavoratori. Una volta in postazione davanti al terminale, arriva la telefonata precedentemente selezionata da un sistema automatico. Le telefonate arrivano con intervallo di pochi secondi l'una dall'altra. Si fanno anche 350 telefonate in un giorno. Il responsabile del gruppo, chiamato "coach", conosce nei dettagli i tempi lavorativi del singolo operatore telefonico, dal tempo trascorso per effettuare la telefonata, alla durata della telefonata, al tempo della pausa., ecc. Tutto, insomma, ogni singolo istante!! I coach ascoltano la tua chiamata e ne giudicano le modalità, i tempi; possono addirittura inserirsi nella tua chiamata e chiudere il contratto al posto tuo. Se non rispetti i tempi lavorativi, il "coach" (a discrezione dello stesso) segnala al lavoratore questi parametri "negativi". Bisogna totalizzare un certo numero di contratti giornalieri e mantenere i primi posti in una classifica, dove ti vengono assegnati dei punti sia per contratti sia per ore lavorate sia per come conduci le telefonate e per come ti comporti verso l'azienda. Questa classifica viene aggiornata ogni giorno, ed è la spada di Damocle sulla testa dei lavoratori che ogni giorno vanno a guardare con timore se sono scesi in classifica. Ogni due ore trascorse al telefono, c'è la pausa lavorativa di 15 minuti; se in un altro momento abbiamo bisogno di allontanarci dalla postazione telefonica (per esempio, per esigenze fisiologiche), soprattutto i nuovi assunti, dobbiamo chiederlo al "coach", come capita a scuola. Purtroppo capita spesso, come se fosse un sistema voluto e collaudato che al lavoratore che non rispetti i tempi delle pause lavorative anche per soli due o tre minuti, vengono tolti tutti i 15 minuti dall'orario giornaliero lavorativo (anche questa operazione è a discrezione del "coach"). Le nostre conversazioni al telefono, a turno, sono ascoltate, valutate, criticate da persone preposte al "controllo" della telefonata (qualità). Prendiamo meno di 5 euro all'ora. L'operatore senior rispetto a quello junior viene pagato solo 0,50 centesimi in più ma deve mantenere un budget più elevato. L'operatore junior se vuole mantenere il posto deve realizzare 1 contratto ogni 4 ore lavorate. Nel momento in cui non dovesse farne, prima di essere licenziato, viene spostato in un gruppo di "recupero", dove il lavoratore si sente fortemente penalizzato e viene visto con occhi di paura dagli altri; a questo punto o il lavoratore si "incaponisce" nel lavoro, o si "lascia andare", andando così incontro all'inevitabile licenziamento. Lo stress emotivo sommato alle ore di lavoro, dove tutto si svolge in modo velocizzato, comprese le pause, porta tanti a forme di esaurimento anche dopo un mese di lavoro.
fonte Caserta 24 Ore
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