domenica 18 marzo 2007

Croce e delizia

Call center.Croce e delizia dei tempi moderni

É un’industria che si espande del 40% all’anno (fonti Datamonitor) e diventa una vera e propria risorsa per il mercato del lavoro. Ma cos’è il Call Center? La Customer Multimedia Managemet Competence, associazione leader nel settore, lo definisce “un’organizzazione che svolge servizi specializzati di interazione mediante telefono con clienti o utenti in modo strutturato”. E gli operatori sono più che richiesti: basta aprire una pagina di qualsiasi giornale per vedere che la maggior parte degli annunci è rivolta a chi vuole lavorare nei call center.I requisiti? Niente di particolare, anche se la conoscenza di una lingua straniera e dell’uso del computer diventano canali preferenziali. Una volta contattati dall’azienda, si esegue un test attitudinale, spesso una vera formalità, prima di iniziare con la mirabolante nomenclatura dei contratti: formazione, progetto, co.co.co, interinale, comunque breve (mai più di 4 mesi), anche se rinnovabile. La possibilità di un impiego part-time attrae in maggior numero i giovani, che possono lavorare e dedicarsi alle loro attività. Bruno, 29 anni, studente di ingegneria, ha lavorato in un call center per due anni: "Ero impegnato quattro ore al giorno per cinque giorni a settimana e percepivo un minimo base di 450 euro al mese che, con qualche straordinario, arrivava fino a 550”. Un impiego che non impediva di continuare a studiare: "Anzi - dice Bruno – ho studiato di più e meglio. L'ambiente era divertente, pieno di ragazzi, anche se il lavoro a volte è un po' monotono". Mara, 28 anni e una laurea in sociologia, si aspettava qualcosa di diverso quando fu assunta, due anni fa, in un call center dove lavora a tempo pieno per circa 750 euro al mese: "Ci avevano promesso un avanzamento di carriera che non è mai arrivato. Da quando sono entrata i miei compiti sono rimasti sempre gli stessi". Lo scontento di Mara non dipende solo da questo, ma anche da un ambiente di lavoro non proprio ideale: "Qui non funziona niente, le cose si fanno all'ultimo momento e pretendono tanto, troppo, in tempi stretti”. Testimonianze diverse (i nomi sono inventati) per due facce della stessa medaglia: certezze metodologiche e incertezze contrattuali. L’impiego in un call center è facile da ottenere e facile da perdere, e gli operatori sono lavoratori atipici, pronti ad adeguarsi a qualsiasi cambiamento. Veri “mutanti” delle nuove occupazioni al centro di questa società, perni di un meccanismo che si muove all’insegna del motto “siamo sempre aperti e al vostro servizio 24 ore su 24”. Peccato che dietro questi uomini e donne dal “sorriso telefonico” si nascondono eterni precari che galleggiano nell’instabilità e nell’ansia per il futuro.

fonte agoranews

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