Pozzuoli: ancora presunti abusi ai danni dei lavoratori nei call-center
Pochi euro, al nero e senza tutele. Secondo le segnalazioni di diversi lavoratori occasionali, giunte allo “sportello sindacale” di Nidil-Cgil del territorio di Pozzuoli, l’azienda “Tre business”- sita al Viale Bognar a pochi metri dalla stazione metropolitana di Pozzuoli e specializzata nella vendita di schede telefoniche ad aziende e privati - utilizza lavoratori, soprattutto giovani, con retribuzioni di pochi euro l’ora, senza alcun tipo di contratto scritto, copertura contributiva, rispetto delle norme di sicurezza, tutele sociali e diritti. Postazioni telefoniche in numero limitato, localizzate in un seminterrato. Attraverso un articolato sistema di calcolo, tra “fisso e provvigioni”, i compensi possono essere in alcuni casi anche di soli 200 euro al mese per turni di 20 ore settimanali. I lavoratori “più produttivi” non riuscirebbero a guadagnare, comunque, più di 4 euro l’ora. “La situazione è diventata intollerabile - sostiene Dario Chiocca, responsabile sul territorio di Nidil, il sindacato dei lavoratori precari e con contratti atipici. “Dalle informazioni e le denunce che riceviamo emerge non solo che i lavoratori vengono retribuiti al di sotto di qualsiasi riferimento minimo stabilito dai contratti nazionali di lavoro o dalle tabelle previste per gli operatori telefonici, ma ciò avviene al nero, senza il rispetto delle più elementari norme di diritto del lavoro.”“Quali prospettive possono trarre i giovani e i disoccupati del territorio da realtà aziendali come queste? Molti imprenditori, che hanno investito nella nostra area nel settore call-center, si dimostrano sempre più inadeguati a svolgere le proprie attività in modo corretto e responsabile, rinunciando a svolgere la funzione sociale e non speculativa dell’iniziativa privata, così come sancita dalla nostra Costituzione, nel rispetto delle leggi e della dignità di chi lavora.”“Casi come questi - conclude la nota sindacale - devono essere costantemente denunciati all’opinione pubblica, alle Autorità e agli Organi ispettivi di controllo, con azioni sindacali, ma anche legali e mediatiche, affinché possano maturare le condizioni per sviluppare su questo territorio lavoro vero e dignitoso.”
da Caserta24Ore, 22.6.2007
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