venerdì 29 dicembre 2006

Un gruppo scrive

Lettera aperta ai direttori dei principali quotidiani

Caro Direttore,
siamo un gruppo di dipendenti Telecom ormai abituati, nostro malgrado, alla bufera mediatica scatenatasi in questi giorni sulla azienda in cui lavoriamo.
Pur a fronte di questa dolorosa assuefazione, siamo rimasti esterrefatti nel vedere le foto di alcuni nostri colleghi, colpevoli unicamente di aver lavorato nel settore della Sicurezza Aziendale o avere avuto semplicemente rapporti con essa, sbattuti nella prima pagina dell’Espresso (28 settembre 2006) col denominatore comune di “Tavaroli Boys” e con l’inequivocabile epiteto di “spioni del telefonino”.
In sede giudiziaria queste persone, se lo vorranno, provvederanno a tutelare la propria immagine. In questa vogliamo, solo per un attimo, parlare di Etica, o di quel poco che ne resta in questo amatissimo e disgraziato Paese: dove è finita l’Etica, quando la corretta informazione, diritto-dovere fondamentale, in cui tutti noi ci riconosciamo, viene mescolata a materiale buono solo per un reality, rendendo impossibile discernere il probabile dall’improbabile, il falso dal vero, il colpevole, che se riconosciuto tale, sarà giustamente ed individualmente perseguito, dall’innocente, trascinato, senza alcuna possibilità di difesa, nel tritacarne mediatico?
Noi restiamo pervicacemente e tenacemente convinti che senza Etica non bastino Estetica e Politica a far grande un Paese e, con tale spirito, continueremo a lavorare per e nella nostra Azienda, Azienda di persone perbene e da sempre riferimento per la nostra economia e leader mondiale delle telecomunicazioni.

Cordiali saluti
Lettera firmata

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