
Quanto precisiamo o facciamo intendere da tempo ritroviamo ora in una analisi del supplemento economico "Libero Mercato".
I piani del Governo per stabilizzare i lavoratori dei call center? Un buco nell'acqua. A fare l'analisi sulla cosiddetta "sanatoria flop" è Libero Mercato (diretto da Oscar Giannino), che avverte: il rischio, per tanti co. co. pro. che lavorano come centralinisti, è quello di non poter mai ottenere un vero contratto. A settembre infatti sono previsti nuovi bandi di gara per l'assegnazione dei call center di grandi città come Roma (dal 2002 il centralino ha risposto a quasi 11 milioni di chimate) e Milano, oltre che dell'Inps, dell'Inail e dell'Agenzia delle Entrate.
E, se queste seguono il trend di alcune municipalizzate del Lazio e della Sicilia o di Eni ed Enel, che gli scorsi hanno assegnato gare da 8 euro l'ora (pari circa a 0,34 euro a chiamata), la prospettiva per i centralinisti non si preannuncia certo rosea. A fronte del contratto nazionale telecomunicazioni, che prevede un compenso di 13 euro l'ora per lavoratore, le commesse assegnate negli ultimi mesi sono tutte caratterizzate dal ribasso. Quello dei pagamenti inferiori alla soglia non è però il solo problema che attanaglia il settore, come fa notare ancora il quotidiano economico. Su circa 50 mila lavoratori (il 68% dei quali donne), 32 mila sono infatti co.co.pro. e a poco è servito l'intervento del Governo per tentare di favorirne la stabilizzazione, nonostante i 300 milioni di euro previsti dalla Finanziaria. Solo 18 mila sono stati infatti regolarizzati, un numero che- sottolinea Libero- non è piaciuto ai sindacati. I quali lamentano anche l'assenza di controlli da parte di ispettori, che avrebbero dovuto controllare l'esito della sanatoria. Il rischio è che anche le prossime gare vengano improtate al ribasso, penalizzando di fatto le imprese che hanno regolarizzato i contratti e favorendo, di contro, chi precarizza il lavoro.
E, se queste seguono il trend di alcune municipalizzate del Lazio e della Sicilia o di Eni ed Enel, che gli scorsi hanno assegnato gare da 8 euro l'ora (pari circa a 0,34 euro a chiamata), la prospettiva per i centralinisti non si preannuncia certo rosea. A fronte del contratto nazionale telecomunicazioni, che prevede un compenso di 13 euro l'ora per lavoratore, le commesse assegnate negli ultimi mesi sono tutte caratterizzate dal ribasso. Quello dei pagamenti inferiori alla soglia non è però il solo problema che attanaglia il settore, come fa notare ancora il quotidiano economico. Su circa 50 mila lavoratori (il 68% dei quali donne), 32 mila sono infatti co.co.pro. e a poco è servito l'intervento del Governo per tentare di favorirne la stabilizzazione, nonostante i 300 milioni di euro previsti dalla Finanziaria. Solo 18 mila sono stati infatti regolarizzati, un numero che- sottolinea Libero- non è piaciuto ai sindacati. I quali lamentano anche l'assenza di controlli da parte di ispettori, che avrebbero dovuto controllare l'esito della sanatoria. Il rischio è che anche le prossime gare vengano improtate al ribasso, penalizzando di fatto le imprese che hanno regolarizzato i contratti e favorendo, di contro, chi precarizza il lavoro.
fonte TGFIN 21.8.2007
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