sabato 5 agosto 2006

SUV indisciplinati


da http://www.puntocellulare.it/notizie/5537/Cellulare-al-volante-di-auto-trazione-integrale.html

A questo punto ritorna attuale il recente (non troppo) ironico scritto di Chiaberge:

SIGNOR(A) SINDACO, CI SALVI DAI «SUVANDALI»

Gentile Signor Sindaco, intanto si lasci chiamare Signora. Che le piaccia o no, Signora lei è a tutti gli effetti, non soltanto per lo stato civile. Hanno sbagliato, in campagna elettorale, a rinfacciarle la sua ricchezza, anche perché spesso l'accusa proveniva dagli attici miliardari della gauche caviar. La ricchezza non è una colpa, specialmente se si sposa, come nel suo caso, all'eleganza e alle buone maniere. È la maleducazione il vero flagello. Quando poi la maleducazione cresce in proporzione al reddito, come succede oggi, la vita in città diventa impossibile. Lei ha annunciato di voler riportare la legalità nei centri sociali. Giusto: nessuno più sia libero di imbrattare i muri, turbare la quiete pubblica e spaccare vetrine. Ma questo deve valere per tutti, non solo per i giovani antagonisti. Se Parigi è assediata dalle banlieue, nel centro di Milano imperversa il vandalismo dei ricchi. Managerini in grisaglia, bancari bocconiani e pierre con borsetta di Prada, col favore delle tenebre si trasformano in selvagge bande metropolitane. Anarco cafonalisti, bankabbestia, blazer block, antagonisti della sosta vietata, squatter a trazione integrale. Si assembrano in torme fumanti e vocianti a Brera, lungo i Navigli, alle colonne di San Lorenzo e intorno all'arco della Pace, complici baristi e ristoratori no fiscal. Una delle tribù più temibili è quella dei Suvisti, che non sono una setta di mistici orientali, ma un'orda rombante che occupa militarmente coi suoi macchinoni ogni spazio pubblico, inclusi gli scivoli per i diversamente abili. Suv è l'acronimo di Sport Utility Vehicle, ma in questi casi sta per Sono Un Vandalo. Al mattino, marciapiedi e aiuole intorno ai locali sono cosparsi di cicche, bottiglie vuote, bicchieroni di margarita. E quelle chiazze maleolenti sui muri delle case intorno non le hanno prodotte animali a quattro zampe. Oltre a ignorare i cestini portarifiuti, i nostri Suvandali si tengono alla larga dai vespasiani. Sarebbe questo il "brand Milano" che vogliamo proporre agli stranieri? Se l'immagina Hyde Park o gli Champs Elysées conciati così? Nella capitale della finanza il denaro sembra essere non soltanto l'unico metro di valutazione, ma una specie di salvacondotto per l'impunità. Chi ha il portafoglio gonfio si ritiene legibus solutus, non soggetto alle leggi, come gli imperatori romani. E invece di legalità abbiamo più che mai bisogno, nei centri sociali e fuori. Non chiediamo purghe staliniane. Basterebbe la mano invisibile del mercato: per esempio, liberalizzare i servizi di rimozione delle auto parcheggiate illegalmente. Oggi i carri attrezzi sono pochi, ed è raro vederli in azione. Se fossero più concessionari a gestirli, in competizione tra loro, stia certa che i marciapiedi tornerebbero sgombri. Come a Londra o a Parigi, dove per gli Attila in Suv vige la tolleranza zero.

(Riccardo Chiaberge, Il Sole 24 ore, Il Domenicale, 20 giugno 2006)

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