Ricerca britannica condotta su oltre 100 aziende
Uno su cinque in ufficio con le cuffie
«È un modo di isolarsi e concentrarsi meglio sul posto di lavoro. Ma il 30% delle imprese ha vietato l'utilizzo di lettori mp3»
LONDRA - Un modo per isolarsi, forse da colleghi un po' troppo fastidiosi. O semplicemente per concentrarsi meglio. Circa un quarto dei lavoratori britannici utilizza in ufficio un lettore di musica mp3. E lo fa per almeno tre ore lungo l'arco della giornata. Lo rivela una ricerca condotta da Woods Bagot, società internazionale di architettura e design, e pubblicata in Gran Bretagna. Un'abitudine che non è molto apprezzata da alcune imprese ma che, nonostante questo, si sta diffondendo rapidamente: sono ormai il 22% gli impiegati che si infilano le cuffie sul posto di lavoro. «In passato i lavoratori erano separati da muri o pareti divisorie - spiega Simone Pole, autore dello studio - e questo permetteva loro di concentrarsi sulle mansioni personali. L'avvento degli open space ha però eliminato le pareti divisorie, aumentando da una parte l'interazione visiva e la comunicazione senza però far sparire la necessità di concentrazione». Per questo, molti impiegati si infilano le cuffie e accendono il lettore mp3. Un modo di creare uno «spazio virtuale» che permette di isolarsi, ad esempio, dalle chiacchierate telefoniche dei colleghi vicini.
DIVIETO DI CUFFIE - Questo sta creando, anche in ufficio, una demarcazione ulteriore tra le diverse generazioni. I più anziani, infatti, sono decisamente restii a utilizzare apparecchiature "troppo" tecnologiche. E le stesse imprese, spesso, cercano di bandire questa abitudine. Secondo la Confederation of British Industry, l'utilizzo di iPod ed affini in ufficio riduce la produttività e può provocare ingenti perdite alle imprese. Così il 30% delle oltre 100 aziende interpellate durante la ricerca ha dichiarato di aver vietato l'utilizzo del lettore mp3. Si tratta soprattutto di imprese bancarie e di quelle che operano nel settore giuridico. Le imprese di marketing e quelle che operano nel campo dei media sono invece le più tolleranti.
fonte corsera 31.10.2006
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