giovedì 23 novembre 2006

Alice...nel Paese che non si meraviglia

E' UNA RIVOLTA VERA QUELLA DEI LAVORATORI DEL CALL CENTER

È una rivolta vera e propria quella dei lavoratori del call center di “Media Service” (una società con sede legale a Roma) ubicata in contrada Romani a Pettino nei pressi della Regione. Le 120 unità che attualmente stanno lavorando per Telecom sui prodotti Alice con un contratto a progetto hanno denunciato ritmi di lavoro impossibili, stipendi irrisori, mancanza totale di prospettiva e problemi logistici all’interno della sede dove ci sono soltanto due bagni (uno per gli uomini ed uno per le donne) per 120 persone. «Siamo stufi di questo sistema - hanno detto - come peraltro più volte è stato descritto nelle trasmissioni delle “Iene”. Le persone vengono prese e subito gettate allo sbaraglio. Se qualcuno si lamenta c’è la rottura del contratto e... avanti un altro». A detta di alcuni l’orario di lavoro è dalle 11 alle 21.30, ma può essere anche di due turni, non c’è alcuna pausa ed il guadagno si aggira a 3 euro netti l’ora nei feriali e di 4 il sabato con una base di minima di 10 telefonate. Per fare un esempio: se un dipendente vende un solo prodotto in dieci telefonate guadagna 20 euro. «È proprio così, i nostri stipendi medi si aggirano sui 350 euro, ma non abbiamo alcuna copertura pensionistica. Insomma è una cottimo selvaggio per persone trasformate in polli di allevamento». L’altro problema è l’organizzazione logistica. «Ci sono soli due bagni e potete capire le file che ci sono, senza considerare l’igiene. Naturalmente queste pause non ci vengono affatto pagate, così come quelle per mangiare. Infatti molti di noi non mangiano... I sindacati? Non abbiamo tutele di nessun tipo perchè non siamo in organico ed il ricambio del personale è frequentissimo. Cosa certa è che non ne possiamo più e non è possibile “strizzare” la gente in questo modo».

Il Messaggero - Mercoledì 22 Novembre 2006

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