
Dite la verità, cari amici, quante volte vi/ci siamo lamentati in azienda di quanto deplora il famoso scrittore Alberoni? Molto probabilmente è all'opera uno dei tre fattori che troviamo in fine articolo...non sarebbe meglio farlo presente quando e per quanto possibile?
Il capo è silenzioso? Avete tre motivi per preoccuparvi
Ricordo che, a Trento, l'élite dirigente del movimento studentesco convocava l'assemblea all'ultimo momento, in modo che tutti quelli che potevano fare opposizione non fossero informati e non riuscissero ad arrivare in tempo. Un meccanismo di manipolazione efficacissimo nei movimenti studenteschi, sindacali, anarchici e rivoluzionari che considerano l'assemblea il massimo della democrazia. In realtà l'assemblea spontanea, caotica e senza regole rigorose di convocazione e di votazione consente il massimo arbitrio ai capi carismatici che riescono a far fare agli altri quello che vogliono. Ma l'accorgimento di non fissare le date per tagliare fuori gli oppositori viene talvolta usato anche nei consigli di amministrazione o nei Consigli di facoltà universitari. Ci sono alcuni che mandano la comunicazione in un ufficio dove il consigliere va solo raramente. Talvolta, lo inviano all'indirizzo sbagliato. Altre volte la lettera parte in ritardo così la colpa può essere data al cattivo funzionamento delle poste. Infine, ai propri si telefona per assicurarsi che siano presenti e agli altri no. Anche nel corso delle riunioni ci sono innumerevoli mezzi per non dare le informazioni più importanti. Alcuni capi tengono lunghi discorsi oscuri e vuoti, altri snocciolano elenchi di cifre da cui non si capisce quasi nulla mentre le informazioni vere, quelle che contano, se le dicono e le discutono fra di loro in privato, magari a casa propria o a cena. Alcuni grandi dirigenti sostengono che tenere riservate le informazioni in modo da decidere da soli è l'unico metodo per evitare perdite di tempo, fuga di notizie e ottenere rapidi risultati. Non è vero. Tutti i grandi imprenditori che ho conosciuto, anche quelli che, essendo i proprietari, potevano decidere senza consultarsi con nessuno, preferivano discutere a fondo i problemi con i loro collaboratori, sentire il parere degli esperti, sfruttare la creatività di chi lavora con loro. Sono giunto alla conclusione che chi non agisce così è perché ha una opinione esagerata di se stesso o perché ha qualcosa da nascondere. Ci sono anche imprese in cui tutti i funzionari si tengono ben stretto quanto sanno senza comunicarlo agli altri. Sembra che difendano un segreto di Stato. Ma la ragione è più semplice e più squallida. Tacciono per avere potere sui propri colleghi e per fare i propri affari privati con enti, fornitori, politici. Vi sono anche laboratori di ricerca in cui gli studiosi lavorano per conto proprio e non si scambiano i risultati ottenuti. Lo fanno perché sono invidiosi l'uno dell'altro, o perché sono indifferenti al risultato finale. Sempre con effetti catastrofici, visto che la scienza progredisce solo come opera collettiva in cui ciascuno parte dalle scoperte dei colleghi. Concludendo, quando vedete che non vi arrivano le informazioni per fare meglio, quando i dirigenti sono oscuri, quando incontrate gente che non sa discutere apertamente e lavorare insieme siate diffidenti. Vuol dire che è all'opera uno di questi tre fattori: o il capo è un megalomane dispotico, o la gente non è motivata, o fa i propri interessi personali e non quelli dell'impresa.
fonte www.corriere.it/alberoni
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