Dal VADEMECUM della CGIL lombarda, sui call center:
• Il lavoratore che nello stesso rapporto svolge attività sia come inbound che come outbound va considerato come subordinato
• Non è detto che l’attività outbound sia autonoma, es. le promozioni possono essere ricorrenti e vincolate da regimi di orario e di organizzazione del lavoro predefinite
• Vanno evitate interruzioni dei rapporti a progetto in essere, all’avvio della trattativa (e ne abbiamo avuto prova tangibile)
• Eventuali attività outbound individuabili anche dalla temporaneità della commessa possono venir trasformati in contratti subordinati a termine, in tal caso occorre comunque tenere conto delle previsioni contrattuali (Causali e % max di utilizzo)
• Possibili minacce e pressioni tipo … chiudo e vado all’estero …. (e ne sappiamo qualcosa)
Questi ricatti saranno sicuramente messi in atto ma non sarà facile attivare nuovi call center in luoghi competitivi essendo la padronanza della lingua fattore determinante.
• Ovviamente per noi è importante la tenuta dell’occupazione
• CGIL nazionale parla di ricorso agli ammortizzatori facendo valere anzianità maturate in forma non subordinata
Quale CCNL applicare?
• Su questo comparto il direttivo CGIL ha discusso e deliberato nel 2003 in relazione al CCNL TLC
• Assocontact (associazione delle imprese di call center) ha scelto il contratto TLC
• Dove vi sono già lavoratori dipendenti il ccnl di riferimento deve essere quello a loro applicato
• Il resto che non ha riferimenti va per noi indirizzato al CCNL delle TLC
• Possibile trasformazione dei contratti individuali a Part-time con tre raccomandazioni:
- La quantità di ore concordate non deve comportare un calo di reddito globale per la persona
- Ogni forma di clausola elastica e/o flessibile se prevista dal CCNL deve comunque essere segnalata e condivisa dalle persone interessate, va garantita la reversibilità della scelta e l’assistenza della CGIL
- Il sistema degli orari deve essere programmato in accordo con le RSU
Nessun commento:
Posta un commento