
COMUNICATO STAMPA del 11.5.2007
Negli ultimi anni, abbiamo assistito alla diffusione esasperata dei contratti di collaborazione, in ogni settore produttivo e a prescindere dall’esistenza dei requisiti previsti dalle norme di legge, soltanto al fine di rendere più “leggero” il costo del lavoro per le aziende.
L’ “Avviso comune” sottoscritto da CGIL CISL UIL CONFINDUSTRIA dell'ottobre 2006, in attuazione della cd. “Circolare Damiano sui Call Center” del luglio 2006, prevedeva per le aziende del settore la possibilità di sottoscrivere accordi sindacali finalizzati a trasformare i contratti a progetto (che costituivano la forma contrattuale più diffusa, se non addirittura esclusiva) in contratti di lavoro di natura dipendente.
A livello nazionale, le categorie di settore FILCAMS CGIL NIDIL CGIL FISASCAT CISL UILTUCS - UIL hanno promosso numerose trattative e, tra queste, anche quella che coinvolgeva i 1320 collaboratori dei Datacontact, operanti nelle sedi di Matera, Bernalda, Bari e Lecce.
Il nostro obiettivo fondamentale è stato, sin dall’inizio, cercare di ottenere il risultato migliore per i collaboratori e le collaboratrici impiegate, volendo anche cercare di scardinare il pregiudizio secondo il quale i call center sono un “tempio della precarietà”.
Più precisamente, alla luce anche dei positivi risultati in termini di assunzioni a tempo indeterminato che si stavano registrando in altri call center del Paese, si proponeva una trattativa che ruotasse intorno ad alcuni punti inderogabili:
- l’accordo doveva riguardare tutti i collaboratori
- i contratti individuali dovevano essere a tempo indeterminato e prevedere l’applicazione del CCNL Terziario per gli inbound (coloro che ricevono le telefonate) e dell’appendice per “operatori di vendita” per gli outbound (coloro che effettuano le telefonate, al fine di proporre agli utenti la vendita di un prodotto).
Solo perché l’Azienda faceva presente l’impossibilità di sostenere i maggiori costi previsti rispetto al costo dei contratti a progetto, le OO.SS. proponevano una assunzione a tempo parziale, cioè a 30 ore settimanali (cioè 6 ore al giorno, secondo l’orario giornaliero già in vigore in costanza dei contratti a progetto).
Il 2 maggio, dopo ben 4 incontri tenutisi presso la Confcommercio Nazionale, l’Azienda si presenta con una proposta che non tiene in assoluta considerazione le richieste dei Sindacati e che si può sintetizzare nei seguenti punti:
- solo per 300 collaboratori, si prevede una assunzione a tempo pieno (40 ore settimanali) e determinato per 24 mesi;
- a questi si applica l’appendice per “operatori di vendita”, 2° liv. (il più basso)
- in deroga al CCNL, si introduce una decurtazione della retribuzione pari al 20%;
- si introducono elementi di flessibilità oraria, secondo i quali il monte ore settimanali potrà variare tra le 32 e le 48 ore (a seconda delle esigenze dell’Azienda).
Da recenti fonti di stampa, acquisiamo che l’azienda DATACONTACT aveva già siglato l’accordo con l’UGL in data 30 aprile. Ignoti sono i motivi per i quali manteneva comunque in piedi la trattativa presso la Confcommercio Nazionale fino al 2 maggio.
Rileviamo, inoltre, che, per ammissione stessa dell’Azienda, le due trattative si sono svolte parallelamente…un po’ come dire “vediamo chi ci casca prima!”.
A queste OO.SS. non è mai giunta la proposta di far partecipare anche l’UGL alla trattativa, pur sapendo che la stessa non rientra tra le organizzazioni firmatarie del CCNL Terziario.
Riteniamo che quanto si è consumato sia un passaggio molto grave per il mondo del lavoro lucano, non solo per la quantità degli occupati (1.320) ma soprattutto perché non si può pensare di costruire e mantenere “zone franche”, dove vengono sospesi i diritti e dove i lavoratori vengono trattati come “vassalli”.
Siamo consapevoli che trovare lavoro a Matera, Bari e Lecce non è semplice, ma allo stesso tempo riteniamo che non si possono firmare accordi come quello che aveva proposto l’azienda: dopo i contratti a termine che succede? Perché in questa Azienda 1000 collaboratori devono rimanere senza tutele e “a progetto” anche se non sono autonomi?
Invitiamo i lavoratori a prestare grande attenzione poiché per il sindacato confederale la dignità delle persone non può essere merce di scambio così come l’applicazione dei contratti nazionali e il rispetto delle leggi.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE
DELLA CGIL MATERA
- Angelo Cotugno -
IL SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA UIL MATERA
- Franco Coppola -
p. FILCAMS CGIL MATERA
- Manuela Taratufolo -
p. NIDIL CGIL MATERA
- Marcella Conese -
p. UILTUCSUIL MATERA
- Filippo Viaggiano -
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