Datacontact risponde ai sindacati
Riceviamo in data odierna la diffida formulata dalle organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL, NIDIL CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL, da cui si evince una manifesta volontà di sollevare un polverone in un momento estremamente delicato della trattativa in corso.
La diffida contiene argomentazioni prive di basi oggettive, che Datacontact respinge con forza nell’interesse dell’azienda stessa e di tutti i suoi dipendenti e collaboratori. Le organizzazioni sindacali fanno riferimento alle disposizioni contenute dalla Circolare Damiano ed all’avviso comune sottoscritto da Ministero del Lavoro, CGIL, CISL e UIL e Confindustria. L’azienda ricorda che nello stesso avviso comune non si è mai riconosciuta in quanto essa da sempre ha sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale dei call center per il settore commercio e servizi. Alla luce di ciò nelle trattative in corso ha proposto che all’interno della stessa cornice contrattuale dovesse essere gestita anche la stabilizzazione delle proprie risorse, in ottemperanza a quanto disposto dalla Finanziaria. Tale orientamento non è da considerarsi limitativo dei diritti dei lavoratori, ma al contrario utile alla salvaguardia e tutela dei loro interessi.
La scadenza prossima del 2 maggio a Roma è da ritenersi come termine ultimo per considerare l’offerta avanzata dall’azienda alle organizzazioni sindacali nazionali FILCAMS GCIL, FISASCAT CISL, UILTUC UILS, insieme a Confcommercio, per la stabilizzazione dei 300 lavoratori dedicati ad attività Inbound, attualmente co.pro.pro, con contratto a tempo determinato per 24 mesi. L’azienda, sostenendo questa linea, ha formulato la proposta di inquadramento con le forti motivazioni di poter garantire in tal modo la salvaguardia dei principi di Qualità e Flessibilità, inderogabili per l’esercizio della propria attività.
A differenza di numerose altre aziende del settore che hanno deciso di proporre nei tavoli di trattative solo assunzioni part-time, Datacontact ha proposto l’adozione di un contratto a tempo pieno, che coinvolgerà tutti i lavoratori impegnati nelle attività INBOUND e tutti coloro che sviluppano attività INBOUND ed OUTBOUND legate alla commessa TIM.
Pertanto sono da ritenersi del tutto infondate le argomentazioni della diffida sindacale pervenutaci, secondo cui la migrazione delle risorse su altre aree di attività precluderebbe la possibilità di vedere conclusa l’esperienza di precariato per molti lavoratori. Al pari è da ritenersi estremamente grave e pericolosa la posizione espressa nella diffida stessa allorché si dichiara che i lavoratori interessati a tale stabilizzazione “sono soltanto quelli che rispondono ai canoni stabiliti dall’azienda”.
Auspicando che fra oggi e la riunione fissata per il 2 maggio, si ritrovino le condizioni per festeggiare serenamente il 1^ maggio, festa dei lavoratori, l’azienda conferma la propria ferma volontà a fare tutto quanto possibile per addivenire alla firma dell’accordo e dare così certezze ai propri collaboratori, che in questa delicata fase non possono essere oggetto di interventi strumentali da parte delle organizzazioni sindacali né tanto meno essere destinatari di informazioni che possono gettare discredito sull’azienda ed accrescere in modo infondato i timori per il futuro.
Angelo Tosto
Amministratore Delegato
la trovate anche su ilmiotg
Nessun commento:
Posta un commento