
Auspico una regolamentazione simile per le chiamate in inbound, però.
Inoltre ecco che finalmente il Garante si sofferma anche su quelli che in TIM definiamo "numeri di esigenza". Speriamo si estirpi l'altra cattiva abitudine, anche se inculcata dai TL, ad aprire quanti meno reclami possibili, salvo non si tratti di effettiva one call solution. Una tale abitudine infatti, presa alla lettera, abbiam avuto modo di sperimentare quanto sia contraria ad un lavoro di qualità: colleghi "senza scrupoli" comunicano al cliente di aver inoltrato reclamo...mentre non corrisponde al vero! Cosa si genera? Stress dell'operatore successivo, sfiducia del cliente, e perdita di incentivi per outsourcer e compagnia bella. Per non parlare poi di particolari reclami le cui tracce ritroviamo completamente cancellate! Eh si, cari amici, i maghetti che ci sovrastano possono fare anche questo, a quanto pare.
Questa la notizia d'agenzia
Roma, 7 lug. - 'Attese, disservizi e pubblicita': 'Alt al labirinto dei call-center'', scrive la Repubblica, dedicando spazio all' intervento dell' Authority in tutela dei consumatori. 'Il lavoro degli addetti ai call-center e' abbastanza ingrato, faticoso - osserva il quotidiano romano -. Ma certo non e' semplice la vita delle famiglie, degli anziani, dei ragazzi che entrano in contatto con questi centralinisti del nuovo secolo, quando li chiamano, quando ne sono chiamati. Ne e' convinta l'Autorita' per le Comunicazioni che ha scritto la carta dei nostri diritti. Il testo e' ancora provvisorio, ma l'Autorita' lo approvera' entro l'anno, a meno di ritardi, imprevisti o pigrizie. Curatore del provvedimento e' il commissario Magri'. (...) Inoltre, ogni nostro reclamo dovra' avere un numero che lo identifichi, utile a rintracciare la pratica anche per avere notizie e aggiornamenti. Infine, chi chiama per farci un' offerta, dovra' dare nome e cognome e chiarire quale sia la societa' per la quale chiama. Dovra' informarci anche sul diritto di recesso'.
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