martedì 22 maggio 2007

Il part time delle parti in...time

Dite un pò, quante volte lo avete pensato? Il tuo curri...culum lo vedono direttamente i clienti e non le aziende, sic! C'è chi lo ha dichiarato addirittura ad un importante quotidiano nazionale! Non è detto che sia condivisibile chiaramente, ma sapete anche che di prostituzione non ne esiste una sola, no? ;-)
Beh, almeno c'è una profonda differenza con chi è costretto.

"Meglio prostituta che in un call center"
Valeria, la studentessa di medicina che si vende solo part time
di PAOLO POLETTI

Bella di notte e pure di giorno. Bella quando capita, quando ne ha voglia, quando ha bisogno di soldi. «Non mi sento una prostituta, decido io quando farmi pagare per andare con un uomo...», racconta Valeria, nom de plume si capisce, venticinque anni, capelli lunghi castano chiari, jeans e maglietta bianca, niente trucco, studentessa di Medicina di giorno, prostituta part-time certe notti. Di ragazze come lei, stelle filanti le chiamano, accompagnatrici occasionali per scelta o vocazione, ce ne sono molte ovunque e a Milano. «Odio le definizioni. Non accetto il moralismo su certe parti del corpo. Se ho problemi di coscienza? Alla fine cosa è peggio? Lavorare magari in un call center per otto ore al giorno o guadagnare la stessa cifra con due o tre incontri al mese...», «(...) Diciamo che mi sono trovata un lavoro su misura e che ho trovato il modo di avere tanto tempo libero», spiega di questa vita spericolata iniziata per caso un paio di anni fa, le confidenze con un’amica che aveva già provato, la presentazione all’agenzia e poi il primo cliente che l’ha scelta in fotografia e l’ha comperata per qualche ora, nel corpo e nella mente e forse pure nell’anima. (...) «Chi viene con noi vuole una ragazza pulita. E io so che incontro persone affidabili, a volte simpatiche, con cui si può parlare di tutto. Quello che succede dopo fa parte del gioco», spiega dopo questi due anni di incontri nemmeno troppo frettolosi a tariffa variabile, mai un coinvolgimento, mai un segno nel cuore e sulla pelle, niente che non possa finire quando dice lei. «Non ho un protettore. Se voglio, smetto. Magari un giorno scrivo un libro, la mia vita vera è sganciata da questo lavoro». I toni sono quelli della donna sicura. Nelle sue parole non c’è passione, non c’è amore, solo il simulacro di una vita tenuta a bada per lasciare spazio a quella vera. Quella che non si può raccontare a chiunque. Quella dove i sorrisi non sono finti, le relazioni sono sincere e a scandire il tempo non c’è la voce di un uomo che ammicca dalle colonne di annunci personali di un quotidiano e al telefonino illustra il suo catalogo: «La vuoi stasera? Vuoi una studentessa? Sono tutte italiane, hanno 22, 23, 27, 28 anni... Tutte brave ragazze...».

l'articolo integrale su 'la stampa' 21.5.07

Superata l'età, poi, sarà la stessa 'donatrice di erotismo a pagamento' a dover trovare qualcuno 'disponibile' a 'certificare' le competenze acquisite, e magari si tratta proprio di un call center!
Sentite qua.

8.4.2006 La Reuters riferisce da Berlino di un progetto che mira a dare un futuro economico alle prostitute tedesche che hanno superato l’età “produttiva”, impiegandole nei call center per le vendite telefoniche. La coordinatrice del programma, Gisela Zohren, dice che “dopo anni di prostituzione, sanno ascoltare e come trattare la gente. Conoscono le tecniche di vendita”. Secondo la Zohren, le tariffe per le prestazioni sessuali sono crollate e le lavoratrici nel campo sono molto incline ad accettare nuove proposte d’impiego

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