Cgil, Cisl e Uil non firmano l'accordo con l'azienda: «Avanzata una proposta poco dignitosa»
Battaglia confederali-Datacontact
Chiesto l'intervento del Ministro e i controlli dell'ispettorato del lavoro
di Giovanni Martemucci
Intesa ancora lontana per la stabilizzazione dei 1312 dipendenti del gruppo Datacontact che ha sedi a Matera, Bari, Bernalda, Lecce e Milano. Cgil Cisl e Uil hanno abbandonato il tavolo di concertazione che si è svolto a Roma lo scorso 2 maggio. Ieri i rappresentanti delle tre confederazioni sindacali hanno spiegato le ragioni del mancato accordo con il gruppo materano, accordo che invece è stato siglato con l'Ugl. «L'intesa ha spiegato Angelo Cotugno della Cgil- non è stata raggiunta perché la proposta avanzata da Datacontact non è dignitosa per i lavoratori e non rispetta il percorso suggerito dal Governo che mira a ridurre il ricorso ai contratti a progetto. Quanto proposto da Datacontact serve a ridurre soltanto i costi che gravano sull'azienda a sfavore dei lavoratori che sono senza tutela e costantemente sotto lo schiaffo del datore di lavoro». La proposta di Datacontact prevede la stabilizzazione di 300 lavoratori (che potrebbero diventare anche 500) ma con contratto a tempo determinato, con durata biennale, ed un ribasso dello stipendio rispetto ai minimi contrattuali del 20% per il primo anno e del 10% per il secondo. La proposta però non risolve il problema del precariato perché altri 900 lavoratori circa (se si escludono gli attuali 63 che hanno l'indeterminato) non sarebbero interessati dalla piattaforma contrattuale. «Nella trattativa interrottasi a Roma continua Cotugno- l'azienda aveva ricevuto un trattamento di favore poiché veniva offerta la possibilità di inquadrare i dipendenti al livello più basso (2°) ma la rottura si è determinata nel momento in cui, di fatto, Datacontact ha proposto una vera e propria gabbia salariale con un contratto a tempo determinato. È ovvio che non si può derogare ai minimi contrattuali e alla trasformazione dei co.co.pro. in tempo indeterminato». Su 686 lavoratori Datacontact di Matera solo 50 sono assunti a tempo indeterminato mentre sulle 199 unità della sede di Bernalda 4 hanno un contratto a tempo illimitato. In totale su tutte le sedi ci sono 318 collaboratori occasionali e 926 co.co.pro. Solo 30 lavoratori sono iscritti alle sigle sindacali. «I numeri non depongono certo a favore del lavoratore ha sottolineato duramente Filippo Viggiano della Uil Matera- dal momento che in una situazione di questo tipo in cui si parla di contratti che scadono dopo soli 30 giorni i collaboratori subiscono un ricatto continuo e quotidiano da cui è difficile uscire ed in cui l'unica logica che prevale è quella dello sfruttamento». I rappresentanti delle tre sigle sindacali hanno sottolineato che l'ispettorato del lavoro deve intervenire quanto prima e fare la sua parte dal momento che non si può fare finta di non vedere: un'organizzazione del lavoro che si configura a tutti gli effetti come lavoro subordinato non può essere spacciata per lavoro a progetto che, per sua natura, non è vincolato ad orari o turni come in realtà succede. «Visti i numeri consistenti di cui stiamo parlando ha detto ancora Cotugno- porteremo la questione all'attenzione nazionale e in particolare coinvolgeremo direttamente il Ministro del lavoro perché intervenga e faccia rispettare le regole. A livello locale solleciteremo l'ispettorato del lavoro perché non passi la logica dello sfruttamento anche perché non ci sono sigle sindacali di comodo per far passare un accordo che non garantisce per niente il lavoratore".
da Il Quotidiano della Basilicata, 6.5.07
2 commenti:
Sei solo un calugnatore! X fortuna te ne sei andato d'avanti ai piedi! Ahh che liberazione!!!!!!!
Sei solo un calugnatore! X fortuna te ne sei andato d'avanti ai piedi! Ahh che liberazione!!!!!!!
Posta un commento