sabato 17 novembre 2007

Questionario anonimo

Vi invito a supportare la dott.ssa Tassinari in questa sua ricerca a favore di tutti i lavoratori. Consiglio di fare un copia&incolla e inviare, dopo compilato, in email.
Grazie
QUESTIONARIO
di Letizia Tassinari

QUESTIONARIO PER COLLABORATORI ( COORDINATI E CONTINUATIVI , CON PARTITA IVA, OCCASIONALI ), LAVORATORI A PROGETTO E ASSOCIATI IN PARTECIPAZIONE

Ti chiedo gentilmente di rispondere alle domande del questionario, rivolto a coloro che hanno attualmente un contratto di collaborazione coordinata e continuativa ( anche a partita Iva) di collaborazione occasionale o di lavoro a progetto in settori del pubblico e del privato. Il Questionario è rigorosamente ANONIMO e le conoscenze così attinte saranno utilizzate per formulare proposte di politiche del lavoro adeguate alle esigenze dei lavoratori. Pertanto ti chiedo di rispondere con sincerità segnando una x oppure riempiendo gli spazi appositamente predisposti. Per l’invio puoi utilizzare la mia mail, letiziatassinari@yahoo.it o spedirmelo in busta chiusa presso la Camera del Lavoro di Viareggio, Piazza Manzoni 5, Viareggio 55049 (Lu)

Al termine della ricerca i risultati saranno a disposizione di coloro che li richiederanno.
Molte grazie per la collaborazione.
1) ATTUALMENTE HAI UN CONTRATTO DI:
COLLABORAZIONE COORDINATA E CONTINUATIVA_
LAVORO A PROGETTO__
COLLABORAZIONE OCCASIONALE _
PRESTAZIONE D’OPERA CON PARTITA IVA__
ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE_
2) QUALE E’ LA TUA PROFESSIONE?: _________
3) OLTRE AL LAVORO DI COLLABORAZIONE SVOLGI ALTRE ATTIVITA’? SE SI QUALI? _________
4) SE HAI DUE O PIU’ COMMITTENTI , NE HAI UNO CHE CONSIDERI IL PRINCIPALE ( per esempio quello che ti impegna per piu’ tempo o che ti condiziona di piu’ o che ti fa guadagnare di piu’ o sul quale stai investendo piu’ risorse
SI __
NO__
5) DA QUANTO TEMPO LAVORI CON CONTRATTI DI COLLABORAZIONE:
ANNI ___
MESI ___
6) QUALE E’ IL SETTORE PRODUTTIVO DI APPARTENENZA DELL’IMPRESA COMMITTENTE? ________
7) ORIENTATIVAMENTE L’IMPRESA PER CUI LAVORI E’ PICCOLA, MEDIA O GRANDE?_______
8) CONSIDERANDO I LAVORATORI DIPENDENTI, LA PERCENTUALE DEI COLLABORATORI E’
SOTTO AL 30%__
SOPRA AL 30%__
SUPERIORE AL 50 %_
NON SO__
9) PUOI INDICARE LA DURATA DEL TUO ATTUALE CONTRATTO DI LAVORO?
GIORNI__
MESI____
ANNI_____
10) DA QUANTO TEMPO LAVORI PER L’ATTUALE COMMITTENTE:
DA MENO DI TRE MESI __
DA TRE A SEI MESI ___
DA SEI MESI A UN ANNO___
DA UN ANNO A DUE ANNI__
DA DUE A QUATTRO ANNI__
OLTRE QUATTRO ANNI__
11) TI E’ RICHIESTA UNA PRESENZA ORARIA PREFISSATA ?
SI, QUOTIDIANA _
SI, SALTUARIA_
NO__
12) DOVE SI SVOLGE PREVALENTEMENTE LA TUA ATTIVITA’?
PRESSO LA SEDE DELL’AZIENDA__
A CASA ___
PRESSO I CLIENTI DELL’AZIENDA PER LA QUALE LAVORO__
ALTRO (specificare) _____
13) NEL TUO CONTRATTO SONO PRESENTI PARTICOLARI CONDIZIONI?
FORMAZIONE__
DIRITTI SINDACALI_
CLAUSOLE SPECIALI PER MALATTIA E MATERNITA’__
INDENNITA’ PER RECESSO CONTRATTUALE __
14) LA TUA RETRIBUZIONE SI BASA:
SU COMPENSO FISSO_
SU BASA ORARIA__
SUI RISULTATI RAGGIUNTI (A PERCENTUALE) __
ALTRO____
15) LA RETRIBUZIONE VIENE EROGATA
MENSILMENTE __
OGNI DUE MESI__
CON CADENZE INCERTE O IRREGOLARI __
ALLA CONSEGNA DEL LAVORO O AL RAGGIUNGIMENTO DEL PROGETTO__
16) HAI MAI SVOLTO UN LAVORO DA DIPENDENTE? __
17) ATTUALMENTE STAI CERCANDO UN ALTRO LAVORO?__
18) SE SI, QUALE?
LAVORO DIPENDENTE_
LAVORO AUTONOMO__
ALTRE COLLABORAZIONI___
19) QUALE E’ IL MOTIVO PER CUI CERCHI UN ALTRO ALVORO?
MAGGIORE CONTINUITA’ OCCUPAZIONALE __
MIGLIORE RETRIBUZIONE_
MAGGIORI TUTELE__
MAGGIORI SODDISFAZIONI PROFESSIONALI__
20) TI SEI MAI RIVOLTO AD UN’AGENZIA DI LAVORO INTERINALE? ____
21) SE SI, CON QUALI RISULTATI?_________________________________________________
22) COME TI SENTI COME COLLABORATORE, NEGLI ASPETTI ORARIO,POSSIBILITA’ DI CONCILIARE LAVORO/FAMIGLIA, RETRIBUZIONE, CRESCITA PROFESSIONALE, RETRIBUZIONE, TUTELE
MOLTO SODDISFATTO_
POCO SODDISFATTO__
PER NULLA SODDISFATTO__
23) SEI ISCRITTO A UN SINDACATO?__
24) SE NO, PERCHE’? ____________________________________________________
25) SU COSA RITIENI CHE I SINDACATI DOVREBBERO CONCENTRARE IL LORO IMPEGNO?
CONTRATTARE LE CONDIZIONI DI LAVORO_
BATTERSI PER IL RICONOSCIMENTO DEI LAVORATORI PRECARI COME LAVORATORI DIPENDENTI__
ALTRO________________________
26) DOVE VIVI?______
27) SESSO ________
29) ANNO DI NASCITA_____
30) STATO CIVILE
CELIBE/NUBILE_
VEDOVO__
SEPARATO__
DIVORZIATO_
31) CON CHI VIVI ATTUALMENTE?
SOLO _
CON I GENITORI__
CON IL CONIUGE/CONVIVENTE _
CON AMICI E/O PARENTI__
32) HAI FIGLI? __
33) SE SI, QUANTI?__ MINORI DI 15 ANNI?__
34) QUALE E’ O QUALE ERA LA PROFESSIONE DEI TUOI GENITORI______________
35) SE CONIUGATO O CONVIVENTE IL TUO PARTNER HA UN LAVORO STABILE?___
36) PER MANTENERTI FAI AFFIDAMENTO SOLO SUL TUO REDDITO?
SI __
NO, CONTRIBUISCE LA MIA FAMIGLIA__
NO CONTRIBUISCE IL MIO PARTNER
37) QUALE E’ IL TUO REDDITO MENSILE NETTO?
SOTTO 400 EURO__
DA 400 A 800 EURO__
DA 800 A 1200 EURO__
OLTRE______
LUOGO DELL’INTERVISTA_______
DATA ____
IL QUESTIONARIO E’ STATO:
SOMMINISTRATO DA UN INTERVISTATORE__
AUTOCOMPILATO___
RICEVUTO VIA E-MAIL __
GRAZIE PER LA TUA GENTILEZZA.
TI CHIEDO UN ULTIMO SFORZO: STIAMO RACCOGLIENDO LA DISPONIBILITA’ DEGLI INTERVISTATI A ENTRARE A FAR PARTE DI UN GRUPPO DI PERSONE CHE VERANNO INTERVISTATE DI NUOVO TRA UN ANNO PER VEDERE COME E’ CAMBIATA LA LORO POSIZIONE NEL MERCATO DEL LAVORO: DISPONIBILE_ NON DISPONIBILE__
SE DISPONIBILE:
NOME E COGNOME____________
TELEFONO____________
E-MAIL_____________
AI SENSI DELLA L. 675/ 96 AUTORIZZO IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
FIRMA_________

giovedì 15 novembre 2007

Tragedia a Picciano

Esprimiamo la vicinanza degli autori del Blog alla famiglia Perniola in questo momento di estremo dolore per l'incredibile tragedia avvenuta nel borgo di Picciano (Mt).

sabato 10 novembre 2007

Misteri (2): qualcuno svelato

Ricordate l'apparente mistero della mancanza di lavoratori per la Mercuriotech?
Sentite un pò qua il giorno dopo, ciò che non avevo appreso:
«Fuga» dal lavoro, interviene la Provincia

( Omissis dal 20/3/2009 del mirror dell'articolo apparso su il piccolo il 28.9.2006 dopo la decisione del Tribunale di Trieste in riferimento al ricorso del sig Carlo Maionchi così come del mirror di quanto riportato da l'indignato ).

Poteri concorrenti?

Francesco Cajani, sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Milano, ha dovuto arrendersi. L’inchiesta su una truffa telefonica coi numeri a tariffazione speciale ha dovuto essere archiviata. Ha detto il magistrato: “Il gestore telefonico non ha fornito, sulla tipologia della chiamata, dati utili ai fini del prosieguo dell’indagine”.
Il sistema messo a punto stavolta era centrato sulle telefonate ai numeri satellitari 0088, “evoluzione” dei vecchi numeri 709. Ignari utenti ricevevano brevissime telefonate nel cuore della notte che figuravano come “chiamate perse”. L’incauto che richiamava si vedeva addebitare 10 euro alla risposta.
Ad agosto scorso era stato avviata da Cajani un’indagine a seguito di una denuncia. Ma Telecom Italia, dice il magistrato, non fornisce le informazioni tecniche per smascherare i truffatori. E così in Italia prosperano società specializzate in truffe telefoniche. Sulla rete alcune di queste propongono a webmaster disinvolti di “guadagnare” con dialer da 10 euro alla risposta o 3,5 euro al minuto.
Su questo spaventoso e truffaldino “giro di affari” su cui l’Authority dorme da anni, Telecom Italia incassa una lauta percentuale.
da Repubblica del 5 novembre 2007
Che dire? Consigliamo al Procuratore Cajani di consultarsi col ben più agguerrito (si fa per dire) Michele Nardi. Giusto per non bissare il mancato successo della pur lodevole azione del PM Carla Spagnolo. Ho pensato, quando lo lessi: ogni tanto qualche giudice "con le palle", altrimenti secondo il PM candidamente...era "impossibile imputare ad uno o più funzionari della telecom alcuna condotta truffaldina"! (articolo da Gazz del Mezzogiorno - Puglia & Basilicata, 8/1/2006)

Terminali bloccati

Si chiedeva giustamente esattamente un anno fa il blogger aghost: Ma che terminali usano in Telecom?
La maledizione dei malfunzionamenti adsl impazza, sia nel fisso che nel mobile. Nel corso delle ormai centinaia di telefonate ai call center fatte in questi ultimi 3 anni, nel mio caso Tin-Tim, insomma parrocchia Telecom Italia, mi sono sentito ripetere spessissimo:“Mi spiace ma abbiamo i terminali bloccati, non possiamo fare nessuna verifica. Richiami più tardi”.
Questo blocco normalmente può durare delle ore, o anche mezza giornata. Dalle ore 16 di oggi cerco di segnalare per l’ennesima volta che la mia mirabolante connessione adsl da 4mb va alla folle velocità di 81 kbps. Ma la risposta è sempre la stessa: terminali bloccati, chiami poi.

Ne sappiamo qualcosa di questo esaurimento nervoso, soprattutto in quel periodo, vero? Potremmo dire: TIM = Terminali Il-più-delle-volte Malati

Il giorno dopo tutto ritorna come prima

Oggi il mondo dei precari viene attribuito solo ai giovani, è un enorme errore che confonde la realtà delle cose. Non è solo il giovanotto che appena uscito dall'università, oppure da una scuola superiore va in cerca di lavoro, lo trova ma non è stabile.
Oggi sono quasi tutti precari, tranne i privilegiati difesi dai sindacati che si battono per una causa, e poi si vendono al miglior offerente. A sostegno di una classe di lavoratori che hanno un lavoro stabile, in cui il licenziamento non è permesso. Se si gira per le strade del Belpaese, ogni angolo è occupato da lavoratori atipici, tutti quei nomignoli che hanno dato al lavoro, scovati dai più illustri vocabolari, in effetti dicono tutti la stessa cosa: “il lavoro fisso non esiste più”.
La precarietà è diventata lo strumento in mano ad una parte della classe politica che da anni combatte per la causa dei lavoratori, senza ottenere nulla. Ebbene, questi lavoratori atipici, come i tanti che lavorano nei call center, vengono sfruttati e mal pagati, grazie ad una legge che consente di mettere in condizione gli imprenditori di comportarsi in quel modo. I call center sono stati i primi sintomi di un malore per chi doveva trovare un lavoro, oltre ad essere un danno per i cittadini che si sono visti scippare qualsiasi approccio per far valere le proprie ragioni. Un tempo era possibile recarsi in un ufficio delle società Enel, Telecom ed altri apparati simili per discutere un problema. Oggi tutto è superato grazie ai call center, che sfruttano soltanto i giovani e i meno giovani, e non danno l'opportunità al cittadino di poter dialogare con estrema facilità con un dipendente di quelle aziende. Bisogna chiamare i call center, voluti da una classe politica che sta dimezzando il dialogo in questa società, eliminando qualsiasi approccio possibile per rivendicare le ragioni che ognuno di noi può avere. I call center da un lato hanno tolto il lavoro fisso, dall'altro hanno creato una miriade di problemi.
Chi di noi non si è dovuto rivolgere ad un call center per avere delle spiegazioni. Credo quasi tutti, dunque, ore di attesa per avere l'onore di poter parlare con un operatore, alla fine la ragione è sempre dalla loro parte, al cittadino non gli resta che piegare le spalle rassegnandosi ad “avere torto”. Ognuno di noi parla con un “fantasma”, non c'è più la possibilità di vedere in faccia alla realtà come un tempo, dobbiamo credere in quello che ci viene detto telefonicamente, anche se a volte riteniamo di avere ragione noi, alla fine ci arrendiamo per non perdere ulteriore tempo, coscienti di non avere sufficienti strumenti di dialogo per rivendicare le nostre ragioni. In fondo è così, ci sentiamo presi per i fondelli, ci battiamo per avere ragione ma alla fine hanno sempre ragione loro. Questo ulteriore cambiamento ha messo un bastone fra le ruote a migliaia di persone in cerca di un lavoro, prima era possibile sognare un posto in un’azienda di prestigio, oggi quelle stesse aziende hanno creato una serie di aziende satellite che si occupano appunto di call center. Condizioni di lavoro disagiate, bisogna operare in un metro quadro, con tante voci che ti circolano intorno, una retribuzione da fame, sempre che riesci a convincere il cliente che chiami. Laureati, disoccupati, diplomati, sono le vittime di questo scempio.
La sinistra dov'è? Quella vera, quella che si è battuta per anni per le cause dei lavoratori? Dove sono andati a finire, cercateli, da qualche parte devono pur essere. È vero una parte di loro sono diventati democratici unendosi in matrimonio con i vecchi uomini della Dc, ma l'altra parte, quelli che hanno deciso di mantenere alti i valori ideologici della sinistra, non dico radicale, ma che si avvicini a quello schema di difesa delle fascie deboli che un tempo era la politica della sinistra. Questi signori dove sono? Sanno che i call center sono la modernità a servizio di un sistema che sfrutta i lavoratori? Perché non si battono per farli chiudere e riportare il dialogo aperto con i cittadini nella società moderna? Parlano di disoccupazione e lavoro stabile ma, alla fine, il risultato resta invariato, perché i call center sono sempre lì, a fare da sponda ad un lavoro vero che non arriverà mai. In questo paese non c'è una politica seria a sostegno dei lavoratori, oltre a dare un aiuto economico a chi perde un lavoro o è in attesa di un lavoro.
In Danimarca c'è libertà di licenziamento, eppure la disoccupazione è inesistente. In quel Paese esiste una politica sociale a sostegno di chi perde un lavoro e di chi è in cerca di un lavoro. Nonostante si licenzi facilmente, il lavoro è reperibile e le condizioni di lavoro sono migliori di quelle esistenti in Italia. Se altrove sono in grado di mettere in atto politiche sociali a favore delle fasce deboli, non parlo soltanto dei lavoratori, pure di tutti quei pensionati che sono costretti a vivere con 480 euro al mese, perché in questo paese, nonostante la sinistra sia radicata bene, non si riesce ad avere un approccio migliore con i problemi sociali? Il divario esistente tra le ideologie e la realtà esecutiva è diviso da un abisso di chiacchiere che mai porteranno ad un definitivo e reale sostegno a beneficio dei cittadini che hanno bisogno dello Stato per superare momenti di difficoltà. I call center sono stati creati per questo: realizzare un “ponte” con le tante difficoltà esistenti nel mondo del lavoro, un “tampone” che spostasse la disoccupazione verso un lavoro precario che mai darà ai tanti giovani, ripeto e non solo ai giovani, una stabilità economica per crearsi un futuro.
Le condizioni per cui si è spostato l'asse verso il precariato sono dovute all'enorme tasso di disoccupazione, che investe maggiormente il sud, cercando di trovare una strada alternativa ad un problema, il quale, da anni, è l'argomento di battaglia della classe politica nelle campagne elettorali. Purtroppo il giorno dopo tutto ritorna come prima, e i tanti giovani e disoccupati continuano a vivere di speranza aspettando altri cinque anni nell'illusione che qualcosa possa cambiare in termini di lavoro.

mercoledì 7 novembre 2007

Vodafone, TUTTI intorno a te!

Finalmente firmato il contratto con le garanzie per i lavoratori proprie dell'azienda cedente, solitamente una SpA (una battaglia sindacale fin dai tempi delle prime esternalizzazioni). Giusto per rimarcare quanto segue:

1) quando i lavoratori s'impegnano per davvero i risultati si ottengono;
2) vodafone, anche se per la prima volta ha esternalizzato, ha comunque mantenuto la supremazia nel rispetto dei diritti avuto riguardo al panorama nazionale delle telecomunicazioni;
3) un tipico caso di compromesso ragionevole e una rara battaglia vinta sui 'diritti quesiti' dei lavoratori. attendiamo che ci si renda conto di ciò anche nei riguardi di coloro che, per loro 'sfortuna' sono nativi di aziende che sebbene lavorino per commesse, effettuano prestazioni che sono a tutti gli effetti una esternalizzazione, raggiunta attraverso veri e propri 'cessione di rami d'azienda' più o meno velati.

E noi, che stamo a fà? A guardà?

Alla fine Cgil-Cisl-Uil e Vodafone hanno siglato un accordo sull'esternalizzazione delle attività del back office del servizio clienti (più di novecento addetti) da Vodafone alla società Comdata; quest'ultima gestisce gran parte del back office per i maggiori gestori telefonici italiani: Vodafone, Wind e Telecom Italia/Tim.
L'accordo probabilmente sarà impugnato individualmente da parecchi lavoratori davanti alla magistratura e attende ancora di essere sottoposto alle assemblee dei dipendenti per la sua approvazione. Indubbiamente però l'accordo rappresenta il punto più avanzato finora raggiunto della contrattazione sindacale in Italia, in fatto di esternalizzazioni, fermo restando che alcune forze politiche hanno già presentato disegni di legge per limitare fortemente l'uso della cessione di rami di azienda da parte delle imprese.
Vodafone con l'accordo si impegna a non procedere ad altre esternalizzazioni fino al 2010; è un dato importante ma in passato altre aziende, per esempio Telecom Italia, si erano prese impegni analoghi poi disattendendoli.
Vodafone si impegna a far garantire a Comdata gli analoghi diritti oggi vigenti in Vodafone per tutti i lavoratori ceduti, comprese le condizioni, decisamente migliorative e poco diffuse nel mondo del lavoro, per le lavoratrici come la copertura integrale del periodo di maternità e i cosidetti "turni mamma". Telecom Italia in passato non aveva riconosciuto ai lavoratori che esternalizzava l'integrale rispetto dei diritti acquisiti.
Vodafone soprattutto si impegna a garantire, in caso di fallimento di Comdata, la ricollocazione in un'altra azienda o, al limite, la riassunzione in Vodafone; nel caso si interrompa la commessa a Comdata, durante i sette anni di durata prevista, c'è l'impegno di Vodafone a prevedere la ricollocazione nelle nuove società appaltatrici.
Questo impegno finora per migliaia di lavoratori esternalizzati da Telecom Italia i sindacati non erano mai riusciti a strapparlo. Certo, alla fine "naturale" della commessa a Comdata non c'è nessun obbligo per Vodafone di riprendersi i lavoratori che "apparterrebbero" a Comdata e ne seguirebbero il destino, come tutti gli altri.
L'accordo, come tutti gli accordi sindacali, ha quindi luci e ombre; ma è stato raggiunto grazie alle dure lotte dei lavoratori Vodafone che hanno rivelato una solidarietà e una compattezza nuove e promettenti per un mondo del lavoro spesso segnato da sfiducia e individualismo.

Pretesti con poche proteste

«Con il pretesto della flessibilità per modernizzare il mercato del lavoro, la legge 30 del 2003 ha creato una situazione di precarietà preoccupante. Secondo le statistiche ufficiali, i contratti a termine sono diventati quasi l’unico modo che hanno i giovani di trovare un impiego ma poi è raro che questi si traducano in lavori stabili, con un rapporto di uno a 25. Stanno aumentando le distorsioni del mercato del lavoro, specialmente nel sud del paese dove la diminuzione del tasso di occupazione ha raggiunto livelli allarmanti». Non sono le considerazioni note della sinistra radicale o dei metalmeccanici Fiom, critici sul Protocollo del governo perché conserva gran parte della legge 30, ma le osservazioni della Commissione di esperti dell’International Labour Organisation, Ilo, agenzia delle Nazioni unite per i diritti del lavoro, che ha preso in esame il caso italiano. È passata quasi inosservata la notizia che il nostro governo, tramite il ministro Damiano, è stato convocato in un’audizione speciale nel corso della 96° Conferenza internazionale del lavoro, a giugno a Ginevra, per discutere della situazione in Italia e degli effetti della legge 30, che ha suscitato non poche perplessità nella comunità internazionale. L’Ilo, lo ricordiamo, ha un ruolo normativo e di controllo sull’applicazione delle norme internazionali, oltre che di sostegno ai governi impegnati nel perseguimento del «Lavoro dignitoso», Decent work, contro la deregolamentazione dell’occupazione e la negazione dell’intervento pubblico di protezione sociale. Dai verbali dell’audizione italiana, emerge con chiarezza «l’incompatibilità» delle riforme del governo Berlusconi rispetto alla Convenzione 122 sulle politiche del lavoro. La Convenzione, ratificata dall’Italia nel 1971, impone agli Stati membri l’adozione di «programmi diretti a realizzare un impiego pieno, produttivo e liberamente scelto» e in generale «l’elevazione dei livelli di vita, attraverso la lotta alla disoccupazione e la garanzia di un salario idoneo». Invece, secondo la Commissione composta da 20 giuslavoristi di tutto il mondo, «l’unico fine perseguito dal vecchio governo è la liberalizzazione del mercato del lavoro secondo un modello di contrattazione sempre più individualizzata, a discapito di politiche territoriali di sviluppo nell’industria e nella ricerca, fondamentali per assicurare competitività nei settori innovativi, anziché cercare di competere con le economie emergenti sul costo del lavoro». È interessante notare che «i rappresentanti della Confindustria presenti a Ginevra non hanno fatto commenti sulla descrizione della situazione italiana - racconta Tartaglia -, anzi hanno detto di apprezzare le intenzioni del governo attuale di combattere il lavoro precario e irregolare». All’audizione dell’Ilo non ha partecipato il ministro Damiano, seppure convocato formalmente, ma Lea Battistoni, che al ministero è direttore generale del mercato del Lavoro. Dopo avere premesso che il nuovo esecutivo è in carica da troppo poco tempo per mostrare già i risultati delle proprie politiche, Battistoni ha rassicurato la Commissione spiegando che le richieste dei sindacati erano state prese in considerazione e che non c’è motivo di preoccuparsi per il mancato rispetto delle convenzioni internazionali da parte dell’Italia: «Questa discussione – ha detto – sembra appartenere al passato, a un altro governo».
fonte Precari News del 26.10.07

lunedì 5 novembre 2007

COMe mai hai DATA?

...l'assistenza clienti a COMDATA? Verrebbe da dire!
Finora Vodafone si era fatta un vanto di evitare l'outsourcing del servizio clienti al fine di garantire al massimo la qualità dell'assistenza (e qui ne avete avuto notizia più volte). Ora Vodafone abbandona questa impostazione, seguendo l'esempio (si fa per dire) di Tim e Wind. In questo modo Comdata rischia di diventare un quasi monopolista nel mondo dei call center dei gestori telefonici.
Comdata applica il contratto delle Telco ma ancora non si conosce quale potrà essere l'atteggiamento sindacale rispetto a questa ennesima esternalizzazione: anche se in Vodafone c'è una forte sindacalizzazione, soprattutto Cgil (pensa tu), delegati e quadri sindacali politicizzati e combattivi che avevano dato del filo da torcere a Vodafone quando si passò dal contratto dei metalmeccanici a quello delle telecomunicazioni, considerato meno favorevole, e questo in un momento in cui al centro del dibattito politico e sindacale ci sono proprio le questioni della flessibilità e della precarietà.
Il paradosso: nel caso di passaggio del 190 a Comdata, potrà succedere che un cliente dica all'operatrice Francesca che vuole lasciare Vodafone per Tim (o viceversa) perché insoddisfatto e sentirsi rispondere sempre dalla stessa Francesca al servizio clienti del concorrente.
Viene da pensare: proprio "un mondo per tutti"...come recita uno dei tanti slogan tim

sabato 3 novembre 2007

Welldoing



Un altro passo importante. L'età avanza e progressivamente si scherza sempre meno!

Il protocollo sul Welfare va difeso perché rappresenta un autentico passo avanti per lavoratori e pensionati e perché è frutto di sei mesi di trattativa, e dunque di un'autentica e corretta concertazione. Lo ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano, negli studi di Repubblica Tv. Damiano ha assicurato che intento del governo è anche quello di combattere gli usi distorti della legge Biagi: "Il lavoro in un call center non può essere regolato da un contratto a progetto". In questa direzione va anche la proposta di portare al 33 per cento i contributi previdenziali dei lavoratori flessibili, incentivando così indirettamente i contratti a tempo indeterminato.
"La nostra intenzione è di porre un limite agli strumenti dei contratti a termine, e abbiamo incentivato i contratti a tempo indeterminato. In 40 anni di lavoro non ho mai visto un risultato che lasciasse tutti soddisfatti, anche chi ha firmato aveva le sue riserve. La Cgil le ha espresse, anche Confindustria ha firmato dichiarando di non essere convinta. Però tutti hanno firmato".
In particolare è stata contestata la clausola che prevede la stipula di un nuovo contratto a tempo determinato presso l'ispettorato del lavoro passati i 36 mesi, clausola che ha sostituito quello che originariamente era stato pensato come un vero e proprio tetto. "Stipulare il nuovo contratto di lavoro con il controllo degli ispettori è una clausola molto vincolante - ha obiettato il ministro - questa normativa è un salto in avanti importantissimo".
Del resto a questa norma se ne affiancano altre che dovrebbero rendere meno conveniente per il datore di lavoro ricorrere ai contratti a tempo determinato, ha ricordato Damiano: "Per una retribuzione di 21.000 euro lordi annui ciascuna impresa avrà uno sconto di circa 5-600 euro a lavoratore, ma solo per contratti a tempo indeterminato". Di contro, i contributi pensionistici dei lavoratori flessibili dovranno salire al "33% entro la fine della legislatura". Così, ha concluso il ministro, "incentiveremo il lavoro che diventa stabile facendolo costare di meno, e chi sarà flessibile avrà contributi per avere una pensione analoga a chi ha un lavoro stabile".

fonte repubblica affari & finanza 17.09.2007