mercoledì 28 febbraio 2007

Presagi

I lavoratori della Transcom si mobilitano contro l’azienda

«Nel piano industriale dell'azienda - ha detto il segretario provinciale dell’Aquila, Peretti - oltre alla conferma di 350 esuberi in campo nazionale, e' contenuta anche la previsione della trasformazione dei contratti in essere, a partire dal prossimo primo marzo».«L'azienda», ha spiegato Peretti, «ha inviato una nota ai sindacati attraverso la quale informa che, a far data dal prossimo primo marzo, i contratti a tempo indeterminato stipulati nel settore commercio saranno disdetti per passare a contratti del settore telecomunicazione».«In questo modo – ha detto Peretti - i lavoratori perderebbero l'anzianità di servizio e la quattordicesima mensilità, pari a circa duemila euro l'anno lordi». L'Ugl ha già chiesto l'intervento dell'Ufficio provinciale del lavoro, per verificare la correttezza della procedura che l'azienda intende seguire. Per il 2 marzo l'Ugl ha anche convocato un'assemblea alla quale parteciperanno il sindaco dell'Aquila, Biagio Tempesta, e la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane. All'assemblea l'Ugl auspica la partecipazione di tutte le altre sigle sindacali. Una grande partecipazione è anche l’auspicio dell’assessore Roberto Tinari. «Mi auguro che la partecipazione delle istituzioni e dei rappresentanti dei lavoratori alle assemblee indette dall’Ugl alla Trascom dell’Aquila per venerdì 2 marzo siano massiccia e partecipata. Va dato un segnale importante a un’azienda che starebbe per mettere in mezzo a una strada centinaia di lavoratori della nostra città», ha detto Tinari. «L’appello lanciato dal sindacato in questione non va fatto cadere nel vuoto. La stessa Ugl già mesi addietro aveva fatto suonare il campanello d’allarme su tale argomento, riuscendo a fornire dati preoccupanti sul piano di riorganizzazione industriale del call center del capoluogo abruzzese. Fu anche tacciata, ingiustamente (per di più, anche da parte di qualche sindacato), di disfattismo. E invece quelle affermazioni erano, purtroppo, fondate. Ora l’errore non va ripetuto. Nelle due assemblee – una per turno –, stabilite per venerdì prossimo con i lavoratori Transcom, il sostegno deve essere massimo e senza condizioni». Nel territorio aquilano l’emorragia di posti di lavoro ha raggiunto livelli sconcertanti, centinaia di addetti di questa azienda rischiano di rimanere senza lavoro. Su 550 operatori all’Aquila, 400 hanno un contratto a tempo indeterminato e 150 lavorano con contratti di inserimento o interinali. Il piano industriale di Transcom prevede, in tutta Italia (lo stabilimento aquilano è il più grande, altre sedi sono a Milano, Bari e Lecce), il dimezzamento del personale a tempo indeterminato; sui 702 dipendenti, l’azienda infatti ha previsto 350 esuberi. Viene da sé che a rischiare di più sono proprio gli addetti dell’unità produttiva dell’Aquila. «Questo è inaccettabile», ha aggiunto Tinari, «tali lavoratori, peraltro, erano stati già penalizzati con la modifica del contratto collettivo nazionale a loro applicato, passato da quello commerciale a quello delle telecomunicazioni, con il conseguente taglio della quattordicesima mensilità e, pertanto, la perdita secca di circa 2.000 euro di retribuzione l’anno. Anche questa sciagurata situazione fu denunciata dall’Ugl, che ora deve avere l’attenzione e l’aiuto più forti in questa battaglia a tutela del lavoro nella Transcom. Il territorio aquilano non può permettersi un’ulteriore diminuzione dell’occupazione, di tale portata».

fonte primadinoi, 27.2.2007
in foto una veduta del logo di transcom-bari

martedì 27 febbraio 2007

In tempi difficili è bene ricordare...

Perché l'onesto è più creativo ed efficiente

Perché dobbiamo essere onesti, leali, mantenere la parola data, non fare minacce e ricatti quando sappiamo benissimo che, usando mezzi illeciti, molti si sono arricchiti, sono diventati potenti e vengono ammirati ed elogiati? Se molte fortune sono nate dalla genialità degli imprenditori, altre sono il frutto di furfanterie. Gli americani chiamano Robber Barons alcuni loro famosi magnati. Se la disonestà paga, perché tante persone continuano ad essere oneste, integre, corrette? Alcuni rispondono che lo fanno per timore della legge. Ma davvero credete che gli onesti siano onesti per timore del magistrato? No. Le leggi sono indispensabili, ma noi non siamo gentili con nostro marito o nostra moglie, non ci prendiamo cura dei nostri figli, non facciamo il nostro lavoro quotidiano, non aiutiamo gli altri per timore della legge. La società è fondata sui costumi, regole morali, valori, legami affettivi e solo quando questi fattori cessano di funzionare deve intervenire la legge. E non sempre con molto successo, come dimostrano le aree di mafia e di camorra. Il rigore morale è qualcosa che cominciamo a formarci da bambini attraverso l'esempio dei genitori, degli insegnanti, degli amici. E' una bussola interna che rafforziamo da adolescenti, da adulti, nelle prove della vita. E' un costrutto personale, il prodotto di una volontà, di una autodisciplina come ogni altra virtù, ogni altra abilità. Il bravo pianista, il bravo calciatore devono incominciare presto ma poi continuare a coltivare la propria capacità. Chi non si è costruito questa bussola considererà normale ingannare, rubare, tradire. E lo farà sempre. Ora domandiamoci: gli onesti, coloro che hanno la bussola dell'integrità, come possono operare in un mondo dove ci sono tanti potenti corrotti e tanti pregiudicati? Non verranno sempre sconfitti? Non è detto. Perché chi ha scelto la rettitudine e ha rinunciato a imbrogliare è portato a sviluppare altre capacità. Un po' come il cieco che, non vedendo, acquista una straordinaria capacità uditiva tattile e cenestesica: L'onesto sviluppa molto di più l'intelligenza, la creatività, l'efficienza. Inventa, organizza, costruisce, ispira fiducia, ottiene credito. Quando devi fidarti veramente di, qualcuno, vedere le cose fatte bene, sei costretto a rivolgerti a lui. Nessuno, nemmeno il politico più spregiudicato, può farne completamente a meno. Questa è la sua forza e per questo, alla fine, si afferma e rende vivibile la nostra società.

di francesco alberoni da www.corriere.it/alberoni, 12/2/07

lunedì 26 febbraio 2007

I centralinisti di Dio

BARI - Rispondono al primo squillo. "Pronto, telefono preghiera. Pace e bene, sono Giuseppe". Un po' confessionale e un po' servizio clienti aziendale, da 48 ore è nato a Barletta il primo call center della fede. Chiunque può chiamare al 347.30.60.594 per avere un supporto psicologico 24 ore su 24 e "cercare una parola di conforto e pregare insieme per risalire da un momento difficile della propria vita", spiega don Francesco Fruscio. È a lui, 31 anni, parroco della chiesa Sacra Famiglia a Barletta, che è venuta l'idea. "La coltivavo da anni, praticamente da quando sono diventato prete. L'obiettivo era arrivare il più lontano possibile, riuscire ad ascoltare anche chi non riesce a raccontarsi. Qui in parrocchia ho trovato il team giusto, ci abbiamo provato ed è successo quello che soltanto il Signore poteva immaginare".

continua su repubblica del 24.02.2007

Project news

Contratto a progetto e presunzione assoluta di rapporto subordinato
Il Tribunale di Milano, con sentenza dell'8 gennaio 2007, ha affermato che «la mancanza di specificità del progetto determina che il rapporto tra le parti deve ritenersi sorto come rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dalla sottoscrizione del contratto indipendentemente dalle concrete modalità con le quali si è di fatto svolto il rapporto di lavoro».
Fonte: Dpl Modena Mer, 21 Feb 2007 @ 16:15:02

venerdì 23 febbraio 2007

Info riservate ri-utilizzate?

Vodafone denuncia ancora Telecom Italia

Vodafone Italia ha presentato alla Corte d'Appello di Milano una documentazione che prova le azioni anticoncorrenziali di TI, aumentando la propria richiesta di risarcimento danni da 525 a 759 milioni di euro ed ha trasmesso una segnalazione urgente all'Agcom e all'Antitrust, chiedendo un nuovo intervento urgente sulla questione. Secondo Vodafone, TI avrebbe sfruttato le informazioni in suo possesso come gestore di telefonia fissa per attuare una "schedatura" dei clienti e formulare offerte commerciali mirate per la telefonia mobile, proponendo sistematicamente "ai clienti di Vodafone, che accettino di passare a TIM, offerte personalizzate e sconti sulla bolletta Telecom".

giovedì 22 febbraio 2007

Operazione 'call center'

Ma pensa tu, call center: chissà perchè questo nome dato dagli investigatori del PM "Ubaldo Pelosi" (scelto a caso non direi). Ma se guadagnavano in un giorno quanto noi in due mesi: in questo caso sarebbe proprio uno 'sfruttamento' del termine; a meno che non ci stanno mandando a dire in maniera indiretta che anche nei 'call center' ordinari si profilerebbe uno sfruttamento...

Savona. Operazione denominata “Call Center” da parte del Comando provinciale dei Carabinieri di Savona contro l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione. E’ stata smantellata una pericolosa organizzazione italo-romena. L’indagine, iniziata alla fine del 2005 e coordinata dal pm Ubaldo Pelosi, ha portato a sgominare una delle gang considerate maggiormente pericolose e in espansione su tutto il territorio ligure. Negli appartamenti operavano sempre due ragazze, principalmente dell’Est europa, con un’età compresa tra i 18 e i 20 anni. Le giovani donne erano guardate a vista dai loro aguzzini e sottoposte ad ogni genere di minacce e pestaggi per impedire che tentassero di uscire dalle morse della prostituzione. Il giro d’affari andava oltre i millecinquecento euro al giorno per ogni singola ragazza. All’organizzazione è anche imputabile una rapina compiuta il 20 maggio scorso in via XX Settembre a Savona in un appartamento in cui alloggiavono le stesse squillo, rapina che si era dimostrata un atto di ritorsione per sopire qualche tentativo di emancipazione delle stesse.

fonte IVG 14.6.2006

mercoledì 21 febbraio 2007

Camel (trovi)

Dubbi del cliente al 119 su traffico CAMEL (!) ...........

martedì 20 febbraio 2007

Dalle autostrade telematiche del 2000...

all'area di parkeggio dove pare oramai collocarsi il gruppo tim-telecom...

sabato 17 febbraio 2007

TAM TAM

chi di voi ha mai ben capito il servizio "tam tam"?!...

Sindrome del Grande Fratello

E noi...cosa dovremmo dire, allora?
Il Grande Fratello diventa sindrome
Dopo il caso dello scandalo Moggi e le polemiche legate alla divulgazione di conversazioni telefoniche private, la paura di veder pubblicati i propri fatti personali sulle pagine di un giornale ha fatto scattare una vera e proria sindrome da Grande Fratello nelle menti degli italiani. Anche per chi in fondo non ha segreti inconfessabili da nascondere, il timore di essere ascoltato e spiato diventa un'ossessione.

"Il timore di esser spiati sta infatti diventando paranoia", spiega Tonino Cantelmi, psichiatra dell'università Gregoriana di Roma. "Nel 2 o 3% delle persone, questa impressione di vivere assediati da occhi e orecchie invisibili può trasformarsi in malattia". Secondo il professor Cantelmi, di questo panico da intercettazioni sarebbe complice anche la naturale predisposizione degli italiani "da sempre di indole diffidente e incline al complotto". La sindrome si misura nella paura di affidare ad un messaggino sul cellulare o ad una semplice telefonata quello che poi, per i più diversi motivi, potrebbe venire alla luce. Un pericolo infondato per la maggior parte della popolazione, ma la sensazione oramai è quella e fiumi di intercettazioni sbattute in prima pagina non fanno che alimentarla.
Dice ancora Cantelmi: "Dopo la paranoia già nata con l'avanzare delle nuove tecnologie, oggi questa si ripresenta in una forma nuova, che ci fa sentire indifesi proprio quando ci lasciamo andare di più, cioè alla cornetta del telefono". Ed ecco allora che la chiacchiera in ufficio si riduce ad un bigliettino scritto, passato di mano in mano, per evitare l'intrusione di orecchie indiscrete. Oppure ancora gli sms che diventano scritture in codice, e potrebbero tener testa ai più astuti 007.

Tutto questo perchè, secondo il professor Cantelmi, "in realtà ciascuno di noi ha qualche segreto, e non c'è nessuno che non abbia un piccolo o grande scheletro nell'armadio". Il luogo in cui ci si scopre più diffidenti è proprio sul posto di lavoro: "Da uno studio abbiamo scoperto come una email di lavoro su tre parli di fatti privati. Figuriamoci al telefono o nei faccia a faccia".

Come dire che l'ufficio, più che un luogo di lavoro, è un nido di pettegolezzi ed è quindi l'ambiente più temuto dai "presunti spiati cronici". "In realtà", continua Cantelmi, "le vittime della sindrome dello spiato sono di due tipi: se è certo che la maggior parte di noi in questi giorni ha paura di essere ascoltata, c'è anche chi si dispiace di non esserlo. Se non ti intercettano non sei nessuno, sei un poveraccio, mentre se lo fanno sei un vip". L'orecchio lungo degli intercettatori, che siano telefonici o fisicamente tangibili, secondo il professor Cantelmi sta prendendo sempre più la forma di una maxi-coscienza superiore, che osserva, controlla e giudica, e che può far precipitare in un solo momento dalle stelle alle stalle. Se prima i reality show avevano sosituito il talento nella strada per la notorietà, adesso basta la gogna pubblica per diventare una star. Chi è abituato a confidare al telefono, fisso o mobile, i suoi segreti più profondi deve solo scegliere se far tacere il cellulare, o se farlo squillare più di prima.

venerdì 16 febbraio 2007

Storture

stiamo verificando in questo periodo che dai vertici per finire ai dealer...
ultimamente nel gruppo telecom più di qualcosa "va storto"...

Suggerimenti...come no?

Piccola parentesi

"I tuoi suggerimenti - relativi all'attività che stai svolgendo o in genere all'intera organizzazione - sono sempre utili e ben accetti; sono a disposizione per questo i team leader, il coordinatore della tua attività e l'ufficio Risorse Umane che potrai sempre interpellare per qualsiasi necessità"

dalla SLIDE n°7 della presentazione aziendale datacontact ai dipendenti commessa TIM

ai posteri l'ardua sentenza

Performance




vi dirò la verità: ultimamente non riesco a capacitarmi di quale metodo si stia utilizzando nel calcolare le nostre famigerate...
****stelle****
$$ comincio a pensare male $$

giovedì 15 febbraio 2007

ESTernalizzare costa

Illegale l'esternalizzazione Telecom-HP
Come è noto i lavoratori Wind sono in stato di agitazione, con uno sciopero nazionale svoltosi il 5 febbraio che ha avuto una fortissima adesione, contro l'esternalizzazione del call center Wind di Sesto S. Giovanni, che verrebbe ceduto alla Omnia, un'azienda che utilizza soprattutto contratti a tempo determinato, part-time e con inquadramenti professionali inferiori a Wind.
Ora una buona notizia arriva per questi lavoratori: il Tribunale di Roma, con sentenza del 31 gennaio 2007, ha annullato l'esternalizzazione dei servizi di informatica interna di Telecom Italia, che circa 3 anni fa sono stati ceduti alla HP, obbligando Telecom alla riassunzione dei tecnici suoi ex dipendenti che hanno fatto causa.
Il giudice infatti ha ritenuto che si tratta di una "esternalizzazione" fittizia, perché comunque la nuova società HP DCS ha continuato a svolgere, esclusivamente per Telecom, la stessa attività di manutenzione dei sistemi informativi che i dipendenti svolgevano all'interno di Telecom con modalità operative pressochè identiche.
Questa sentenza segue altre che hanno riguardato l'esternalizzazione di altri servizi come l'immobiliare e la logistica, sempre sfavorevoli a Telecom Italia, e spiazza i sindacati confederali che avevano concordato e contrattato le cessioni.
Questa sentenza dimostra peraltro che, anche senza riformare l'articolo del codice civile che regola le cosidette "cessioni di ramo d'azienda", cioè le esternalizzazioni, ci sono ampi spazi legali per impugnare quelle che sono solo manovre per ridurre e pagare meno il personale.

fonte www.zeusnews.it 07.02.2007

sabato 10 febbraio 2007

Dalla deficienza all'efficienza

Tutto incomincia a Las Vegas il 18 dicembre, quando un’amica invia un pacco all’indirizzo di una ragazza genovese. Trascorrono i giorni fino a che il 10 gennaio viene recapitato nella cassetta della posta di quest’ultima un avviso di Poste Italiane ed in particolare una comunicazione per destinatario assente, con una crocetta ben evidente sulla cesella indicante il primo avviso di consegna e l’indicazione che sarebbe stato effettuato un secondo tentativo di recapito il giorno successivo. Mobilitati i parenti affinché qualcuno facesse in modo di trovarsi a casa a ricevere il pacco, trascorre il tempo senza che esso arrivi né quel giorno né quelli successivi. Fino al 16 gennaio quando la ragazza decide di contattare il call center di Poste Italiane per avere qualche notizia o indicazione sul da farsi. Gentilmente un operatore le rispondeva che il suo pacco sarebbe stato messo in consegna il giorno successivo, indicando l’orario: dalle 9.00 alle 18.00. Non si presenta nessuno e di nuovo non resta che contattare il numero verde dell’azienda dal quale si riceveva la stessa risposta e, purtroppo, anche lo stesso esito il giorno della consegna. Il 20 gennaio, invece, a sorpresa, la risposta del call center fu differente: dal servizio tracciatura veniva indicato che il pacco era stato rispedito al mittente, negli Stati Uniti, essendo ormai trascorsi i termini per il ritiro dopo il secondo avviso. A quel punto il disappunto è arrivato al massimo, non solo per i ripetuti tentativi che la ragazza aveva fatto di vederlo recapitare, ma soprattutto perché a lei non era mai arrivato tale secondo avviso di consegna! Non le restava, per fare chiarezza, che tentare di contattare di nuovo il call center ma tramite l’opzione destinatario assente e, di nuovo a sorpresa, la risposta al suo quesito diventava completamente diversa: non era vero che il pacco stava tornando al mittente, ma era in giacenza a Genova Bolzaneto fino a lunedì 22 gennaio, dove poteva ritirarlo personalmente. È a questo punto, che con un po’ di sollievo per avere comunque la possibilità di recuperare il pacco, scattano mail di protesta all’azienda e la segnalazione al Codacons Liguria. “E’ un diritto degli utenti poter usufruire di un servizio postale efficiente, ma non sempre esso viene garantito: basti pensare alla recente indagine condotta dall’associazione per verificare i tempi di consegna della posta prioritaria, quando esisteva ancora la differenza fra la tariffa da 0,45 euro e quella da 0,60. Ebbene, in quella occasione è risultato che il 45% delle lettere spedite non e’ arrivata a destinazione nei tempi prestabiliti”, commenta l’Avv. Diana Barrui, Presidente regionale del Codacons. “Ma la segnalazione porta alla ribalta anche un altro problema, quello dei call center. Sebbene sia apprezzabile che un’azienda metta a disposizione degli utenti un servizio per contatti ed eventuali reclami, e nel caso di Poste italiane il fatto che esso sia gratuito, occorre però che sia un sistema efficiente nel facilitare la risoluzione dei problemi evitando all’utente ulteriori sprechi di tempo ed energie per ovviare ad un disservizio di cui è vittima. Si deve invece valutare positivamente il fatto che Poste Italiane abbia introdotto un importante strumento a tutela degli utenti in casi di particolari controversie: sottoscrivendo un accordo di conciliazione con alcune associazioni dei consumatori fra cui il Codacons, l’azienda consente di ricorrere a questo sistema gratuito e rapido di risoluzione delle controversie”.

fonte quotidianoligure

venerdì 9 febbraio 2007

Dal librofonino al nulla


Non riesco a capacitarmi quando penso che ai suoi collaboratori TIM parrebbe imporre di non avere in postazione "telefonini", "libri"...(ma i territori -OT- non sono a conoscenza a quanto pare di questa "regola") quando oggi brandizza un apparecchio che li contiene entrambi e che magari in una qualche offerta "relax" ci toccherà in outbound dover proporre...magari con convinzione!
Dal post del 24/5/06
Mutatis mutandis (...) il padrone e i suoi operai. Una combinazione, anche questa, assolutamente unica nella storia del mondo occidentale, di autoritarismo e paternalismo. Alle Acciaierie di Terni, per esempio (inizi secolo XX) gli ordini di servizio erano severissimi: (...) si eliminavano i telefoni sulle scrivanie degli impiegati costringendoli, per qualsiasi comunicazione, a fare la coda davanti a un apparecchio a gettoni (...)
Estratto da Panorama, Fabbriche, 13/10/2005 in , D.S.Landes, The rise of capitalism, p.14, 1966
Telecom Italia lancia il "Librofonino"
Telecom Italia ha annunciato un accordo con Polymer Vision, azienda olandese attiva nell'industria degli schermi flessibili, per sviluppare e lanciare nel 2007 il primo cellulare al mondo con display estraibile. Il prodotto, chiamato "Librofonino", funziona con una normale SIM Card e consente l'accesso immediato a dati personalizzati, alla posta elettronica, alle news, alle mappe geografiche. Telecom Italia commercializzerà il prodotto in esclusiva in Italia.

lunedì 5 febbraio 2007

Trend

La soddisfazione dei clienti dei call center pare essere in calo.

Lo evidenzia il Global Contact Center Benchmarking Report 2007, che sarà pubblicato dopo la metà di marzo e di cui la società di servizi Dimension Data ha fornito alcune anticipazioni.
Il report del 2007, che contiente le opinioni e le analisi relativi alla riduzione mondiale dei livelli di customer satisfaction dei call center, così come i commenti su gli altri trend dei contact center, inclusi lo sviluppo multi-canale, il crescente utilizzo del self-service e l'adozione delle tecnologie Ip, indica che c'è stata una significativa riduzione dei livelli di customer satisfaction, indipendentemente dalle diverse aree geografiche, con un punteggio globale che è sceso al 68,3% rispetto al 82% evidenziato nel report dell'anno precedente.
Il più consistente calo di soddisfazione (del 22%) è stato registrato nell'area Asia Pacific, che è scesa dall'84% al 61,9%. Anche nel Nord America il livello di customer satisfaction si è abbassato, del 21,1%. In Europa i livelli sono diminuiti dell'8,6%, mentre in Africa e in Medio Oriente la customer satisfaction è scesa del 7,7%.
Cara Diemont, l'editor del Benchmarking Report di Dimension Data, ha rilevato che nonostante questi risultati siano a tutta prima negativi, fanno anche trasparire alcune informazioni e segnali positivi. All'interno del mercato dei contact center, infatti, l'attenzione si è focalizzata su una valutazione più matura della customer satisfaction oltre che su un approccio monodimensionale, verso un risultato più equilibrato. Tale approccio di misurazione più realistico potrebbe quindi spiegare il calo della satisfaction registrato in tutti i paesi.
Ma un altro dato ancora più preoccupante potrebbe essere rappresentato dall'abbassamento dei livelli di soddisfazione come conseguenza di un'esecuzione mediocre dei programmi.

Avvisi ai bagni

In un ufficio di pescara è stata fatta questa foto.
Forse che dovremmo adottarla anche noi nei bagni?
Dopo che un certo Giampaolo ci ha scritto tante istruzioni...

la foto è a libera interpretazione!

venerdì 2 febbraio 2007

Informazioni e imprese

Dite la verità, cari amici, quante volte vi/ci siamo lamentati in azienda di quanto deplora il famoso scrittore Alberoni? Molto probabilmente è all'opera uno dei tre fattori che troviamo in fine articolo...non sarebbe meglio farlo presente quando e per quanto possibile?

Il capo è silenzioso? Avete tre motivi per preoccuparvi

Ricordo che, a Trento, l'élite dirigente del movimento studentesco convocava l'assemblea all'ultimo momento, in modo che tutti quelli che potevano fare opposizione non fossero informati e non riuscissero ad arrivare in tempo. Un meccanismo di manipolazione efficacissimo nei movimenti studenteschi, sindacali, anarchici e rivoluzionari che considerano l'assemblea il massimo della democrazia. In realtà l'assemblea spontanea, caotica e senza regole rigorose di convocazione e di votazione consente il massimo arbitrio ai capi carismatici che riescono a far fare agli altri quello che vogliono. Ma l'accorgimento di non fissare le date per tagliare fuori gli oppositori viene talvolta usato anche nei consigli di amministrazione o nei Consigli di facoltà universitari. Ci sono alcuni che mandano la comunicazione in un ufficio dove il consigliere va solo raramente. Talvolta, lo inviano all'indirizzo sbagliato. Altre volte la lettera parte in ritardo così la colpa può essere data al cattivo funzionamento delle poste. Infine, ai propri si telefona per assicurarsi che siano presenti e agli altri no. Anche nel corso delle riunioni ci sono innumerevoli mezzi per non dare le informazioni più importanti. Alcuni capi tengono lunghi discorsi oscuri e vuoti, altri snocciolano elenchi di cifre da cui non si capisce quasi nulla mentre le informazioni vere, quelle che contano, se le dicono e le discutono fra di loro in privato, magari a casa propria o a cena. Alcuni grandi dirigenti sostengono che tenere riservate le informazioni in modo da decidere da soli è l'unico metodo per evitare perdite di tempo, fuga di notizie e ottenere rapidi risultati. Non è vero. Tutti i grandi imprenditori che ho conosciuto, anche quelli che, essendo i proprietari, potevano decidere senza consultarsi con nessuno, preferivano discutere a fondo i problemi con i loro collaboratori, sentire il parere degli esperti, sfruttare la creatività di chi lavora con loro. Sono giunto alla conclusione che chi non agisce così è perché ha una opinione esagerata di se stesso o perché ha qualcosa da nascondere. Ci sono anche imprese in cui tutti i funzionari si tengono ben stretto quanto sanno senza comunicarlo agli altri. Sembra che difendano un segreto di Stato. Ma la ragione è più semplice e più squallida. Tacciono per avere potere sui propri colleghi e per fare i propri affari privati con enti, fornitori, politici. Vi sono anche laboratori di ricerca in cui gli studiosi lavorano per conto proprio e non si scambiano i risultati ottenuti. Lo fanno perché sono invidiosi l'uno dell'altro, o perché sono indifferenti al risultato finale. Sempre con effetti catastrofici, visto che la scienza progredisce solo come opera collettiva in cui ciascuno parte dalle scoperte dei colleghi. Concludendo, quando vedete che non vi arrivano le informazioni per fare meglio, quando i dirigenti sono oscuri, quando incontrate gente che non sa discutere apertamente e lavorare insieme siate diffidenti. Vuol dire che è all'opera uno di questi tre fattori: o il capo è un megalomane dispotico, o la gente non è motivata, o fa i propri interessi personali e non quelli dell'impresa.

Paradossi

Guadagnano 1.050 euro al mese "con le notti e le maggiorazioni", quando va bene, ma finora accettavano questa miseria in cambio della sicurezza del posto di lavoro, a tempo indeterminato.
Ma fra un po' neppure lo stipendio a fine mese sarà garantito. Sono 275 i posti a rischio al call center della Wind a Sesto San Giovanni. La società telefonica, infatti, ha deciso di "esternalizzare" l'intera struttura per venderla a un'altra società, Omnia Network. Tecnicamente non è un licenziamento, perché i lavoratori non vanno a casa (almeno non subito), ma le sicurezze si riducono paurosamente. Il posto di lavoro, infatti, dipenderà dal rinnovo della commessa con Wind, che stipulerà con la società un contratto di due anni, rinnovabile. Se però fra 24 mesi l'operatore deciderà di cambiare fornitore, i 275 dipendenti finiranno in mobilità o in cassa integrazione. Per reagire i lavoratori, che hanno aperto anche un blog, hanno già scioperato una volta il 5 febbraio e torneranno a fermarsi il giorno 26, per tentare di aprire una trattativa che sembra disperata. Tutto nasce dal fatto che i dipendenti sono tutti a tempo indeterminato e quasi tutti full time: un costo "eccessivo" per la società in tempi di legge 30, staff leasing e lavoro in affitto usato a sproposito.
Forse noi clienti Wind dovremmo cominciare a minacciare disdette di massa per fare pressione sulla società. In fondo il call center di Sesto nel 2005 ha realizzato un utile di 56 milioni di euro.
Ha ricordato l'A.D. Dal Pino che il 2006 (primo anno che lo ha visto ai vertici dell'azienda WIND insieme al Presidente egiziano Naguib Sawiris), ha visto "la realizzazione dei primi utili nella storia della società con conseguente riduzione dell'indebitamento e ricavi, Ebitda e clientela in crescita".

"Nessuno più di me nel mio Paese fa del bene più di me per poveri e malati (...) ogni volta che un politico mi dice -non cacciare quest'uomo- è licenziato" (Sawiris).
Nel suo Paese, appunto.

fonte 02blog vedi anche l'espresso 9.2.2006 p.66

giovedì 1 febbraio 2007

Dal programma dell'Unione

Dal programma di Governo 2006-2011 pagina 162:

"La regolamentazione del lavoro interinale dovrà esser rivista, anche considerando la impostazione legislativa definita dal precedente governo di centrosinistra. Inoltre, ci impegniamo a rivedere la normativa in merito agli appalti di opere e di servizi e alla cessione del ramo d’azienda, spesso utilizzata in modo fittizio per aggirare le tutele dei lavoratori attraverso il meccanismo delle esternalizzazioni: la disciplina va ricondotta alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese appaltatrici. Inoltre, riteniamo che le attività della pubblica amministrazione che garantiscono i diritti tutelati costituzionalmente ed i relativi servizi debbano essere parte integrante dell’intervento pubblico e non siano esternalizzabili."