martedì 31 luglio 2007

Licenziamenti (3)

Anche altrove, cari amici, succede da sempre che...

Il blog pueblounido scrive: "La questione è vecchia, la solita storia del COLPIRNE UNO PER EDUCARNE CENTO è scientificamente collaudata".

Così continua poi l'invito del sindacato FIAT:
Il nostro compito adesso, come COMPAGNI, DIRIGENTI SINDACALI, LAVORATORI TUTTI, è sostenere il lavoratore nella sua battaglia legale e sindacale per il reintegro e il risarcimento oltre a combattere e battere i datori che licenziano, maltrattano i lavoratori, fanno i prepotenti. (Oggi) MARTEDI 31 luglio 2007 dalle ore 13.30 alle ore 14.30 (si terrà un) SIT-IN DAVANTI ALLE PORTINERIE DELLA FIAT di TERMOLI

Solo che verificare l'abisso di differenza nella partecipazione dei lavoratori ad attività di giuste proteste...fa cadere le braccia. Ben diverso infatti in datacontact, dove ci si limita a modesti vocii di corridoio dato che "anche i muri ascoltano", continuando a tenere il "salame sugli occhi". Un grafico ci aiuta a capire come, per valutare il clima interno, la (eventuale) passività è il primo indice di "allarme rosso".

I blocchi di partenza e quelli alla partenza

La nuova tariffa europea per il roaming internazionale e’ ai blocchi di partenza: Vodafone è partita ieri, Wind parte oggi, Tim il prossimo 6 agosto, mentre 3 Italia attende la scadenza del 30 agosto. Dopo una battaglia durata oltre un anno, la commissione europea, è risucita a far approvare dal Consiglio dei ministri comunitario la nuova norma che ha costretto le compagnie telefoniche ad abbassare le altissime tariffe di roaming entro i confini europei. In sostanza l’eurotariffa prevede che da questo momento ogni telefonata internazionale effettuata tramite cellulare tra due Paesi della UE non possa superare i 58,8 centesimi al minuto e quella ricevuta 28,8 centesimi. Queste cifre comprendono gli scatti alla risposta e tutte le altre spese aggiuntive.
Come al solito, Vodafone in pole position, TIM penultima. Fonte e riepilogo lo trovate qui
Speriamo solo che...non si avveri ancora una volta il detto "fatta la legge, trovato l'inganno".
Rendi unica la tua estate...come recita la pubblicità (in foto) di TIM: quasi come a dire "continua a pagare il vecchio roaming finchè non ci organizziamo anche noi".

giovedì 26 luglio 2007

Libertà è partecipazione

ecc....
Date le temperature e la voglia di mare, forse non è il caso di fermarsi a riflettere troppo a lungo. Ugualmente, però, rivolgiamo un invito che non costa nulla a noi, né a chi lo riceve: fateci sentire la vostra voce più spesso; proprio adesso che si pensa a “staccare la spina” per le vacanze.
Non crediate di essere soli: siamo in tanti e siamo ugualmente convinti di ciò che facciamo, i numeri lo dimostrano quotidianamente.
Anziché parlarcene solo per telefono o via e-mail, esprimete il vostro pensiero anche qui.
Anonimato garantito!
"Forse per questioni anagrafiche, mi trovo in un momento di riflessione, direi quasi di bilancio. Non a caso il mio ultimo album si intitola “La mia generazione ha perso”. Direi che oggi prevale un senso di amarezza per le sconfitte della mia generazione. Del resto con Luporini abbiamo sempre cercato di parlare e di riflettere attorno ai nostri slanci e alle nostre utopie ma anche intorno a ciò che ci faceva male, che creava disagio a noi e forse, anzi sicuramente, non soltanto a noi. Cercando di interpretarlo e di capirlo, quel male.
Oggi più che a una evoluzione positiva dell'individuo, mi sembra di aver assistito a un suo mutamento direi quasi antropologico. E vedo un uomo sempre più sopraffatto e totalmente in balia della violenza del mercato. E mi chiedo a cosa siano serviti i nostri slanci, le nostre utopie, i nostri ideali, le nostre ribellioni, le nostre trasgressioni.
Purtroppo devo rispondere constatando che non siamo stati migliori dei nostri padri e non credo possiamo costituire un esempio attendibile e autorevole per i nostri figli. Siamo scesi in piazza per contestare, anche con violenza, le dittature politiche del mondo, ma abbiamo perso di fronte all'unica dittatura che ha realmente trionfato: quella del mercato. Almeno i nostri padri la Resistenza l'avevano fatta davvero.Noi non siamo stati capaci di resistere alla finta seduzione del consumo, anzi, ne siamo stati complici per quanto inconsapevoli. Credo sia importante riconoscere i propri errori e le proprie sconfitte, perché comunque la consapevolezza e l'onestà intellettuale rimangono valori fondamentali. E in ogni caso ammettere la propria sconfitta è indispensabile per poter ripartire con maggior chiarezza e con nuovi slanci vitali. Sandro e io abbiamo una fiducia illimitata nelle potenziali risorse dell'individuo e questa potrebbe essere la nostra fede. Laica, naturalmente."
Giorgio Gaber
Milano, marzo 2002
(a cura di V. Pattavina, "Giorgio Gaber - La libertà non è star sopra un albero", Einaudi, Torino 2002)


La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
(G.G. - 1972)

mercoledì 25 luglio 2007

chi ha orecchie per intendere... (ma è già troppo tardi)

Oggi vi chiedono le 8 ore. Qualcuno sa dirmi se le orecchie reggono otto ore di fila per 2 ANNI a questi ritmi? Qualcuno sa dirmi se i locali in cui lavoriamo sono “a norma”? Chi mi pagherà le visite mediche per i danni all'udito e alla vista, o alle corde vocali, oppure ai polmoni?
Domani vi chiederanno di spostare le ferie perché (loro, che si sono impegnati con Tim) devono far fronte ai “picchi stagionali” di attività.
Ci pagheranno le maggiorazioni per notturno/festivo come previste per legge? Quanti di voi hanno letto con attenzione il nuovo contratto?
Alcuni di noi hanno già chiesto di tornare al vecchio contratto a progetto di 6 ore circa, perché economicamente pari all'attuale contratto, ma 10 volte meglio per la salute!
Odio ammettere che i nostri “ex-colleghi” avevano ragione, ma la realtà dei fatti parla per loro, ora che non ci sono più.


copia/incolla in blocco note, o in un comune file word, poi scegli pure il carattere che preferisci...

martedì 24 luglio 2007

Se Sparta piange, Atene non ride.

Il Pollino brucia a causa di ignoti.
La Murgia arranca sotto il sole “africano”.

Come tradizione vuole, prima delle partenze per le ferie estive, diamo uno sguardo alle previsioni meteo per questa settimana (dal 24 al 28 Luglio).
Gli esperti parlano di temperature in calo, ma almeno per ora non si direbbe.
E se le temperature sono un problema, l'approvvigionamento idrico fa parlare di emergenza.
Di immediata evidenza la “tropicalizzazione” del versante ionico-adriatico.



La nostra città soffre il caldo "con dignità", attestandosi su temperature min/max tra 18°C e 34°C, con un tasso di umidità oscillante tra il 16% ed il 58%.
La vicina Puglia boccheggia, ricorrendo - sulla scorta dei recenti accordi tra Acquedotto Pugliese e Lucano - all'aumento dei volumi di prelievo dai bacini nostrani.
Temperature record e tassi di umidità (che aumentano le temperature percepite) senza paragoni: Bari come Tripoli.
La città pugliese fa registrare temperature min/max tra 21°C e 32°C, con tasso d’umidità oscillante tra il 76% ed il 93%.
Chi mastica la materia potrà confermare il dato, quantomeno inusuale, che spinge a similitudini tra il capoluogo adriatico e la capitale libica.

C’è chi sta già pianificando le ferie con partenze “intelligenti”.
Un consiglio ai colleghi in partenza: fate scorta di bevande fresche da consumare durante il viaggio.

Chiarimenti vs Oscuramenti



Leggete un pò questa insolita notizia, incredibile finchè si vuole ma...sicuramente una risposta ufficiale ben più onesta degli ufficiosi (ma in cuffia non sempre poi così velati) commenti ascoltati da componenti del nostro Back Office 119 del tipo "questo cliente" o... "i clienti" (in genere) sono spesso solo dei rompic... giusto per non dover scomodare qualche collega di 2° livello o sforzarsi di capire la 'ratio' di norme di processi interni che però non sono state di sicuro pensate per andare in sfavore del cliente!

La lettera recitava, più o meno: “nonostante gli sforzi fatti per risolvere i suoi problemi, il numero di chiamate effettuate da lei al nostro call center ci hanno fatto comprendere di non essere capaci di soddisfare le vostre esigenze”.
Per questo, Sprint Nextel, smetteva di supportarli e li consiglia vivacemente di cambiare provider entro il 30 luglio per mantenere lo stesso numero di telefono.
Sprint Nextel ha anche chiarito che non si è trattato di un errore del computer ma di una scelta ponderata in base a una ricerca durata sei mesi sul numero di chiamate e sul tipo di informazione richiesta.

da la stampa 10.7.2007

Gli operai in pole position e i nostri provincialismi

Scendono gli annunci per "operatore di call center" (nel 2005 sono state pubblicate 14 mila offerte, mentre nel 2006 poco più di 4 mila). Al quarto posto del barometro si colloca l'"operaio", sempre dato per scomparso, come i panda. Invece proprio in fabbrica si trova lavoro: le inserzioni per queste figure professionali, specializzate e non, sono aumentate in maniera clamorosa (più 48% in due anni).
Ma in un paese in cui la buona vecchia raccomandazione non passa mai di moda, ecco che resta poco spazio per trovare lavoro con un annuncio di giornale, figurarsi con il tanto raccomandato curriculum europeo.
All'estero non è così: sull'Economist, come sull'Herald Tribune, si trovano annunci per "urbanisti", "direttori generali" della World Bank, "professori universitari" e "illustratori". In effetti, nei paesi anglosassoni, se chiedete a qualcuno come ha trovato lavoro, nove su dieci vi risponderà con un semplicissimo: "I applied".
Sintesi della ricerca ISFOL, su Repubblica 8.7.2007

lunedì 23 luglio 2007

Il tallone di Achille e il naso proprio

Il rapporto con il personale, quello che è il tallone di Achille di chi lavora nell'outsourcing, è un invece un punto di forza per Comdata, ovvero il rapporto con il personale. "Risparmiare sul costo del lavoro non produce risultati nel tempo – spiega Paolo Carminati, responsabile marketing dell´impresa - ma solo collaboratori demotivati. Noi invece investiamo nella valorizzazione dei dipendenti. Siamo stati tra i primi a rispondere alle sollecitazioni del ministro Cesare Damiano e ci poniamo l´obiettivo di portare i lavoratori a tempo indeterminato oltre la soglia 50%, oggi ferma al 49%; mentre il 30% dei contratti è a termine e il resto è interinale"
E...datacontact? Pare non guardi oltre il proprio naso! Forse che la lunghezza dell'organo olfattivo possa facilmente costituire un alibi?

Il crimine non paga(va)...

Tutti ad Altamura!!!
Si festeggia con:
� Peculato
� Spionaggio politico o militare
� Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato
� Concussione
� Corruzione per atti d'ufficio
� Corruzione in atti giudiziari
� Istigazione alla corruzione
� Abuso d'ufficio
� Violenza o minaccia a pubblico ufficiale
� Resistenza a pubblico ufficiale
� Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità
� Millantato credito
� Usurpazione di funzioni pubbliche
� Abusivo esercizio di una professione
� Falsa testimonianza
� Frode processuale
� Evasione
� Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone
� Violazione di sepolcro
� Vilipendio di cadavere, occultamento, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere
� Istigazione a delinquere
� Associazione per delinquere (salvo articoli 600, 601, 602 c.p.)
� Devastazione e saccheggio
� Incendio
� Naufragio, sommersione o disastro aviatorio
� Disastro ferroviario
� Rimozione od omissione dolosa o colposa di cautele contro infortuni sul lavoro
� Avvelenamento di acque o sostanze alimentari
� Commercio o somministrazione di medicinali guasti
� Delitti colposi contro la salute pubblica
� Falsificazioni
� Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri
� Manovre speculative su merci
� Turbata libertà dell'industria o del commercio
� Aggiotaggio
� Insider Trading
� Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli
� Sottrazione consensuale di minorenni
� Omicidio
� Infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale
� Istigazione al suicidio
� Lesione personale
� Abbandono di persone minori o incapaci
� Omissione di soccorso
� Sequestro di persona (escluso quello a scopo di estorsione)
� Violenza o minaccia per costringere a commettere reato
� Minaccia
� Violazione di domicilio
� Violazione di corrispondenza
� Intercettazioni di comunicazioni informatiche o telematiche
� Furto
� Furto in abitazione e furto con strappo
� Rapina
� Estorsione
� Truffa
� Circonvenzione di persone incapaci
� Fabbricazione o commercio non autorizzato di armi
� Maltrattamento di animali
� Ricettazione
� Riciclaggio
� Impiego di denaro di provenienza illecita

Cari amici e colleghi, invece di rimanere nella nostra bella città a soffrire la canicola e le chiamate di vacanzieri succubi delle promozioni Tim, andiamo ad Altamura: dichiariamoci tutti domiciliati nella “città del pane” e iniziamo a commettere uno dei reati (sopra elencati) per i quali è previsto il beneficio dell’indulto.
Poi, torniamo a rispondere alle nostre care chiamate e il gioco è fatto: contratto a tempo determinato (indeterminato, se avete le amicizie giuste), stipendio e integrazione salariale con “bonus-indulto” da 450 euro al mese!

INCENTIVI PER REINSERIMENTO AL LAVORO PER BENEFICIARI INDULTO

Incentivi ai beneficiari dell’indulto, coinvolti in percorsi di inserimento al lavoro sotto forma di sostegno al reddito erogati in assegni mensili di 450 euro per i mesi di durata del tirocinio con vincolo di frequenza. Lo prevede un progetto che il Ministero del Lavoro promuove d'intesa con quello della Giustizia.

Ne dà notizia l'assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Altamura.

Il progetto sperimentale intende sviluppare le politiche attive del lavoro, per sostenere l’occupabilità e l’inserimento dei beneficiari dell’indulto stesso al fine di favorire l’inclusione sociale. Per le imprese che assumono i tirocinanti a tempo determinato di almeno 12 mesi o a tempo indeterminato, verranno assegnati a titolo di incentivo, per ogni persona assunta, alcune formule di agevolazioni; incentivi all’assunzione di 1000 euro; il residuo della somma non ancora percepito dal tirocinante se assunto prima del termine dei tirocini: coperture assicurative e infortuni a carico di Italia Lavoro quale promotore dei tirocini e tutoraggio di facilitazione in modo da garantire un adeguato supporto nello sviluppo dell’intervento.
Tali incentivi sono cumulabili a quelli previsti a livello territoriale.
Saranno utilizzati: i servizi per il lavoro (per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro), i tirocini formativi, misure di sostegno al reddito nell’ambito dei progetti di inserimento lavorativo e agevolazione all’impresa.
Tutte le imprese e le cooperative sociali di tipo B possono fornire la propria candidatura ed assumere informazioni presso la sede di Italia Lavoro – Bari (tel. 080.5498111) o presso la sede dei Servizi sociali di Altamura, corso Umberto I 99 (tel.: 080.3107403).

venerdì 20 luglio 2007

Scalini e "scaloni"

Qualcuno di voi, dovendo raggiungere Datacontact, ha mai contato i gradini delle scalinate che s'inerpicano fino al "Contact Bar"?
Era del 1995 la proposta di far salire l’età anagrafica utile per andare in pensione (d’anzianità) ad almeno 54 anni... Un'inezia!
Il disegno di legge targato “Berlusconi 1” portava la firma dell’allora ministro del Tesoro, l’on. Lamberto Dini.
Oggi cosa è cambiato? Solo i numeri.

Corriere della Sera
di Domenico Comegna - 20 luglio 2007

Per le donne non cambia quasi nulla, assegni più leggeri per i giovani
Riforma delle pensioni: ecco cosa succederà.
Il provvedimento prevede un sistema misto di scalini e quote per andare in pensione.

Dal 2008 e fino al giugno 2009 per ottenere la pensione di anzianità, oltre ai 35 anni di contributi, occorrerà aver compiuto anche 58 anni di età. Dal 1° luglio del 2009 saranno introdotte le cosiddette quote, ossia la possibilità di sommare il requisito anagrafico (non inferiore a 59 anni) con quello contributivo, partendo da quota 95. Le donne continueranno ad andare in pensione di vecchiaia una volta raggiunti i 60 anni; mentre dal 2010 saranno rivisti al ribasso i coefficienti che trasformano in pensione la somma accumulata durante la vita lavorativa per chi avrà la pensione con il calcolo contributivo. E’ questo, in sintesi il quadro che emerge dalla lunga trattativa governo-sindacati svoltasi nella notte tra giovedì e venerdì.
LE QUOTE - La proposta del governo e accettata dai sindacati prevede l’innalzamento di un anno (58 i dipendenti e 59 gli autonomi) della soglia anagrafica per un periodo di 18 mesi, seguita dal 1° luglio del 2009 dall’introduzione delle famose quote. In altre parole, fermo restando l'introduzione delle due nuove finestre stabilite con la riforma Maroni (mentre si studia affinché restino le attuali 4 finestre per chi si pensiona con 40 anni di contributi), dal 2008 la pensione di anzianità si potrà ottenere combinando:
- 35 anni di contributi e 58 anni di età (59 artigiani e commercianti) dal 1° gennaio 2008 al 30 giugno 2009;
- raggiungendo quota 95 (con età non inferiore a 59 anni i dipendenti e 60 gli autonomi) dal 1° luglio 2009 al 31 dicembre 2010;
- raggiungendo quota 96 (con età non inferiore a 60 anni e 61 gli autonomi) dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2012;
- raggiungendo quota 97 (con età non inferiore a 61 anni i dipendenti e 62 gli autonomi) dal 1° gennaio 2013.
Prima di far scattare la quota 97, sarà effettuata una verifica della spesa, per cui potrebbe, se le cose vanno bene, rimanere la quota 96 anche dopo il 2013. Inalterati, infine, il requisito alternativo dei 40 anni di contribuzione, che prescinde dall'età anagrafica, e i requisiti richiesti per coloro che svolgono lavori usuranti (verrà stilato un apposito elenco di queste attività per le quali si pensa siano interessati 1,4 milioni di lavoratori), i quali continueranno ad accedere al pensionamento anticipato combinando 57 anni di età e 35 di contributi. DONNE E GIOVANI - Nulla di nuovo sull’età di vecchiaia per le donne che resta quindi fissata a 60 anni. Anziché la paventata ipotesi di portare la soglia anagrafica gradualmente a 62 anni, per le lavoratrici si è scelta la possibilità (da definire) di introdurre delle «finestre» di uscita programmata, come da tempo avviene per la pensione di anzianità. Un marchingegno per ritardare di 3 o 6 mesi l’effettivo pagamento dell’assegno pensionistico. Dal 2010, infine, scatteranno i nuovi coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione con il metodo contributivo, la pensione che percepiranno i giovani, coloro cioè che hanno cominciato a lavorare dal 1° gennaio 1996 in poi. Non si tratta di una vera e propria novità, in quanto già la legge Dini del 1995 ne prevedeva la revisione ogni 10 anni, sulla base dei risultati dell’andamento demografico. Cosa che nel 2005 non è però avvenuta. I nuovi coefficienti, messi a punto dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale già nel luglio del 2006 e che saranno rivisti automaticamente ogni tre anni, prevedono la riduzione del 6-8% di quelli attuali.

Cari amici e colleghi, dallo staff di DATA...Che ci siamo (a noi tutti) un sincero "in bocca al lupo"!

Cimentatevi pure ragazzi

Cari amici lettori e colleghi,
rivolgiamo un invito soprattutto ai lettori più affezionati, che non fanno mai mancare la loro visitina quotidiana.
Cimentatevi pure a suggerire nuovi post che vorreste veder comparire, o anche per comunicare i motivi della vostra vicinanza.
La nostra email è lì per questo e attende i contributi di tutti.
Forniteci notizie (curiose o seriose poco importa) in tempo reale. Domani potrebbe essere già troppo tardi!
Rimandare per pura paura, anche se al momento scambiate questo silenzio per prudenza, non ripaga nessuno del duro impegno che ci viene chiesto!
In ogni caso, okkio!

mercoledì 18 luglio 2007

Un omaggio che non è un insulto

Un’altra sentenza su cui discutere
Il «vaffa...» non è insulto. Lo dice la Cassazione

VIA LIBERA a frasi come «me ne fotto», oppure «è un gran casino» e il più classico «vaffa...». «È l'uso troppo frequente, quasi inflazionato, delle suddette parole che ha modificato in senso connotativo la loro carica». Lo dice la Cassazione, che vi si sofferma - nella sentenza 27996, con cui assolve un consigliere comunale di Giulianova (Teramo) - con un'analisi non solo linguistica, ma anche sociale. Il politico abruzzese era accusato di ingiuria perché aveva mandato a quel paese il vicesindaco durante un consiglio comunale. Ma la V Sezione Penale della Cassazione ha ribaltato la sentenza del Tribunale d'Appello de l'Aquila affermando che vi sono «talune parole ed anche frasi che, pur rappresentative di concetti osceni o a carattere sessuale, sono diventate di uso comune ed hanno perso il loro carattere offensivo». Pronti i commenti: «Non è più un reato? E allora sai che consumo, d'ora in poi...», ha detto l'allenatore Carletto Mazzone che nel 2001 si rese protagonista di un alterco con la curva dei tifosi dell'Atalanta, dal quale scaturì una delle più famose mandate a «quel paese» del pallone. Cauto, invece, il linguista Tullio De Mauro: «Bisognerebbe provare con gli stessi giudici di cassazione, e, incontrandoli, apostrofarli appunto con un bel, cordialissimo vaffanculo. Non credo proprio che gradirebbero. Fuori contesto è assurdo affermare che certe espressioni siano diventate di uso comune e abbiano perso il loro carattere offensivo». Per i Supremi giudici, comunque, a causa «certamente di un impoverimento del linguaggio», mandare a quel paese una persona non è più un'offesa; piuttosto è traducibile in una frase del tipo «non voglio prenderti in considerazione» oppure «lasciami in pace». Così come anche la più scurrile «me ne fotto» corrisponderebbe, in realtà, ad un meno colloquiale «non mi cale». Occorre, però fare una precisazione, dicono i giudici della V sezione penale: «quanto esposto è senza dubbio condizionato dal contesto in cui si inseriscono le parole citate. È evidente che se queste vengono pronunciate dall'interessato nei confronti di un insegnante che fa un'osservazione o di un vigile che dà una multa, esse assumono carattere di spregio; diversa è la situazione se esse si collocano nel discorso che si svolge tra soggetti in posizione di parità ed in risposta a frasi che non postulano manifestazione di specifico rispetto». Nel caso specifico il consigliere comunale alle parole del vicesindaco «ci si deve vergognare di essere comunisti» aveva semplicemente espresso «in modo volgare» la sua insofferenza. La giurisprudenza, a proposito di parolacce, ha già espresso pareri favorevoli: risale al 1995 il primo via libera del «vaffa», da parte di un pretore di Biella che aveva archiviato un litigio tra vicini. Le frasi di oggi si aggiungono così al vocabolario di «non offese» che la Cassazione si è trovata a dover stilare negli anni. Dalla parola «coglione» nell'aprile del 1999 (I sezione penale), alla più recente sentenza sulla frase «sporco negro» (dicembre 2005). Non sono più reato anche le parolacce tra automobilisti adirati (giugno 2002) e ormai dal febbraio 2005 anche una ex moglie può dire al suo ex marito, senza conseguenze, «fatti i c... tuoi».
fonte iltempo.it

Ai gentili e raffinati ma quantomai scaltri:"un insulto non è un insulto"… ma ecco che in questa esperienza carnevalesca sfoggio finalmente le mie tradizioni di cartapesta lagunare, quindi dedico (sia chiaro, artigianalmente – in tutte le lingue -) "questo mio omaggio" direttamente dal CUore, alle care ormai compiante mascherine preferite.. anche la cartapesta a volte tossisce (o erano le pulci?!?!?!?) ma questa è un’altra storia…
(.. ricordavo una frase infantile... roba tipo... specchio riflesso... aimè, il tempo impietoso annuvola i ricordi però nutre la maturità… ma le maschere non hanno età, quindi: non (Ti) resta che il ricorso in cassazione! Enjoy)

Arraffare

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la lady di Ferro che fa (tra) ballare l'Italia

lunedì 16 luglio 2007

Prima che sia troppo tardi

Giusto un mese fa compariva questa lettera su NOL che riprendiamo.
Contratti di lavoro precari, il caso di Datacontact a Matera
Scritto da Pasquale Dibenedetto

Ci sarebbe troppo da scrivere per riassumere il caso che sta creando un pericoloso precedente in Italia: Datacontact. Un call center, con sede legale a Matera, che lavora non esclusivamente, ma in misura sempre più rilevante, su commessa riguardante la telefonia mobile (Tim), e che dice di aderire al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Terziario-Distribuzione e Servizi. Le aziende che lavorano nel campo delle Telecomunicazioni (anche “su commessa”, come i call center), di solito, adottano per i propri dipendenti il Contratto collettivo delle Telecomunicazioni e non quello destinato al settore del commercio e della grande distribuzione.
In questo modo, caso unico in Italia, tutti i co.co.pro Inbound (solo gli inbound!) saranno gradualmente riportati al Ccnl menzionato, con la qualifica di addetto alla vendita di 2° categoria, anche se in realtà non vendono nulla. Con un contratto a tempo determinato di 24 mesi (la stessa durata della commessa Tim) con uno stipendio decurtato per i primi 12 mesi del 20% e nel secondo anno del 10%.Che fine fanno questi soldi? Datacontact ha reso noto che li "redistribuirà" sotto forma di incentivi alla produttività in misura massima del 15%. A chi? la soluzione della decurtazione della busta-paga, prospettata come metodo di salvaguardia della competitività sul mercato, è stata avallata soltanto da un sindacato: l'Ugl. Se questo non significa scaricare sui lavoratori il rischio d'impresa...
Sono di pubblico dominio i "numeri" della stabilizzazione: 300, forse 500 dipendenti (guardacaso, tutti impiegati nella commessa Tim). Gli unici a vedersi "contrattualizzare" saranno proprio loro (l'azienda, intanto, parla solo di numeri, senza indicare nomi e cognomi) 300/500 “risorse” su 1300. Le tre maggiori sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, che a Roma, al tavolo di confronto con l'azienda, hanno addirittura abbandonato le trattative, data l'improponibilità delle scelte aziendali) hanno parlato di "scippo" dello stipendio.
Parlatene, rendete la cosa di pubblico dominio. Aiutateci, prima che sia troppo tardi.
Un ex-collaboratore Datacontact
apparso su notizie-on-line venerdì, 15 giugno 2007 14:36

sabato 7 luglio 2007

Nome e cognome: il reclamo del garante

Quante volte colleghi si sono scandalizzati quando ho riferito che la privacy dell'operatore, quando bisogna dare il proprio nome, non c'entra un fico secco! Come al solito non ho fatto altro che usare il buon senso, a dispetto dei legalisti di turno. Oltre ad aver (quanto doverosamente lo verifichiamo ora) precorso i tempi. Ora giunge non inaspettata una doverosa precisazione del Garante. Sarebbe ora di finirla col bussare a case altrui (telefonicamente parlando) spacciandosi per una "Maria o Antonio" qualsiasi. O vogliamo emulare una tra le peggiori abitudini dei venditori door-to-door (un inglesismo per chiamare i venditori solitamente giovanissimi sguinzagliati dalle agenzie di vendita indiretta) ossia non lasciare un proprio recapito?
Auspico una regolamentazione simile per le chiamate in inbound, però.
Inoltre ecco che finalmente il Garante si sofferma anche su quelli che in TIM definiamo "numeri di esigenza". Speriamo si estirpi l'altra cattiva abitudine, anche se inculcata dai TL, ad aprire quanti meno reclami possibili, salvo non si tratti di effettiva one call solution. Una tale abitudine infatti, presa alla lettera, abbiam avuto modo di sperimentare quanto sia contraria ad un lavoro di qualità: colleghi "senza scrupoli" comunicano al cliente di aver inoltrato reclamo...mentre non corrisponde al vero! Cosa si genera? Stress dell'operatore successivo, sfiducia del cliente, e perdita di incentivi per outsourcer e compagnia bella. Per non parlare poi di particolari reclami le cui tracce ritroviamo completamente cancellate! Eh si, cari amici, i maghetti che ci sovrastano possono fare anche questo, a quanto pare.

Questa la notizia d'agenzia

Roma, 7 lug. - 'Attese, disservizi e pubblicita': 'Alt al labirinto dei call-center'', scrive la Repubblica, dedicando spazio all' intervento dell' Authority in tutela dei consumatori. 'Il lavoro degli addetti ai call-center e' abbastanza ingrato, faticoso - osserva il quotidiano romano -. Ma certo non e' semplice la vita delle famiglie, degli anziani, dei ragazzi che entrano in contatto con questi centralinisti del nuovo secolo, quando li chiamano, quando ne sono chiamati. Ne e' convinta l'Autorita' per le Comunicazioni che ha scritto la carta dei nostri diritti. Il testo e' ancora provvisorio, ma l'Autorita' lo approvera' entro l'anno, a meno di ritardi, imprevisti o pigrizie. Curatore del provvedimento e' il commissario Magri'. (...) Inoltre, ogni nostro reclamo dovra' avere un numero che lo identifichi, utile a rintracciare la pratica anche per avere notizie e aggiornamenti. Infine, chi chiama per farci un' offerta, dovra' dare nome e cognome e chiarire quale sia la societa' per la quale chiama. Dovra' informarci anche sul diritto di recesso'.

Sviluppo vs sottosviluppo

E mentre Datacontact disinveste fregandosene senza scrupolo alcuno di chi lascia a casa dopo aver spolpato ben bene...qualcun altro a pochi passi investe come si conviene ad aziende in crescita.
(AGI) - Roma, 6 lug. - La francese Teleperformance investe in Italia 2 milioni di euro per assumere piu’ di 1.700 lavoratori a tempo indeterminato in un contact center in Puglia. Lo rende noto Sviluppo Italia, riferendo che e’ stato formalizzato oggi in via definitiva dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Puglia, da Sviluppo Italia e da SR Teleperformance, tramite la consociata italiana In & Out, il contratto di localizzazione per la realizzazione di un contact center a Taranto.
continua su agi

Un nodo importante da sciogliere

Conoscevamo già da tempo la spinosa questione...ma non è mai troppo ripeterlo!

(AGI) - Roma, 6 lug. - Nella valutazione della qualita’ dei call center, bisogna dare piu’ responsabilita’ ai committenti. Lo dichiara Alessandro Genovesi, segretario nazionale di Slc-Cgil commentando lo schema di direttiva dell’Agcom sui call center. “Rappresenta un importante provvedimento - afferma - che non potra’ non avere ripercussioni sulla qualita’ occupazione nei call center”.“Riservandoci una successiva valutazione piu’ approfondita e non escludendo di partecipare alla consultazione indetta da Agcom, alcuni aspetti dello schema di direttiva, che nel complesso giudichiamo positivamente, sollevano qualche interrogativo e riflessione”, continua. Ad esempio, la riduzione del tempo di risposta “e’ un obiettivo legittimo dei consumatori e degli utenti, che come sindacato non possiamo che condividere e che portiamo anche noi avanti da tempo, ma sara’ difficilmente raggiungibile senza un miglioramento delle condizioni professionali degli addetti dei call center, sia in outsourcing che interni alle grandi imprese. La domanda che allora ci poniamo e’: i grandi committenti saranno conseguenti con tale impostazione, pena l’essere penalizzati da graduatorie pubbliche sulla qualita’ dei loro sistemi di customer care? Ce lo auguriamo fortemente perche’ occorrera’ maggiore formazione (anche al fine di garantire risposte piu’ adeguate e precise) e sicuramente, se si vorranno ottenere elevati standard di qualita’ e risposte in tempi brevi, occorreranno maggiori operatori, cioe’ nuove e massicce assunzioni”.

http://www.consumatori-oggi.it/archives/00010375.html

V-Day

Iscriviti al Vaffanculo Day
Sappiamo tutti benissimo a chi o cosa si riferisca l'iniziativa di Beppe Grillo e dei vari MeetUp.
Nel nostro caso, invece, ci vuole un V-Day tutto materano.
Tutto dedicato alla nostra azienda, a noi stessi e a chi "permette" che accadano certe cose.
Ci vuole un pò di autocritica: l'appello è rivolto a chi ne è capace, a chi ne sente il bisogno e a chi lo farebbe anche solo per onestà intellettuale.
Abbiamo tutti sotto gli occhi le varie buste-paga.
Sappiamo tutti quante ore di lavoro ci attendono.
Vogliamo tutti lavorare, ma nel pieno rispetto di diritti fondamentali e non sotto la scorta di parole che servono solo a mascherare la realtà.

venerdì 6 luglio 2007

Vicende gonfiate ad arte

I colleghi estensori (non più di due, secondo indiscrezioni) di una delle più strane e atipiche "lettere aperte" mai scritte da dipendenti di una media azienda ai sindacati non mancheranno di approfondire l'autore da loro stessi citato.
Basta leggerla anche solo una volta per cogliere quanto abbiano appreso proprio dallo stile di questo artista, esercitandosi in tronfie impennate, a quanto pare gradite a Warhol.
Come non rimpiangere, nel confronto, il "primo" Umberto Bossi (1994), a proposito del quale si parlò del suo caratteristico priapismo verbale.
Da oggi al 12 luglio 2007 infatti la Fondazione SoutHeritage di Matera ospita una retrospettiva sull'opera video-filmica di Andy Warhol, attraverso la quale il pubblico ha la rara opportunità...

In particolare: il film-culto di Andy Warhol è Blow Job (la fellatio dei latini) del ’63. Per 35 minuti viene inquadrato il volto di un uomo percorso da impercettibili espressioni: nelle prime inquadrature si è intravisto un altro uomo inginocchiato davanti a lui (...).
Il senso profondo del film è nella dichiarazione di Andy: «Mi piacciono le cose che si gonfiano e si drizzano». (da il domenicale, 20.11.2004)

giovedì 5 luglio 2007

Anche il consumatore-tipo non assolve

"Caro operatore di callcenter, io sono dalla tua parte quando fai le battaglie contro il precariato, contro il padronato, contro lo sfruttamento. Sono convinto che la mercanzia della tua fatica ti venga costretta da situazioni infelici e solo in rarissimi casi tu sia volontariamente impiegato in una posizione che ti consente flessibilità e orari atipici.
Credo che le aziende sino ad oggi si siano approfittate di varchi normativi, riuscendo ad inquadrare dei rapporti di subordinazione in contratti CoCoCo e CoCoPro. Adesso che INPS si è accorta delle aberrazioni compiute sin ora, le aziende piangono miseria e disgrazia, non avendo mai voluto trarre un valore a lungo termine dalla forza impiegatizia che hanno deciso di utilizzare.
Questo però non ti assolve. Io inizio ad odiarti ogni giorno di più. Tu tratti i miei dati personali e sei tenuto a rispettare la legge. Invece ti comporti come il peggiore dei truffatori di strada. E l’altro ieri, l’hai fatta grossa..."

(continua su girodivite, scoperto il 19.6.07 da L.Tassinari)

mercoledì 4 luglio 2007

Tra mille contraddizioni

Uno sfogo pervenutoci in email

Ciao watchdog, oramai quando qualcuno mi fa domande circa il contratto che hanno firmato e che inizia a far riscaldare un pò tutti... io rispondo male.
Sono già stanchi di questa porcata fatta di 8,30 ore di lavoro e soprattutto della mezz'ora rubata. Vengono e mi dicono che sono stanchi, che possiamo fare. Io rispondo: ci sono i sindacati. Cosa dice UGL? Niente. Rivolgetevi ad un altro sindacato.
Già CGIL, CISL e UIL si sono presi l'impegno quando non era tesserato nessuno e siete andati contro, adesso pretendete che vengano a leccarvi i piedi? Se avete bisogno sapete dov'è. Per ulteriori info... pagate la tessera e fatevi tutelare. Le capre, le pecore e le persone che hanno paura non sono più ammesse nel 2007. E vaffanculo.
Vogliono essere tutelati, non vogliono sborsare neanche 5 euro, allora andate a pagare i dottori per le lesioni che l'azienda vi sta procurando e non vi rendete conto. Giusto? Rispondo loro soltanto così, perchè sono deficienti e come tali devono essere trattati.
Aspettano... aspettano come i c.....ni cosa? Non si sa...
La novità poi dello smantellamento della ZTL per l'istituzione di fasce orarie con parcheggio ridotto ad un'ora con disco orario? La risposta dell'azienda è: nel contratto che loro hanno firmato non è previsto il parcheggio nei sassi.
Doppiamentre inculati. Basta guardarli in faccia gli assunti. Stanno crollando psicologicamente.

Vorremmo offrirle un posto come operatore...

Come vi dicevo allarmato qualche giorno fa ecco cosa significa in tantissimi casi "è richiesta una precedente esperienza": che finisci per essere sottoutilizzato, sottopagato, senza nemmeno il pudore di comprendere il curriculum che si ha tra le mani!
La parabola di Patrizia, da super-ingegnere a precaria
di FLAVIA AMABILE

ROMA - Patrizia De Pasquale era in auto quando ricevette la telefonata. Il codice della strada non è tenero con chi parla al cellulare, ma Patrizia era una cassaintegrata, aspettava la chiamata di alcune aziende per trovare un lavoro. E allora, quando il telefonino squillò, rispose. Una voce femminile, per conto di un call-center. Tono cortese, quasi allegro, di chi sta per dare una buona notizia. Abbiamo ricevuto il suo curriculum, vorremmo offrirle un posto come operatore...». Un attimo di silenzio da parte di Patrizia, poi le viene spontaneo lanciare un «Vaff...», giusto in tempo per afferrare con entrambe le mani il volante, frenare di botto e evitare un incidente.

Strategie perdenti.
Se qualcuno del call-center avesse realmente letto il suo curriculum avrebbe notato, proprio sotto la voce «Esperienze lavorative», una frase che in uno stile più formale diceva questo: «Dall’8 gennaio 2001 ho progettato il primo call-center aziendale per il maggior gruppo di telecomunicazione dell’Italia dell’epoca, la Tecnosistemi Spa, e quando è entrato in funzione ne sono diventata la responsabile». Ora, è chiaro, che se uno i call-center li ha progettati, non è detto che sia felice di vedersi proporre un posto da operatore, a 6-700 euro al mese, per lavorare cinque ore al giorno, cinque giorni a settimana, tre minuti di chiamata al massimo, 36 secondi di pausa per poi ricominciare a offrire sconti, tariffe, vini, telefoni, libri. Aveva in mente altro, Patrizia, quando aveva mandato il suo curriculum al call-center. Lo aveva anche specificato: voleva lavorare per «ottimizzare il loro call-center», prometteva di aumentare del 30 per cento il loro fatturato in un anno. (...) Come premio, Patrizia ottenne anche la nomina a responsabile della gestione della sua creatura. Ecco che cosa c’era dietro quel «Vaff...» lanciato alla donna così gentile che le proponeva di diventare una centralinista. Patrizia non era una studentessa alla ricerca di un lavoro per pagarsi l’università, di anni ne aveva 32 e la laurea l’aveva presa molti anni prima con il massimo dei voti. Visto che dopo la laurea aveva anche frequentato un master in Business Strategy e dunque di strategie se ne intendeva, capì che la sua era completamente sbagliata. E’ vero, aveva perso il lavoro. Ma non per colpa sua. La Tecnosistemi era fallita per una complicata vicenda su cui è anche in corso un processo e lei, un giorno del 2002, si era ritrovata all’improvviso in cassa integrazione. Come un operaio metalmeccanico. Non se la prese poi troppo. «Un lavoro lo trovo subito», si disse. Perché Patrizia non solo non era un operaio metalmeccanico, ma era un fior di laureata: Ingegneria elettronica, lode e bacio accademico, mica Lettere antiche o Giurisprudenza. Lavorava da anni nell’unico settore in espansione: la telefonia. E’ vero, era originaria di Messina, ma da tempo viveva a Milano e sul curriculum l’aveva scritto bello grosso: «Disponibile a trasferte e/o trasferimenti in Italia e all’estero». Aveva 32 anni, ma per un manager con la sua esperienza l’età poteva essere una stelletta in più da porre sulla sua maglia. Patrizia iniziò a spedire curriculum in tutt’Italia. Ottomila ne spedì, in tre anni. Ricevette tre offerte. Quella del call-center che la voleva come operatore era l’ultima. La prima arrivava da un’azienda di servizi: le chiedevano di riorganizzare l’intero service post-vendita, ma senza darle il ruolo di responsabile. «Sarebbe stato come lavorare per nulla, il mio capo si sarebbe attribuito tutti i meriti e poi mi avrebbe mandato via», spiega. (...)

Consigli «scorretti»
Niente più curriculum, buoni solo per i cestini delle aziende. La sua nuova filosofia: «Creare la propria porta e sperare che gli altri vengano a bussare». Ha scritto un romanzo, che pubblicherà da sola a settembre. Si intitola Uno straccio di potere, racconta una storia che ricorda molto la sua. Poi ha creato un blog. Si chiama Hagar Blog (http://www.hagar.beeplog.it/). Lì ha fondato la Hagar Business School, una scuola on-line, una sorta di master gratuito per consentire a tutti di imparare a fiutare, creare, proteggere e modellare nel tempo un business vincente. E’ arrivata alla settima lezione e ha raccontato già molte cose «economicamente scorrette» sulle aziende e i loro manager, ma fondamentali da sapere se si è alla ricerca di un posto di lavoro o si vuole proteggere quello che si ha. Un giorno, dopo aver visto in tv il ministro del Lavoro Cesare Damiano parlare di call-center, gli ha scritto una lettera. Un lungo sfogo contro il ministro che «ha un’abitudine: quella di gloriarsi della trasformazione dei contratti a progetto dei call center in contratti a tempo indeterminato. Sottolinea spesso il fatto che lì dentro ci sono moltissimi laureati di ogni tipo, persino architetti o filosofi». Non è il genere di frasi che Patrizia e i tanti dal curriculum ineccepibile e dal lavoro precario amino sentire. «Non è questo che i vostri padri vi hanno lasciato in eredità e non è questo che noi vorremmo in eredità dai nostri padri. Perciò, ministro, mi chiedo se non sia il caso di tornare in tv e chiedere scusa a nome del governo per avere infelicitato la vita di decine di migliaia di giovani che un tempo sognavano di fare il medico, l’ingegnere, il filosofo, l’avvocato e l’economista e che, grazie a voi, adesso non vivono più. Sopravvivono e basta». Il ministro è avvertito, Patrizia aspetta una risposta. In nome di decine di migliaia di giovani senza più sogni. Dopo anni di studi, condannati a sopravvivere come lei.
fonte (continua su) la stampa, 2.7.2007

Licenziamenti (2)

Ringrazio watchdog per il coraggio nell'apertura del blog al pubblico.

A un mese esatto dal tragico licenziamento, con più solleciti a richieste di incontrare la dirigenza, per un "sereno" confronto, nessuna risposta è mai arrivata. Anzi, come una dilagante "macchia d'olio" altre persone dello staff si negano persino al telefono.
Evidentemente, se non si fosse avuto nulla da nascondere, l'atteggiamento sarebbe stato ben diverso.
Prudentemente ho atteso dunque prima di informarvi su ulteriori particolari. Meditate gente, meditate! Semplicemente questo.

"Allora... peraltro, insomma, sarò abbastanza breve. Io ti volevo comunicare che è scaduto oggi... le 30 giornate, le 30 giornate di collaborazione con oggi terminano e l'azienda non intende più rinnovarti il contratto. Quindi, con oggi si chiudono...per te il contratto di collaborazione e non ti riapriremo più il contratto a progetto. Semplicemente questo." (C.P., 4.6.2007, ore 19)

lunedì 2 luglio 2007

Una tradizione capovolta

L'uno contro l'altro, amici. E' ciò che, direttamente o indirettamente, sembriamo vivere anche noi. Un paradosso, sicuramente, scaturito in buona parte dalla situazione sui generis di una contrapposizione che l'azienda vorrebbe far percepire come nata altrove!

Una strategia che sempre più persone stanno comprendendo quanto si dimostri pubblicitaria e utile a distogliere lo sguardo per non dover rispondere delle proprie responsabilità.
Una vita a tempo determinato "Tirare avanti senza sogni"
Esistenze da precario e interinale
di MONICA PEROSINO

TORINO - Molti di loro, ormai, non si lamentano neanche più. Accettano, sperano, lottano. Lottano, non più contro il sistema o il «padrone», ma l’uno contro l’altro. Per la sopravvivenza. È la generazione dei lavoratori di call center, il gradino più basso del precariato. La brutta faccia della flessibilità. Vanno avanti con contratti a progetto, di somministrazione, di consulenza, a tempo determinato, dove il tempo sono anche 4 ore soltanto. A Torino e in provincia, nel primo trimestre del 2007, si sono firmati 81.055 contratti di lavoro. Peccato che di questi ben più della metà siano a tempo determinato o di somministrazione. Contratti che, se sei fortunato, ti danno da lavorare per tre mesi, nei casi peggiori solo per una manciata di ore. Poi a casa, ad aspettare la «chiamata». Quello che si chiamava «lavoro interinale» per la legge Treu 196 del 1997, poi abrogata, si trasformò in «contratto di somministrazione» con la legge Biagi 276 del 2003. Proprio lui, il contratto di somministrazione, quello che esiste dal 16 marzo del 1942, da quando c’è il codice civile attuale. Quello che si stipula tra utente e, ad esempio, l’azienda del gas, dell’energia elettrica, dell’acqua: una volta si somministravano solo cose, ora anche persone. Insomma, con il contratto di somministrazione l’agenzia interinale «somministra» lavoratori alle ditte. Facile aggirare la legge, che prevede la possibilità di rinnovare il contratto a tempo determinato solo una volta: «Il meccanismo è semplice - spiega Malvina Franceschelli, 25 anni, studentessa e lavoratrice precaria in un call center - anche se è difficile capire cosa ti sta succedendo se non hai conoscenze in diritto del lavoro». Malvina ha iniziato con un tempo determinato di tre mesi, poi con un rinnovo di altri tre mesi, poi una proroga di 15 giorni. Le avevano promesso il tempo indeterminato e, invece, alla scadenza del secondo contratto gliene hanno fatto firmare un altro di tre mesi: questa volta, però, non era più dipendente dal call center, ma da una agenzia interinale, o meglio, da un’«agenzia di somministrazione di lavoro». «Ora, dopo due anni, faccio sempre lo stesso lavoro, nello stesso posto, ma sempre a tempo determinato. Buffo, no? E con questo contratto di due mesi, il quinto, sono passata alla terza agenzia interinale». La cosa che pesa di più ai lavoratori precari è, naturalmente, l’incertezza per il futuro, ma non solo: «Ci trattano come operai alla catena di montaggio - dice Francesca M., 34 anni, addetta al call center di un importante operatore telefonico - ma magari mi assumessero in fabbrica. Ho paura quando mi devono rinnovare il contratto, ho paura di arrivare in ritardo, di sbagliare qualcosa, di non sorridere al mio responsabile nella maniera giusta. Non posso più neanche sognare una vita normale. È pesante, ed è tutto legale» (...).

domenica 1 luglio 2007

Altre situazioni incandescenti

Veleni al Call center, 25 in ospedale

Panico a Teleperformance. Impianti di climatizzazione in tilt con fuoriuscita di vapori di olio che ha causato malori a 25 dipendenti, molti dei quali operano nella stanza D. Bruciore al naso e alla gola, arrossamento degli occhi e alcuni messi KO da una lipotimia. Sintomi tipici da intossicazione acuta. L’allarme è scattato intorno alle 10.30. Sul posto sono piombati i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri. In venticinque hanno dovuto far ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale. Viavai di autoambulanze del 118 sotto il coordinamento del dottor Giuseppe Turco.

continua su tarantosera, 28.6.2007

E' il turno della maleducazione dei clienti

Riprendo uno sfogo che tante volte avremmo voluto far giungere ai nostri cari clienti. Ringraziamo Beatrice di averlo fatto da un pulpito così seguito.

Italiani maleducati con gli operatori dei call center

Cari Italians, da quando ho inziato a lavorare in un call center, mi sono resa conto di quanto sono arroganti, prepotenti e maleducati gli italiani. Quando rispondono, al 99% delle volte non dicono mai buongiorno o buonasera, il chiedere pe favore o per piacere poi non esiste proprio, e il ringraziare tanto meno. E una volta che hanno avuto le informazioni che gli interessano ... non perdono tempo a sbatterti il telefono in faccia senza nemmeno ringraziare e salutare. Ma la gente che chiama i call center, pensano che dall'altra parte ci stiano degli schiavi? Gente che non merita un po' di rispetto? Nemmeno un saluto? E se solo un operatore, dopo essere stato offeso, tenta di far capire che non è colpa sua o che non è educato alzare il tono di voce, il cliente non perde tempo ad offendere ancora di più, urlando come un pazzo isterico, e ovviamente sbattere il telefono in faccia. Per non commentare poi il fatto che: danno per scontato che noi operatori ci troviamo dove vivono loro, che le frazioni dei comuni sono direttamente dei comuni, e che alcune persone (e mi spiace ammetterlo) non sanno parlare l'italiano, ma soprattutto comprenderlo. Le persone non sanno cosa sia lo spelling, non capiscono che a causa di una cuffia si possa capire "Roma per Toma" (quante volte magari chiedono Roma, noi per sicurezza richiediamo conferma "toma?" e loro si' si'... questo dimostra il difetto che la cuffia può dare, ma che il cliente non comprende). Non sono qui per offendere, vorrei solo far capire alla gente cosa subiscono gli operatori telefonici. Meritiamo anche noi un po' di gentilezza e rispetto! Siamo anche noi esseri umani! Anche perché se potessi mettere al posto mio tutte le persone che ci hanno offesi, dato degli incompetenti, sbattuto il telefono in faccia, di certo non saprebbero nè avere la pazienza che abbiamo noi, nè la velocità nel trovare le richieste. Spero che la gente che legge questo messaggio, si possa mettere una mano sulla coscienza, e magari provare ad essere più cordiale la prossima volta che chiama un call center.
Grazie,
Beatrice V.

da lettere al corsera, 28.6.2007

Linee guida esplicative legge Bersani

Nuove linee guida dall'Authority che riguardano anche la telefonia.
Qui il pdf