
Giusto due mesi fa nella famosa rubrica 'pubblico & privato' Alberoni ci ricordava quanto sicuramente molti sanno in coscienza ma che dimenticano quando si trovano in pubblico o, come accade in questo periodo, nelle 'tornate elettorali'.
Uomini geniali, scontrosi, difficili. E indispensabili
di Francesco Alberoni
Ci sono maestri che non sopportano che un loro allievo emerga e possa, un giorno, essere più famoso di loro. Vi sono direzioni di giornali che non sopportano autori che eccellono per la loro fama personale. E vi sono ideologie contrarie allo sviluppo di forti personalità autonome, che non credono che il progresso possa avvenire grazie ad individui eccezionali, ma solo grazie al lavoro di molti uomini comuni.
Ora è certamente vero che il progresso scientifico è il prodotto di uno sforzo collettivo in cui ogni singolo scienziato dà un contributo che, in un certo momento, può rivelarsi essenziale. E che lo sviluppo economico è dovuto a milioni di imprenditori e lavoratori che creano ricchezza. Ma non vi è dubbio che, in tutti i campi, è indispensabile il contributo dell'individuo geniale che guarda dove nessuno pensava di guardare, che sintetizza nella sua mente fatti che altri non avrebbero mai unificati. Senza Galileo poteva passare un secolo prima che qualcuno potesse formulare la teoria del moto dei gravi e, senza Einstein, lo spazio-tempo. Pensiamo poi ad artisti come Dante e Shakespeare che, da soli, hanno plasmato un modo di pensare e una lingua e a cosa sarebbe la musica senza Bach, Mozart o Beethoven.
Queste grandi personalità sono complesse, fragili, qualche volta poco capite dai genitori, dallo sposo e perfino dai figli. La gente li sente diversi e loro spesso si sentono soli. A volte diventano scontrosi.
In realtà sono così assorbiti dai loro sogni da apparire ingenui, preda dei mediocri che vogliono impossessarsi di ciò che hanno creato e attribuirsene il merito.
Studiando centinaia di biografie si resta sconcertati vedendo quante difficoltà, quanta ingratitudine abbiano raccolto persone a cui avremmo dovuto riconoscenza.
E che hanno affrontato la vita animati solo da un sogno, da un ideale.
È perciò assolutamente sbagliato confondere questi grandi personaggi con gli «uomini del potere» sia esso politico, economico o mediatico. Costoro troneggiano prepotenti ed arroganti, esigono l'ossequio e gli onori, mentre i grandi spiriti creativi sono di solito riservati e schivi. Chi li ha incontrati è quasi sempre rimasto colpito dalla loro umiltà, dalla loro semplicità e dalla loro gentilezza. Vi ascoltano con attenzione, capiscono il vostro problema e rispondono in modo elementare e chiaro. È a questo tipo di persone che dovremmo guardare, è da loro che dovremmo imparare.
di Francesco Alberoni
Ci sono maestri che non sopportano che un loro allievo emerga e possa, un giorno, essere più famoso di loro. Vi sono direzioni di giornali che non sopportano autori che eccellono per la loro fama personale. E vi sono ideologie contrarie allo sviluppo di forti personalità autonome, che non credono che il progresso possa avvenire grazie ad individui eccezionali, ma solo grazie al lavoro di molti uomini comuni.
Ora è certamente vero che il progresso scientifico è il prodotto di uno sforzo collettivo in cui ogni singolo scienziato dà un contributo che, in un certo momento, può rivelarsi essenziale. E che lo sviluppo economico è dovuto a milioni di imprenditori e lavoratori che creano ricchezza. Ma non vi è dubbio che, in tutti i campi, è indispensabile il contributo dell'individuo geniale che guarda dove nessuno pensava di guardare, che sintetizza nella sua mente fatti che altri non avrebbero mai unificati. Senza Galileo poteva passare un secolo prima che qualcuno potesse formulare la teoria del moto dei gravi e, senza Einstein, lo spazio-tempo. Pensiamo poi ad artisti come Dante e Shakespeare che, da soli, hanno plasmato un modo di pensare e una lingua e a cosa sarebbe la musica senza Bach, Mozart o Beethoven.
Queste grandi personalità sono complesse, fragili, qualche volta poco capite dai genitori, dallo sposo e perfino dai figli. La gente li sente diversi e loro spesso si sentono soli. A volte diventano scontrosi.
In realtà sono così assorbiti dai loro sogni da apparire ingenui, preda dei mediocri che vogliono impossessarsi di ciò che hanno creato e attribuirsene il merito.
Studiando centinaia di biografie si resta sconcertati vedendo quante difficoltà, quanta ingratitudine abbiano raccolto persone a cui avremmo dovuto riconoscenza.
E che hanno affrontato la vita animati solo da un sogno, da un ideale.
È perciò assolutamente sbagliato confondere questi grandi personaggi con gli «uomini del potere» sia esso politico, economico o mediatico. Costoro troneggiano prepotenti ed arroganti, esigono l'ossequio e gli onori, mentre i grandi spiriti creativi sono di solito riservati e schivi. Chi li ha incontrati è quasi sempre rimasto colpito dalla loro umiltà, dalla loro semplicità e dalla loro gentilezza. Vi ascoltano con attenzione, capiscono il vostro problema e rispondono in modo elementare e chiaro. È a questo tipo di persone che dovremmo guardare, è da loro che dovremmo imparare.
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