sabato 30 giugno 2007

Maschere

Ancora una volta il mensile aziendale “Gente che… contact” delude le aspettative.
Ancora una volta, gli editoriali lasciano trasparire una politica aziendale “populista” nei confronti degli operatori, senza tralasciare le consuete lagne per la difficile situazione che riguarda in questo periodo tutti i competitors del settore (quelli che vogliono salvaguardare la “qualità”), non dimenticando i recenti “incidenti di percorso” che hanno rallentato il normale cammino di Datacontact. Eppure, ancora non si desidera che chi presta il proprio lavoro sappia effettivamente cosa succede ai “piani alti”.
Nessun cenno sulle reali intenzioni dell’azienda: tutto è rimandato ad una probabilità, ad un “eventualmente”, alla possibilità del rinnovo di commessa. Con le solite rassicurazioni sul futuro radioso che attende l’azienda, se solo riusciremo a mantenere il clima sereno e familiare che ci ha sempre contraddistinti.
A proposito di clima sereno, a me viene in mente il caos del 2 maggio!
E così siamo costretti ad attendere l’esame della prima busta-paga per renderci conto di cosa ci aspetta.
Una disamina più attenta sui singoli articoli del “periodico che…contact” la faremo più in là, in appositi post.
Intanto, sul nostro blog sono fioccati commenti a proposito e a sproposito.
Quasi a scongiurare il pericolo che uno spazio aperto al confronto potesse degenerare in una sorta di “presa della Bastiglia” nostrana, si sono registrati interventi più o meno scomposti, tesi a imbavagliare la critica anti-aziendale.
Non sono mancati, per fortuna, anche inviti al dialogo e confronti duri, ma sempre orientati alla chiarezza.
Purtroppo, tutto ciò continua a mancare su quello che avrebbe dovuto fungere da strumento principe della “comunicazione” in azienda.
Strano che non ci sia neppure un trafiletto firmato dal celeberrimo “uomomaskerato”.
Siamo sicuri che un suo diretto intervento sul “monoaurale” paper aziendale non susciterebbe lo stesso fervore registrato sul blog? Peccato che continui a firmarsi col suo vero nome nei corsivi su carta patinata e, contemporaneamente, abbia deciso di non scrivere più sugli appositi spazi telematici che offriamo liberamente a tutti i collaboratori (ed ex) dell’azienda.
Che bisogno c’è, dunque, di nascondersi dietro una maschera?
Nascondere la propria identità lo si fa principalmente per due motivi:
1) poter dire ciò che si vuole senza tema di ritorsioni dirette.
Allora, dorma pure sonni tranquilli e mascherati. Non perderemmo mai tempo nell’attuare la morale della favola di Esopo “L’aquila e lo scarabeo”.
2) amplificare l’eco delle sue comunicazioni, approfittando dell’effetto “spersonalizzante” che solo una maschera può fornire.
In tal caso è opportuno ciò che si leggerà in appresso.

Dato che in più occasioni ha ribadito di preferire i “fatti” alle parole, proviamo a stuzzicarlo un po’, magari il prossimo numero di “Topolino che..contact” riporterà articoli un po’ più personali; opinabili o meno, ma sempre ottimi per una serena e pacata discussione che tale voglia definirsi.
Allo scopo, riportiamo un interessante analisi su vari passi de “L’interpretazione dei sogni” di Sigmund Freud (1899).
E chissà che il nostro Pëtr Petrovič Lužin in maschera non venga allo scoperto.

**Già nella Interpretazione dei sogni (1899) Freud aveva mostrato - in maniera estremamente brillante e suggestiva - l'azione dei contenuti rimossi nell'inconscio. L'antichità classica aveva visto nei sogni delle profezie, la scienza dei tempi di Freud li aveva abbandonati alle superstizioni. Ma Freud li ha voluti portare all'interno della scienza: "Sembrava assolutamente impossibile che qualcuno, il quale avesse compiuto seri lavori scientifici, potesse rivelarsi poi un "interprete di sogni". Non tenendo però conto di una tale condanna del sogno; considerandolo invece come un sintomo nevrotico incompreso, alla stessa guisa di un'idea delirante o ossessiva; prescindendo dal suo contenuto apparente e, infine, facendo oggetto della libera associazione ciascuno dei suoi diversi elementi, si giunge ad un risultato del tutto diverso". Il risultato fu che nel sogno c'è un contenuto manifesto" (quello che si ricorda e si racconta quando ci si sveglia) e un "contenuto latente" (quel senso del sogno che l'individuo non sa riconoscere: "ma, dove va la testa!").
Ebbene, proprio questo contenuto latente "contiene il vero significato del sogno stesso, mentre il contenuto manifesto non è altro che una maschera, una facciata ". (...) Lo psicoanalista è anche, e spesso soprattutto, un "interprete dei sogni; deve rifare il cammino verso il contenuto latente del sogno, contenuto "sempre pieno di significato" a partire dal contenuto manifesto spesso del tutto insensato. La tecnica analitica, per mezzo di libere associazioni, "permette di individuare ciò che è nascosto". E nelle radici nascoste dei sogni noi troviamo impulsi rimossi che il sogno, data la diminuita vigilanza esercitata dall'io cosciente durante il sonno, cerca di soddisfare: "Il sogno (...) costituisce la realizzazione di un desiderio", di un desiderio che la coscienza reputa magari vergognoso e che "è proclive a ripudiare con stupore o con indignazione". In conclusione: "il sogno è la realizzazione (maschera) di un desiderio (rimosso)".
(…) I sogni sono completamente egoistici. Ogni volta che il mio io non appare nel contenuto del sogno, ma c'è solo qualche sconosciuto, posso ritenere con sicurezza che il mio io si cela mediante l'identificazione con questa persona; posso inserire il mio io nel contesto. Altre volte, quando il mio io appare nel sogno, la circostanza in cui appare può farmi capire che c'è qualche altra persona nascosta dietro di me per identificazione. In tal caso il sogno dovrebbe ammonirmi di trasferire su me stesso, durante l'interpretazione, l'elemento comune nascosto, che si riferisce a quella persona. Ci sono dei sogni in cui il mio io appare insieme ad altre persone, che, quando si risolve l'identificazione, risultano essere di nuovo il mio io. Grazie a queste identificazioni dovrei quindi essere in grado di portare il mio io a contatto con determinate idee la cui accettazione è stata proibita dalla censura. Quindi il mio io può essere rappresentato in un sogno parecchie volte, ora direttamente, ora mediante la identificazione con persone estranee.
Molto spesso l'inversione viene impiegata proprio nei sogni che sorgono da impulsi omosessuali repressi. I commenti su un sogno, o le osservazioni apparentemente ingenue, spesso servono a mascherare una parte di quanto si è sognato nella maniera più sottile; ma in realtà la tradiscono.**

Figura professionale: operatore di call center

Riprendo la scheda dei "Servizi per l’Impiego" della città di Verona redatta in modo analitico e davvero utile, direi.

Figura professionale
Operatore di call center
Settore / settori di inserimento
Servizi alle aziende

A - PRESTAZIONI IDEALI
Risultati attesi dalla sua prestazione
Si occupa di ricevere le chiamate inbound (in entrata) e di fornire informazioni sul prodotto/servizio oggetto della vendita. In particolare la sua prestazione è tesa alla promozione e vendita telefonica di un prodotto/servizio e all’assistenza post–vendita al cliente
Attività svolte
Le attività svolte riguardano:
- Fornire informazioni sul prodotto/servizio
- Promuovere e vendere un prodotto/servizio
- Assistenza telefonica alla clientela
- Gestione delle telefonate in entrata e in uscita
- Attività di back–office
Tra i suoi compiti rientrano:
- Ricevere e gestire le chiamate inbound
- Gestire i contatti con l’esterno in un’ottica Customer care (Assistenza al cliente)
- Qualificare e individuare le richieste del cliente
- Smistare le chiamate indirizzandole verso il settore aziendale più appropriato in relazione ai bisogni del cliente
- Gestire la trattativa telefonica con il potenziale cliente
- Gestire i reclami e risolvere i problemi tecnici relativi all’utilizzo del prodotto/servizio (prima assistenza post-vendita)
- Attività di back office relativa alla gestione della clientela: elaborare, registrare, archiviare, aggiornare documenti di natura economica e commerciale (es. contratti, pagamenti, riscossioni, insolvenze, fatturazioni)
Strumenti utilizzati
Le risorse da utilizzare sono:
- Telefono
- Sistemi per la trasmissione dati (Fax e Posta Elettronica)
- PC + Programmi per la gestione dei clienti e per l’archiviazione
- Sistemi informatizzati per la gestione delle chiamate
Relazioni intrattenute (interne ed esterne all’azienda)
Si rapporta con:
- Colleghi
- Clienti
- Responsabile Servizio Clienti
- Team Leader
Ambito di decisione (direttivo, tecnico-gestionale, operativo)
E’ un ruolo di supporto operativo. Riporta gerarchicamente al Responsabile degli Operatori del Call Center (Team Leader) o al Responsabile Servizio Clienti


B - COMPETENZE DISTINTIVE
Cosa deve conoscere
􀂾 Conoscenza dei prodotti/servizi
􀂾 Conoscenza delle tecniche di vendita telefonica
􀂾 Conoscenza delle tecniche di comunicazione interpersonale e telefonica
􀂾 Dimestichezza con il computer e con i sistemi elettronici utilizzati
􀂾 Conoscenza delle lingue straniere (in strutture che operano in contesti
internazionali)
Cosa deve saper fare (abilità)
􀂾 Predisposizione alle relazioni interpersonali e capacità di comunicazione
􀂾 Capacità di gestire il rapporto con la clientela (reclami, problemi in fase di vendita e post–vendita)
􀂾 Capacità di ascolto attivo
􀂾 Capacità di persuasione
Come deve porsi (atteggiamenti)
􀂾 Orientamento alla vendita (piglio commerciale)
􀂾 Flessibilità
􀂾 Disponibilità verso la clientela (possedere un’ottica di Customer Care)
􀂾 Tolleranza allo stress
􀂾 Orientamento al risultato
􀂾 Precisione e attenzione
􀂾 Buona capacità organizzativa


C - REQUISITI E PROSPETTIVE PROFESSIONALI
Requisiti di accesso

Scolarizzazione o formazione
Il titolo di studio non è vincolante. E’ preferibile il diploma di scuola superiore preferibilmente in materie umanistiche
Esperienza professionale
Può costituire elemento preferenziale una breve esperienza nel settore vendite o assistenza alla clientela
Prospettive professionali

Inquadramenti funzionali raggiungibili
- Team Leader (Coordinatore degli Addetti al Call Center)
- Mobilità interna verso ruoli professionali di area commerciale
Figure professionali assimilabili
Le figure prossime sono:
- Operatore telemarketing /teleselling
- Addetto al front office
- Operatore Customer Service
Elementi di criticità

Reperibilità della figura
Si rileva una certa tensione nella reperibilità della figura, collegata con la motivazione scarsa alla copertura di questo ruolo
Adeguatezza della figura in uscita dai percorsi formativi e
scolastici

Non vi sono percorsi scolastici specifici. Il possesso delle abilità necessarie per svolgere tale ruolo è strettamente legato all’esperienza e alle caratteristiche personali (orientamento al cliente e alla vendita)
Livello e cause di tensione tra domanda e offerta
L’elemento maggiore di tensione dipende dalla scarsa appetibilità del ruolo, legato alla remunerazione economica e alla modesta soddisfazione personale che esso generalmente riserva

giovedì 28 giugno 2007

Outbound – Gli schiavi moderni

Links:
http://www.beppegrillo.it/2006/04/gli_schiavi_mod_3.html http://www.beppegrillo.it/2007/06/lo_schiavo_outbound.html#comments http://www.arcier.it/UserFiles/ar24_10_06n_36.pdf

(foto di lutherblisset71)

Ancora nulla sul fronte delle assunzioni per chi è stato “spostato” in outbound.
Ancora si crede che un accordo-beffa con un sindacato di comodo (l’UGL) possa giustificare l’esistenza di un progetto che non esiste?
Il progetto quale sarebbe? Eseguire a comando centinaia di telefonate per la promozione di servizi a pagamento o per raccogliere dati personali?
Chi ha sottoscritto un tale progetto con il committente? Forse l’operatore?
Cosa c’è di progettuale nel chiamare una persona a casa o sul cellulare per vendere qualcosa?
Dove starebbe l’indispensabile “apporto personale ad alto contenuto specialistico” richiesto dalla realizzazione di un progetto che si rispetti?
Forse l’operatore viene selezionato in base alle sue doti interlocutorie (vedi l’alta percentuale di laureati o laureandi), ma questo rientra nelle “tecniche di vendita”, non nelle peculiari abilità e competenze che portano un “libero professionista a ideare, creare, pianificare e gestire con mezzi propri” un progetto complesso come quello della vendita mirata di un prodotto ad un preciso gruppo di utenti, possibili acquirenti.
Mi vengono in mente le numerose campagne outbound nelle quali il prodotto da vendere e la lista dei clienti da contattare sono individuati e “skillati” ad hoc dal committente, non certo dall’operatore.

Ecco un esempio di ciò che si trova in un call-center come tanti altri.
E il pensiero corre agli ambienti quasi sempre illuminati artificialmente (tranne che d’estate) dei fields dei piani superiori.

Cristian Manno, realizzatore del corto la Fabbrica dei Polli, ha risolto il problema affidando la telecamera a un’amica, telefonista del call center Data Contact di Lecce, che ha realizzato le riprese per lui. L'idea era quella di «rappresentare luoghi chiusi, continuamente illuminati a neon anche di giorno». Ispirandosi al regista Weissman, che riuscì a rubare immagini dai manicomi statunitensi degli anni ‘60, Cristian ha realizzato questo video come tesi di laurea in antropologia filmica. «Un occhio meccanico che filma un campo chiuso, dove la telecamera diventa discreta, quasi impercettibile ai telefonisti che meccanicamente pronunciano quelle formulette magiche per strappare un contratto ai clienti», racconta Cristian. Ma che tipo di persone avete incontrato? Le percezioni dei due registi sono diverse. «Il mito dell'uomo che si fa da solo, radicato nel ricco Nord-Est» dice Pellarin «non esiste più. La gente che ho incontrato, ma anche quella che si è negata alle mie interviste, si vergognava di dire la propria occupazione. È un modo come un altro di ammettere la propria sconfitta. Ma quello che traspariva era un senso di solitudine, di non riuscire a comunicare con gli altri sulla propria condizione». Cristian nel call center, da ‘antropologo’, ci trova una comunità, «gente che cerca di coltivare relazioni amorose con le proprie colleghe. Tra un box e un altro dei telefonisti, si creano vere e proprie arene del gossip. Ma poi, se si parla di lavoro ecco che escono i ruoli rigidi», conclude Cristian. Chi è team leader si fa serio, chi è telefonista si fa depresso.

Reali battaglie per non pensionare i diritti

Quale differenza tra le (davvero uniche) supposte 'lettere aperte' (scegli la 1, la 2 o la davvero unica 3) e quest'ultima ad esempio di nostri colleghi di Bitritto (non di New York), che hanno scritto a chi si sta occupando delle nostre condizioni, in questo caso al curatore della campagna del manifesto 'assumi l'outbound'.
E' la missiva-tipo: quella che, se ha da lamentarsi, lo fa anche senza remore verso i sindacati, ma semmai perchè non sono stati sufficientemente determinati verso l'azienda, non perchè si sono semplicemente occupati, come da loro statuto, delle nostre condizioni o perchè hanno detto verità che l'azienda non rivela (leggasi sgradite).
Confrontate pure la qualità e pertinenza degli argomenti, la compostezza delle espressioni e le simili questioni con Datacontact, a dimostrazione degli anni-luce di distanza dall'esagitazione e dai voli pindarici della 'nostra' 3^ lettera, redatta con stile tipico di chi pensa di controbilanciare in tal modo l'assenza di contro-argomenti.
Come dire, oltre ad essere in Unicom, abbiamo continuato a dare prova di essere un Unicum.
Pensiamo quanto le cose parlino da sole:
  • tra coloro che hanno firmato, alcuni a campione hanno dichiarato di non aver nemmeno letto prima di farlo (qualcuno faceva trapelare che il clima fosse tale per cui era come se avessimo fatto un torto all'azienda se non avessimo firmato)
  • altri firmatari hanno dichiarato pentimento
  • altri in disaccordo se ne sono stati in silenzio.
Contact center Inps-Inail, ci scrivono i lavoratori insoddisfatti: “Stabilizzazioni a perdere
Al call center Inps-Inail di Bitritto, in provincia di Bari, di proprietà della Omnia Network, sono stati stabilizzati di recente diverse centinaia di cocoprò. Ma i lavoratori assistiti dalle Rdb ci scrivono il loro malcontento per le condizioni ottenute. Pubblichiamo parte di una mail che ci hanno inviato a inizio giugno 2007
Noi del Comitato dei Lavoratori del Contact Center Nazionale Integrato Inps-Inail di Bitritto, in provincia di Bari (probabilmente il call center più importante d’Italia per il servizio che presta), dopo aver letto su vari giornali articoli riguardante la nostra (presunta) “stabilizzazione” come lavoratori, vorremmo farvi conoscere il nostro punto di vista su tutta questa vertenza lavorativa che ormai si protrae da oltre un anno. Se il governo ha dovuto legiferare sulla nostra situazione di precari (circolare Damiano e capitolati della Legge Finanziaria), non è stato per le “battaglie dei confederali” descritte sui giornali, ma solo perché non potevano più non prendere in considerazione le nostre lotte a tutto campo, qui a Bari come all’Atesia di Roma. Detto questo andiamo nello specifico della nostra situazione nel Contact Center Inps Inail cercando di illustrarvi i punti salienti dell’accordo, premettendo il fatto che questo accordo, noi lavoratori non l’abbiamo potuto vedere perché negatoci e neanche votare anche se ci era stato promesso di farlo:

• Contratto a tempo indeterminato (soltanto che la commessa finisce a settembre, forse prorogata a dicembre, e poi…)
• Avremo un contratto delle Telecomunicazioni al Terzo Livello (mentre il mansionario dei livelli del contratto nazionale delle Telecomunicazioni ci inquadra almeno come Quarto se non Quinto)
• Avremo uno stipendio che ben che vada sarà di 750 Euro (come quello che prendiamo oggi se non peggio)
• Non tutti avranno la possibilità di fare le 30 ore settimanali (prima assicurate a tutti) ma qualcuno dovrà accontentarsi delle 20 ore settimanali (con paghe di circa 500 euro)
• L’unica cosa che non cambia è il fatto che non ci saranno pagati gli straordinari (verranno considerati recuperi) e non ci sarà riconosciuta l’indennità di cuffia riconosciuta in tutti i call center (mentre tutti stanno perdendo l’udito a causa del malfunzionamento delle cuffie e della linea incredibilmente disturbata).
Premesso, come abbiamo già scritto, che il rapporto subordinato è previsto dalla circolare Damiano e “molto invogliato” delle agevolazioni fiscali della legge finanziaria, sarebbe più giusto dire che la “battaglia” è stata vinta alla grande solo dall’azienda. Infatti, nel contempo l’azienda con quest’accordo:

Esce dallo schiaffo dell’ispettorato che era entrato in azienda per verificare l’indecenza della nostra situazione lavorativa e del nostro inquadramento contrattuale che perdurava da oltre due anni in cui siamo stati sfruttati come lavoratori parasubordinati
• Avrà lo sgravio di 5 punti sul cuneo fiscale (circa 10 mila euro a lavoratore, forse più di quello che prenderemo noi in un anno) perché ci fa firmare un contratto a tempo indeterminato (ma a fine commessa ci può tranquillamente sbattere fuori per esubero di personale)
Sarà aiutata dallo Stato a pagare fino al 60% dell’intero importo dei contributi arretrati dovuti.
• Alla firma del contratto, ci hanno fatto firmare una liberatoria in cui si sono fatti abbonare tutti gli arretrati retributivi.
Detto questo, la ciliegina sulla torta è stato il giorno in cui sono venuti a farci firmare il contratto il 27 marzo scorso. I lavoratori sono stati invitati a firmare il contratto, al massimo due per volta, e necessariamente entro la giornata, in presenza di un rappresentante dell’azienda e dei due delegati sindacali.
Dalle 12:30 circa è iniziato il pellegrinaggio verso l’ufficio in cui si firmava. In alcuni momenti si è creato un assembramento esagerato di persone. A nessuno è stata data la legittima opportunità di visionare con calma il contratto, se non al momento della firma (né tanto meno è stata formalizzata ai lavoratori una precedente proposta di contratto). Non è stato possibile, quindi, avere una copia del contratto prima della firma, magari per discuterne le clausole con persone competenti in materia. Chi ha richiesto tale possibilità è stato invitato a non offendere con tale atteggiamento un’azienda che è disposta ad assumere i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato. La cosa più grave, però, è che si è improvvisamente e inaspettatamente materializzata per chi non ha firmato il contratto (volendo semplicemente riflettere sulle condizioni contrattuali che avrebbe “subìto” nel futuro rapporto di lavoro), la concreta possibilità di rimanere fuori dall’accordo a partire dall’1 aprile 2007, e quindi la certezza di perdere il proprio posto di lavoro. A tutto questo hanno assistito inermi i due rappresentanti sindacali, i quali, pressati dai lavoratori in difficoltà, hanno liquidato la questione, lasciando la decisione nelle mani dei rappresentanti dell’azienda.
Risultato: tutti sono stati “costretti” a firmare immediatamente il contratto (e soprattutto la “liberatoria”), sotto la minaccia concreta (certa…) di una esclusione dal futuro organico dei lavoratori a tempo indeterminato. Ogni minimo tentativo di opposizione è stato annullato dall’azienda con la partecipazione dei delegati sindacali.
Ad oggi, quindi, i lavoratori del contact center hanno, purtroppo, dovuto accettare il contratto con tutte le conseguenze che ne derivano (e non è neanche il caso di spiegarne le motivazioni…), ma sono pronti a manifestare il loro totale dissenso nei confronti di queste ingiuste politiche di stabilizzazione, iniqua e spesso inconsistente, dietro cui si nascondono gli interessi forti delle aziende.
Precari siamo stati e precari siamo. Il precariato si sconfigge dando al lavoratore la possibilità di un lavoro stabile e di uno stipendio dignitoso.
Noi al momento non abbiamo nessuna delle due cose…

I lavoratori de”stabilizzati” del contact center Inps-Inail di Bitritto (Bari) - 11 giugno 2007

Lo 'spam' non è solo il rumore di una porta sbattuta



Giusto dieci anni fa fa (e non 6000, sic) sui newsgroup un certo Angelo Tosto inviava 176 tipici messaggi SPAM su ben 129 gruppi di discussione (newsgroups-usenet). Quale mai poteva essere il grande messaggio del suddetto spammer, postato sui gruppi aperti (uno stralcio lo vedete in foto) di qualsiasi genere? Non ci crederete, ma un link ancor'oggi con un redirect attivo verso TRM (!), ossia http://www.netsystem.it/trm
Una emittente fondata addirittura da un avvocato, per questo sito... (!)
Inquietanti similitudini con un commentatore senza scrupoli...oltrechè maldestro utilizzatore degli strumenti di internet, già redarguito a dovere il 16.6 da 'damned puppet'.

Nuovo direttivo Unicom

L'Assemblea delle imprese di comunicazione Unicom, ha rinnovato il consiglio direttivo per il biennio 2007/2008. Sono risultati eletti: Antonio Acampora (Mcb), Nicola Bovoli (Euromeeting Italiana), Renato Camposano (Trilogia), Alessandro Colesanti (Fore), Donatella Consolandi (Agorà), Federico Crespi - (Federico Crespi & Associati), Angela D'Amelio (Carta e Matita), Francesco Ferro (Integra Solutions), Francesco Miscioscia (Francesco Miscioscia Advertising), Renato Sarli (Stp Communication), Rossella Tosto (Datacontact), Lorenzo Strona (L. Strona & Partners), Giorgio Tramontini (F.t.g.), Biagio Vanacore (Bi.Va. & Associati Ivano Villani (Ad.Venture).
Alla Presidenza dell'associazione è stato confermato Lorenzo Strona. Come vicepresidenti sono stati nominati Donatella Consolandi, Alessandro Colesanti (vicario), Francesco Miscioscia e Biagio Vanacore. Il responsabile del centro studi è Antonio Acampora.

Fondi affondati

Ammazza oh! Con tanti soldi non ci hanno sistemato in un anno nemmeno i parcheggi, figurati una persona di media onestà quanti ne avrebbe realizzati con la stessa somma!
Vabbè, forse immagino un mondo ideale...

MATERA - L’amministrazione comunale di Matera investirà 500mila euro, provenienti dai fondi del Programma di sviluppo urbano (Pisu), per la riqualificazione nei rioni Sassi di piazza San Pietro Caveoso e Porta Pistola. Lo ha annunciato il sindaco Michele Porcari, il quale ha precisato che «l’intervento era stato già programmato da tempo».
GDM 14.43.00 CEST

mercoledì 27 giugno 2007

Scuole obbligatorie, le medie



Cari amici,
vorrei farvi riflettere su cose che sapete già, ma come si dice, repetita iuvant, soprattutto in tempi cupi come quello che stiamo vivendo. Tre argomenti, partendo dal secondo paper del 2006 redatto da un gruppo di studio sui contact center.

1) Il tanto 'temuto' (dall'azienda) quanto 'atteso' (da noi) tempo di ACW (acronimo di After Call Work), ha una media di ben 2 minuti nel comparto che ci interessa. Altro dunque che 'prendere le chiamate a palla' come migliaia di volte ci siamo sentiti dire. E due minuti mi sembrano sufficienti per riposare mente e corde vocali. Ben diverso dal preteso ACW nullo o giusto di qualche secondo. Anche perchè vi ricordo come, dopo varie battaglie, nostri colleghi che protestavano (non ricordo se si trattasse di OT o di Atesia) giunsero ad un accordo aziendale che prevedeva circa 40 sec. di ACW. Sempre meglio del 'niente' che sempre più spesso ci viene oramai fatto intendere come la normalità. Per fortuna che da sempre molti si sono ripresi quel tempo in maniera autonoma, a costo anche di rimetterci in incentivi (quando si dice che la salute non ha prezzo, insomma).

2) Il tempo medio di ACD è invece attestato su 5 minuti. Come già sperimentiamo d'altronde. Quasi il doppio in ogni caso dei fatidici 3 minuti, sempre più difficili da mantenere (a meno di risposte evasive, reclami non concessi, cadute linea volontarie)

3) Il settore della telefonia diventa sempre più collegato a servizi complessi (genericamente indicati come VAS) e quindi si avvicina a quel valore del settore "tecnologico & media" che ha una media di ACD di 8 minuti. Ulteriore motivo per sollecitare committente e commissionario a ragionare secondo buon senso...salvo buttare alle ortiche la tanto rincorsa one call solution!

Il rapporto introduce così:
Negli ultimi anni i Contact Center sono stati protagonisti e allo stesso tempo oggetto di rapidi cambiamenti, ma per ciò che riguarda l’impiego di una metrica appropriata per le misurazioni delle performance, non vi sono poi state sensibili evoluzioni.
Per così terminare:
Possiamo affermare che nonostante ci sia stato un miglioramento nella metrica dei KPIs utilizzati nei Contact Center, il management di molte strutture continua a soffermarsi sulle misurazioni dei processi. Il divulgarsi di metodologie di rilevazione delle performance erogate, e quindi dei KPIs, può dare valore al servizio e giovare al
mercato e al cliente finale.
fonte Global Contact Centre Benchmarking Report 2006 – High lights 2

Bloggando

Sul blog di Federica e su quello di Pamela, nella sezione foto, vi segnalo rispettivamente 67 e 119 foto pubbliche del viaggio in Montenegro con l'offerta di Datacontact.
Sparite invece le foto del Datacontact Party a Lecce dello scorso febbraio (fino al 27 febbraio c'erano ancora)
Mentre l'articolo della BBC è stato ripreso da questo blog inglese.

martedì 26 giugno 2007

Sboom di richieste

...e quando ci sono ti chiedono pure la precedente esperienza. Non c'è limite alla decenza.

Agenti e venditori le figure più richieste dalle inserzioni delle imprese
di Donata Marrazzo

Le offerte di lavoro qualificato viaggiano per lo più sulle pagine dei giornali, soprattutto per agenti e venditori che risultano essere le figure più richieste dalle aziende inserzioniste. Perdono posizione, invece, gli operatori dei call center, i più precari dei lavoratori atipici, moltiplicatisi in passato grazie alla politica della customer satisfaction e allo sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni. Nel 2005 le offerte per gli operatori dei call center sono state 14mila, ma lo scorso anno hanno appena sfiorato i 4mila. Nel 2006 però, per la prima volta, le offerte richiedevano una precedente esperienza lavorativa: potrebbe trattarsi di un indicatore di in nuovo processo di professionalizzazione in atto nel settore. L'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione del lavoratore, che ha condotto l'indagine per il 2006 sulle trenta professioni più richieste dalle imprese italiane attraverso le inserzioni a mezzo stampa, in collaborazione con il Centro di statistica aziendale di Firenze, posiziona tra le prime dieci figure lavorative anche il neolaureato, new entry grazie forse agli effetti prodotti dalla riforma dell'ordinamento universitario. Le imprese sembrerebbero offrire lavoro a molti giovani laureati di primo livello proponendo corsi di formazione finalizzati all'assunzione. Nella classifica dell'Isfol, l'operaio si colloca al quarto posto: la sua richiesta è rimasta inalterata negli anni. E insieme a quella per gli agenti, i venditori, gli operatori dei call center e i neolaureati, rappresenta il 29% di tutte le offerte di lavoro: un annuncio su tre, dunque, li richiede. Tra le venti professioni prese in esame, nove sono riferite al settore commerciale (agente, agente monomandatario, agente di vendita, agente plurimandatario responsabile di negozio, commesso), a testimoniare l'andamento positivo del settore; numerose anche le figure professionali connesse con attività di tipo industriale: accanto agli operai, specializzati e non, si trovano ad esempio elettricisti e saldatori. Le offerte di lavoro a mezzo stampa rappresentano una delle fonti più immediate e dirette per il reclutamento della forza lavoro da parte delle aziende. Sono di solito quelle medio-grandi che optano per tale formula. In particolare, le imprese più innovative scelgono il canale delle inserzioni per l'acquisizione di professionalità emergenti, mentre le aziende di piccole dimensioni privilegiano invece i canali informali come quelli dei reticoli sociali.

fonte ilSole24Ore, 26.6.2007

lunedì 25 giugno 2007

Impossibili reintegri e dubbi

Dal PDF del 29.5.2007, redatto il 2/2007 apprendo come "ogni numero può essere reintegrato una sola volta entro il 29° giorno dalla scadenza (+ 30gg dalla disattivazione)". Quindi come norma ancora valida. Ma...non ci era stato detto, in aggiornamento, che il reintegro non si poteva più fare in nessun caso?
Mi sorge un dubbio: che, data la difficoltà tecnico-commerciale a reperire nuovi archi di numerazione per nuovi clienti (e lo stesso documento lo conferma più avanti, come motivazione per dissuadere in maniera dolce il 'vecchio' cliente), si lasciano a terra casi eccezionali di clienti storici (nonostante si sa da tempo che costa più acquisirne che mantenerne).
Faccio un esempio: mi chiama un cliente decennale (gsm rossa), implorando di poter riavere il numero in quanto non si era accorto che era scaduto, la figlia all'estero ecc ecc. e lo stesso numero era stato già pubblicato sugli inviti del prossimo matrimonio!
Risultato del reclamo: non c'è stato nulla da fare...

sabato 23 giugno 2007

Altri call center e agenzie

"Questa volta ha volutamente registrato tutti i passaggi temporali". Quanti di noi non hanno sobbalzato sulla postazione ogni volta che qualche cliente più avveduto, stanco di continui rimandi su reclami, ci ha reso noto che stava prendendo nota di ogni particolare, numero di esigenza compresa? Avremmo dovuto aiutare il cliente a non perdere le tracce del suo reclamo e invece...le mie orecchie hanno spesso sentito nient'altro che temerari accenni alla fantomatica 'legge sulla privacy'...quante volte (insufficientemente) è già stato denunciato un uso spregiudicato di tale legge...

CALL CENTER CHE NON RISPONDONO E AGENZIE CHE SBRIGANO LE PRATICHE CONSOLARI A PAGAMENTO: L’INTERROGAZIONE DELL’ON. ZACCHERA (AN) AL MINISTRO DEGLI ESTERI

ROMA aise - Partendo dalla denuncia di un connazionale che si è "scontrato" con l’inefficienza del call center del consolato di Belgrado, Marco Zacchera, responsabile esteri di Alleanza Nazionale, ha presentato ieri una interrogazione al Ministro degli esteri per chiedere delucidazioni in merito ai costi dei call center e alla pratica, diffusa in alcuni Paesi, di affidarsi ad agenzie per il disbrigo, a pagamento, delle pratiche consolari. "Il giorno 18 giugno – si legge nella premessa - un cittadino italiano, trovandosi in Serbia per regolarizzare l'assunzione di una badante, ha cercato per l'ennesima volta di contattare la nostra ambasciata di Belgrado; poiché già in passato non era riuscito ad avere celermente gli uffici tramite l'apposito call-center questa volta ha volutamente registrato tutti i passaggi temporali. Risulta pertanto dai tabulati telefonici che da Belgrado è stato chiamato il numero 0903/121212 per richiedere un appuntamento onde poter effettuare il deposito dei documenti di lavoro; il tempo di attesa (con musichetta) è stato di 18 minuti al termine dei quali ha risposto finalmente un operatore serbo ma solo per dire che non era possibile fissare un appuntamento". "L'operatore – aggiunge Zacchera - ha spiegato inoltre, che fino ad agosto non vi erano spazi per appuntamenti ma con un po' di fortuna richiamando i giorni successivi "forse qualche data si sarebbe liberata" (altri 3 minuti al telefono); la telefonata (inutile) è pertanto costata 21,5 dinari al minuto complessivamente, 6 euro, cosa come all'incirca costano tutte le (molto spesso inutili) telefonate al call-center noti che una telefonata normale urbana in Serbia costa 1 dinaro al minuto; va tenuto conto dei prezzi medi in Serbia per cui queste somme sono molto superiori all'Italia in termini di potere d'acquisto (lo stipendio medio in Serbia è circa 200 euro)".Allo stesso tempo, rileva Zacchera, "i giornali serbi pubblicano però gli indirizzi ed i numeri di telefono di "agenzie" che si assumono il compito di svolgere queste pratiche a costi però molto elevati".Alla luce di queste informazioni, il deputato di An chiede di sapere "chi introiti l'importo per le telefonate al call-center, e cioè se la struttura stessa o - almeno in parte - la nostra rappresentanza a Belgrado; se si consideri corretto che i cittadini debbano attendere così a lungo solo per avere risposte negative ed intanto debbano pagare ingenti costi economici e se quindi non sarebbe corretto un importo fisso alla risposta e solo se effettivamente risponde l'operatore". Zacchera, inoltre, vorrebbe delucidazioni su "come siano state scelte sia a Belgrado che presso altre rappresentanze diplomatiche i centri di call-center e se il Ministero degli affari esteri abbia monitorato il costo medie delle predette chiamate" e, infine, "se risponde al vero che "Agenzie" siano autorizzate o tollerate ad avere contatti con i locali dell'Ambasciata svolgendo - a pagamento - pratiche consolari, di visite, permessi di soggiorno eccetera".

Una situazione di colleghi di Pozzuoli

Pozzuoli: ancora presunti abusi ai danni dei lavoratori nei call-center

Pochi euro, al nero e senza tutele. Secondo le segnalazioni di diversi lavoratori occasionali, giunte allo “sportello sindacale” di Nidil-Cgil del territorio di Pozzuoli, l’azienda “Tre business”- sita al Viale Bognar a pochi metri dalla stazione metropolitana di Pozzuoli e specializzata nella vendita di schede telefoniche ad aziende e privati - utilizza lavoratori, soprattutto giovani, con retribuzioni di pochi euro l’ora, senza alcun tipo di contratto scritto, copertura contributiva, rispetto delle norme di sicurezza, tutele sociali e diritti. Postazioni telefoniche in numero limitato, localizzate in un seminterrato. Attraverso un articolato sistema di calcolo, tra “fisso e provvigioni”, i compensi possono essere in alcuni casi anche di soli 200 euro al mese per turni di 20 ore settimanali. I lavoratori “più produttivi” non riuscirebbero a guadagnare, comunque, più di 4 euro l’ora. “La situazione è diventata intollerabile - sostiene Dario Chiocca, responsabile sul territorio di Nidil, il sindacato dei lavoratori precari e con contratti atipici. “Dalle informazioni e le denunce che riceviamo emerge non solo che i lavoratori vengono retribuiti al di sotto di qualsiasi riferimento minimo stabilito dai contratti nazionali di lavoro o dalle tabelle previste per gli operatori telefonici, ma ciò avviene al nero, senza il rispetto delle più elementari norme di diritto del lavoro.”“Quali prospettive possono trarre i giovani e i disoccupati del territorio da realtà aziendali come queste? Molti imprenditori, che hanno investito nella nostra area nel settore call-center, si dimostrano sempre più inadeguati a svolgere le proprie attività in modo corretto e responsabile, rinunciando a svolgere la funzione sociale e non speculativa dell’iniziativa privata, così come sancita dalla nostra Costituzione, nel rispetto delle leggi e della dignità di chi lavora.”“Casi come questi - conclude la nota sindacale - devono essere costantemente denunciati all’opinione pubblica, alle Autorità e agli Organi ispettivi di controllo, con azioni sindacali, ma anche legali e mediatiche, affinché possano maturare le condizioni per sviluppare su questo territorio lavoro vero e dignitoso.”

da Caserta24Ore, 22.6.2007

Alla faccia del...Caiazzo

Prendo spunto da questa denuncia per evidenziare un passaggio: "Problematiche risolte - ogni volta – dopo la denuncia sui giornali". Per ricordare quanto, mutatis mutandis...già accaduto (il meno peggio e il peggio) a Datacontact, chiedendovi quante volte necessiteremo ancora di questi metodi estremi? Si tratta di "cose interne", non di "cose nostre". Talvolta si dice "I panni sporchi si lavano in famiglia"...ma se i genitori si fanno vivi solo quando conviene (o non si fanno vivi, il che è molto simile)? L'11/7/06 avevamo già avuto sentore di questa censura, non potendo più leggere le lettere ai quotidiani a cui fa riferimento il giornalista dell'articolo...e dal non sapere al non agire il passo è breve.

UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA? A CAIAZZO RISCHIA DI ACCORCIARLA

Caiazzo - (Caserta) - (di Giuseppe Sangiovanni) - “Una telefonata ti allunga la vita, ma potrebbe anche accorciarla”- recitava un vecchio spot pubblicitario di Telecom Italia, leggermente modificato. L’azienda telefonica italiana non finisce mai di stupire. Propone una marea di disservizi- che colpiscono tutti. Giovani, anziani, aziende, medici- ma la giaculatoria delle vittime potrebbe continuare all’infinito. Nessuno è immune dal contagioso virus, diffuso selvaggiamente da Telecom Italia-che umilia e mortifica platealmente gli sconcertati utenti-che non sanno a quale santo affidarsi. Bollette gonfiate, per servizi mai richiesti- inviate disinvoltamente agli utenti- Proteste, lettere, fax- inutili telefonate ai call center- non servono quasi a niente. Alla fine, la maggior parte degli utenti paga- perché i “trigliceridi” sono a livelli di guardia- sfiancati dall’insistenza di Telecom- all’erta solo dopo l’intervento dei media. Meglio- se di diffusione nazionale- senza rapporti pubblicitari. Vittima dell’ennesima soap-opera targata Telecom, Assunta Rispoli, vedova 89enne- residente nel comune di Caiazzo. “L’estenuante telenovela- racconta l’anziana pensionata caiatina- comincia sei mesi fa- quando mi ritrovo nella fattura Telecom, 10 euro – corrispondenti al noleggio Gate modulo base (mai richiesto). Mio figlio telefona al call center- che riscontra “l’errore”. “Sarà tutto risolto nella prossima bolletta- con detrazione della somma richiesta e riscossa indebitamente dalla Telecom- la risposta dell’addetto al call center. Nel bimestre successivo, compare ancora l’indebita richiesta dei dieci euro: mio figlio chiama ancora-reclama e riceve l’identica risposta. Nel terzo bimestre, cambia qualcosa, in peggio naturalmente. Nella fattura- oltre i dieci euro- compare il servizio Teleconomy No Problem (mai richiesto). A questo punto- ansia, angoscia e fibrillazione prendono il sopravvento- mi sento male- chiamo mio figlio- che mi rassicura dicendo che tutto si sistemerà. “E’ arrivato il momento di finirla -racconta Giuseppe Sangiovanni, giornalista free lance- collaboratore di giornali, radio e tv nazional- da questo momento userò tutti gli strumenti mediatici (lo faccio per altre vittime- da dieci anni)- per denunciare questa vergogna che colpisce milioni di italiani. Problematiche risolte - ogni volta – dopo la denuncia sui giornali - in trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali-con cui collaboro. Naturalmente di pari passo, denuncerò Telecom, nelle sedi competenti- che deve smetterla – con questi trucchi- affidando il proprio servizio ad arroganti, sconsolati e non motivati operatori- che spudoratamente fingono di digitare il reclamo”. Mia madre fa parte del patrimonio Telecom, che va seguito e assistito. - Che senso hanno i mega spot pubblicitari, quando la “burocrazia” targata Telecom, architetta simili pateracchi, via crucis infinite che colpiscono la terza età, che devastano la psiche di mia madre, e, quella di milioni di italiani, in larga parte anziani?- l’interrogativo del congiunto della signora Rispoli- che nei prossimi giorni denuncerà la vergognosa vicenda, in trasmissioni di servizio, in onda su radio e tv nazionali.

da Caserta 7, 16 giugno 2007

venerdì 22 giugno 2007

Una cliente precocemente maritata

Cari colleghi,
mi chiama una cliente (di quelle che sperano di fare due chiacchiere), mi trattengo giusto il necessario e...cosa mi rivela? Di avere 15 anni e di essere sposata. Non credevo alle mie orecchie e poichè lei mi diceva che nella sua città, Napoli, non è molto infrequente, ho cercato un attimo e ho trovato una recentissima conferma, anche se il trend mostra una netta diminuzione.

(ANSA)-ROMA, 27 MAG- La Campania e' la regione con il maggior numero di 'spose bambine', oltre la meta' delle minorenni che arrivano alle nozze nel nostro paese. Lo sottolinea l'ultimo rapporto del Centro nazionale per l'infanzia dell'Istituto degli Innocenti di Firenze, sottolineando che in 10 anni il numero di spose minorenni e' passato dalle 1.562 del 1993 alle 456 del 2002 (una ogni mille matrimoni). Non ci si sposa quasi piu' prima dei 18 anni, e cio' e' ancor piu' vero per i maschi minorenni, appena 13 nel 2002.

giovedì 21 giugno 2007

Dati mai dati

3 Italia lancia X-Series anche in Italia

3 Italia ha lanciato ufficialmente X-Series. A partire da 9 euro mese oppure 3 euro a settimana per un pacchetto tutto compreso di servizi Internet.
Nel dettaglio i servizi sono Skype, Yahoo!, Google, eBay, Windows Live e Flickr, quindi a disposizione l’instant messaging, e-mail, browsing, VoIP e photosharing tutto per 9 euro mese o 3 euro settimana.
I servizi internet sul telefonino saranno quindi a uso illimitato, entro i limiti di un “corretto utilizzo personale”, recita il comunicato di 3 Italia, senza specificare limiti di tempo o di Mb, ma siamo contenti di affermare che da oggi che qualcosa è cambiato nell’Internet mobile.
Vogliamo specificare che la nuova X-Series è un'offerta dati, indipendente dal piano tariffario per la voce alla quale si aggiunge, ovvero, per le telefonate tradizionali vigono le tariffe relative al piano preesistente.
Davanti alla nuova offerta di 3 Italia, infatti, gli altri operatori non staranno alla finestra ed è facile che presto vengano presentate diverse offerte dati (connessioni forfetarie per il traffico dati da cellulare). (...)
Grazie a un operatore coraggioso come Tre, a partire da oggi anche in Italia potremmo collegarci a Internet direttamente dal cellulare senza vedere prosciugato il nostro conto.
Grazie a queste offerte a costo fisso ci auguriamo che il vecchio metodo del prezzo per kb scaricato sia solo un brutto ricordo. Vi ricordiamo che sulla tariffazione dati a Kb, il costo medio sarebbe di 0,6 centesimi di euro a kb: 6 euro a Mb, un vero affarone, ma solo per gli operatori!
Nel caso del traffico dati, però, rispetto a qualche tempo fa le offerte relative hanno finalmente assunto maggior importanza strategica per gli operatori e risultano più facili da trovare e da analizzare.
Possiamo dire così di tutti gli operatori tranne che di Tim
. Nella realizzazione di questo speciale abbiamo passato lo stesso tempo a capire le proposte dell'operatore nostrano di quanto ne abbiamo speso per capire le altre tre. Plaudiamo, dunque, Vodafone, Wind e 3 che risultano molto più semplici e chiari. (...)
Accenniamo velocemente anche che le offerte Tim via Wap solo per segnalarne la non convenienza.

Stralci da portel.it del 31 Maggio 2007 - 09:32

mercoledì 20 giugno 2007

Capre e cavoli

Vi eravate accorti di uno sfogo nato dal non aver avuto la coda abbonati? Che ne pensate? Io penso di avere validi colleghi che gestiscono gli abbonati (salvo non li mandino via, direttamente o meno, come già fatto, e per questo sarebbe bene non mostrare solo 'lacrime di coccodrillo'). Se qualcuno ha una motivazione ufficiale (alcune ufficiose le potremmo ricavare) da dare a questi colleghi atesiani sulla scelta di TIM commentasse pure direttamente sul loro blog. Sarebbe un contributo al chiarimento.
Scrivevano così venerdì, 08 settembre 2006 su ate-blog
Abbonati a Matera
Ebbene si, è crollato l'ultimo tabù...come si può leggere su Gandalf a breve l'outsourcer Datacontact (i caproni di Matera) gestiranno anche una coda abbonati...Perchè loro si ed Atesia no? Forse perchè dare gli abbonati in pasto agli atesiani non è cosa prudente...non parliamo poi di far verificare a qualche baldo operatore le fatture su Ibis....Cmq....poveri abbonati (anche se cmq le esigenze saranno tutte di info!)
PS Cmq qualora capitassero abbonati sul FE Atesia e non si riesca a trasferirli è sempre possibile aprire un reclamo girandolo al BO competente per territorio.....

Forme piatte



Pensa tu: una piattaforma flessibile...lo sarà mica a tal punto da soffrire dei nostri mali tipici? Ossia il turnover del personale, soprattutto se non volontario?
Vacilla l'idea che l'investimento maggiore - i costi probabilmente lo sono in numeri relativi - sia quello sulle persone.
Da rimanere a bocca aperta, infatti la piatta-forma si prevede la prendano coloro che non hanno più un lavoro e un piatto da riempire...

"Abbiamo apprezzato la piattaforma Reitek per la flessibilità e la sua apertura alle integrazioni con la nostra suite di prodotti CRM e Campaign Manager, nonché per la sua predisposizione alle soluzioni ed ai servizi di Contact Center che Datacontact offre"


Ing. Domenico SciannarellaResponsabile dell’area Sistemi Informativi - Datacontact

Se per il lavoro si combatte...

Nel gruppo telecom ci si organizza con dei 'software appositi'
Pensate un pò che il software che controlla le attività solitamente più scomode per le aziende si chiama, manco a dirlo, RISSA.
Tu dici: l'hanno pensato apposta. E pensi bene, infatti si tratta dell'acronimo di Rilevazione Informatizzata Segnalazione di Scioperi e Assenze!


Licenziamenti (1)

4 giugno 2007, giusto in coincidenza con il 18° anniversario dell'eccidio di piazza Tienanmen, ciè che ha colto tutti di sorpresa: il licenziamento del collega M. Per comprendere il livello di silenzio basti pensare che ancora due giorni fa una collega pensava che il collega se ne fosse andato di sua volontà (!)
Sul Blog "muro contro muro" di Lorenzo Sani, leggevo nel suo post Call center, la grande illusione (e non si è ancora toccato il fondo), le parole del prof. Tiraboschi
“La soluzione prospettata in termini sperimentali dalla Legge Biagi, è rimasta nel cassetto. E pur di non metterla in pratica il sindacato firma intese non solo fortemente peggiorative per i lavoratori, (il link è mio) ma che, in taluni casi, si traducono persino in evidenti violazioni di norme di legge da tempo esistenti”
e di seguito il commento-articolo del collega ghino di tacco che pubblicamente, in maniera coraggiosa e chiara, ribasce ciò che privatamente tutti ben sanno e dicono. Lo ringrazio per questo e vi riporto integralmente la sua riflessione. Ricordo che lo stesso ha inoltre sentito il dovere morale il 13.6 di notificare ad un pubblico più vasto la discussione in corso sullo 'scivolo' di Datacontact (sulla cui azienda già si discuteva da tempo sul meetup materano comunque) con le indignate parole:
Vi invito tutti su questo blog. Per tutti coloro che vogliono capirne di più. E basta difendere un'azienda che quando si "interrompe il rapporto di fiducia" solo per aver cercato di smuovere le coscienze, ti dà un calcio in culo e ti manda a casa.
6 Giugno 2007 alle 01:35
DATACONTACT MATERA: LA GRANDE ILLUSIONE
Datacontact è una delusione.
La sua dirigenza non ne parliamo.
Continuano a giocare sul bisogno estremo di lavoro altrui per applicare regole irregolari.
Ci ascoltano mentre lavoriamo (cosa del tutto illegale); giocando con una liberatoria da noi operatori firmata ma che a detta di molti legali è solo carta straccia.
Parlano di contratti ma in realtà ci hanno messo in condizioni di preferire il contratto a progetto in quanto con il “loro” contratto regolare facciamo davvero la fame.
E qui c’è chi come me ha una famiglia da mantenere.
Si fanno belli con strepitose convention berlusconiane con tanto di maxischermi e artisti pagati fior di euri.
Mi chiedo: “Ma distribuirli ai dipendenti, no”?
All’interno un bar che tutto è tranne che un bar aziendale.
Insomma, tutto fatto in modo tale da lasciare parte dello stipendio misero nell’azienda stessa.
Per non parlare di tutti i calcoli che noi operatori Tim dobbiamo sopportare.
Un meccanismo di “Stelle”, percentuali che salgono e scendono senza logica ma secondo le dirigenza è tutto un sistema perfetto.
Un ambiente in cui se ti chini e sbavi dietro ai vari kapò hai un minimo di considerazione; se fai solo il tuo lavoro rischi di cadere nelle grinfie di qualche sballato meccanismo di calcolo incentivi.
Un’azienda in cui le dirigenze ”costringono” i dipendenti a manifestare contro la chiusura al traffico nei sassi minacciando con tanto di circolare fatta girare, il trasferimento in altra città.
Ma non pigliamoci per culo.
Noi operatori vorremmo tutti sapere a quanto ammonta il canone di locazione di quella bellissima struttura oramai di proprietà Tosto.
E’ davvero vergognoso che continuino a parlare di serietà quando invece la realtà è nettamente diversa.
Vi assicuro che non è bella cosa arrivare a fine mese e sentirsi dire: “Mi dispiace, ma poichè gestisci le telefonate in 4 minuti anzichè 3 la tua percentuale di “non fatturato” è alta e quindi non hai incentivi”……
E vi assicuro che nonostante i miei sforzi nel cercare di capire, ad oggi non ho ancora capito come si possa calcolare il lavoro basando il tutto su calcoli e tempistiche assurde.
Eppure il motto di Datacontact è “Qualità”.
State certi, la qualità è l’ultimo aspetto considerato dai kapò di Datacontact.
E nessuno osa dire nulla.
Perchè sapete che succede?
Ti convocano e ti dicono:” Ci dispiace ma non ci servi più”.
Si, vi sembrerà assurdo ma è così.
E gli ispettori del lavoro con i loro fanta controlli?
Tutto organizzato e tutti lì a staccare turni imposti (e non flessibilità come richiesto dalle normative sui contratti a progetto).
I Kapò pronti ad istruirti su quello che si deve e quello che non si deve dire all’ispettore di turno…..
E come se non bastasse loro hanno scelto le persone da mandare dagli ispettori…non prima di averli istruiti a dovere.
Beh, se questa è un’azienda seria Mussolini era un bolscevico.
Riportato anche su infobasilicata. Spero che quest'insieme di testimonianze possano servire almeno a combattere (estirpare sarebbe un'utopia) il velo di paura che pesa come una cappa su una realtà che avrebbe potuto essere (se solo si fosse voluto) molto più vicino a come la si descrive nelle periodiche convention, ecc...
Il 21 maggio Basilicata Notizie Blog replicava così
anche se off topic, grazie per la testimonianza/sfogo. purtroppo la situazione dei call center è uno schifo quasi in tutta Italia. gli imprenditori, specialmente in regioni con molti disoccupati come la nostra, se ne approfittano per "sfruttare" chi ha bisogno di lavoro.Anche se la colpa non è tutta degli imprenditori. dovrebbero cambiare le leggi sui contratti, soltanto questa potrebbe essere una soluzione che darebbe spiragli di dignità e lucidità nel mondo del lavoro

lunedì 18 giugno 2007

Pitagora switch

L'EVASIONE FISCALE SUPERA I 270 MLD L'ANNO

Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_159239349.html

ROMA – 14.06.2007 09:14
* Gli evasori aggirano il fisco per 270 MLD l'anno. Ma non e' un danno solo per l'erario, che vede ogni anno dissolversi al vento miliardi di imposte. E' una beffa soprattutto per i contribuenti onesti, che di fatto pagano le imposte anche per chi non lo fa. Il risultato e' che il peso del fisco finora calcolato - che viaggia attorno al 41-42% del Pil - e' solo ''apparente''. Quello che i contribuenti onesti pagano e' molto di piu'. L'ultimo dato disponibile fotografa la situazione del 2004 e lo indica al 50,74%. Ma la ''pressione fiscale reale'' e' sopra al 50% ininterrottamente dal 1989, con un picco del 55% nel 1997, l'anno dell'Eurotassa.Gli ultimi calcoli sull'evasione fiscale non sono campati in aria. A farli e' stata l'amministrazione fiscale, o meglio l'ufficio studi dell'Agenzia delle Entrate. La ricerca, appena sfornata, mostra la volonta' del fisco di conoscere una realta' che per sua natura e' difficilmente misurabile, ma alla quale e' legato gran parte del dibattito politico economico anche in vista della messa a punto del Dpef. Il peso delle tasse e' altissimo - ha ammesso recentemente il ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa - e la riduzione delle aliquote fiscali e' legata proprio al recupero dell'evasione. A sostenerlo e' stato piu' volte in Parlamento anche il vice ministro per le Finanze, Vincenzo Visco. E l'ultima Finanziaria punta a recuperare circa 8 miliardi di euro solo quest'anno dalle misure contro l'evasione.Le nuove stime dell'Agenzia delle Entrate sono relative al 2004, anno per il quale sono disponibili tutte le variabili necessarie. E' il dato piu' aggiornato in assoluto. La ''base imponibile evasa'' e' stata pari a 270.101 milioni di euro e il calcolo mostra un incremento di circa 60 miliardi di euro rispetto alle ultime valutazioni (del Secit e della stessa Agenzia) che indicavano 210 miliardi il valore dell'evasione.(omissis)
Le nuove stime partono dai versamenti Iva che vengono incrociati con i dati Istat della contabilita' nazionale. ''L'Iva - spiega il documento - e' un tributo cardine del comportamento fiscale tout court perche' la gran parte delle fattispecie di comportamento evasivo generano un abbattimento di imponibile Iva''. E che abbattimento. Solo nel 2004 - stima il documento - sono stati sottratti al fisco 43,2 miliardi di Iva, con una crescita del 31% in cinque anni. Si tratta di una quota rilevante se si pensa che l'Iva versata e' stata pari a 77,9 miliardi. In pratica per ogni 100 euro di Iva versata ce ne sono 55 che invece vengono evasi. Se si guarda al passato, il picco negativo c'e' pero' stato nel 1982, quando a 100 euro di Iva versata ne corrispondevano 60,27 euro di Iva evasa.
La novita' della ricerca e' pero' rappresentata dal calcolo della pressione fiscale effettiva. Lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi ne ha parlato durante le ''considerazioni finali'': il livello della pressione fiscale italiana ''e' piu' alto della media europea'', ha detto Draghi. Ed ha aggiunto: ''a causa del peso dell'evasione la differenza tra l'Italia e il resto d' Europa e' maggiore se si guarda al prelievo sui contribuenti fiscalmente onesti''. Ora, con i calcoli dell'Ufficio Studi delle Entrate, questo valore e' noto. Nel 2004 la pressione fiscale ''apparente'' si e' fermata al 41,42% (che e' poi la pressione fiscale ufficiale). Ma per effetto dell'evasione la ''pressione reale'', quella sui soli redditi dei contribuenti onesti, sale invece al 50,74%. E' dal 1989 che il fisco drena piu' del 50% di quanto prodotto dai contribuenti onesti. Il top si era registrato nel 1997, superando il 55% e in media la differenza tra i due parametri e' di circa 9 punti percentuali. E' proprio questa ''forbice'' tra reale ed apparente l'indicatore piu' importante. L'adozione di misure di lotta all'evasione ha infatti un impatto al rialzo sulla pressione fiscale ufficiale (che e' ''apparente''). Per verificare se c'e' stato un effetto positivo bisogna invece controllare se si ridotto il divario tra peso ''apparente'' e quello ''reale''. Per i contribuenti onesti la speranza utopica e' che questi due indicatori coincidano: significhera' infatti che tutti hanno pagato le tasse dovute.*

Quale rilevanza potrebbe avere una notizia come questa per gli operatori Datacontact?
Chi oggi sta lavorando in Datacontact, paga le tasse sulla base della dichiarazione dei redditi relativi al 2006. Redditi da lavoro autonomo.Il prossimo anno ci si domanderà: “e una volta scaduto il contratto di 24 mesi, se l’azienda mi manda a casa, pagherò più tasse? Dovrò cercarmi immediatamente un lavoro più redditizio, oppure mi conviene lavorare a nero?”
Difficile fare dei conti adesso: la trattenuta del 20% sulla busta-paga, erogata come “incentivo” e solo fino al 15%; tredicesima e quattordicesima (staremo a vedere); indennità di cuffia inesistente, poiché il CCNL applicato è quello del Commercio, non il TLC; troppi fattori ancora da verificare.Troppi meccanismi per la determinazione del “contratto più favorevole” (all’impresa, n.d.r.).
Tutto ciò fa pensare alle macchine impossibili di “Pitagora Switch” (in Giappone, “Pitagora Suìcci”).
Chissà se il risultato non sia lo stesso: inutili.

sabato 16 giugno 2007

Risorse da non rifiutare



Mi viene in mente un giorno in cui ho pensato: vuoi vedere che davvero traslochiamo?!
O magari cambiano qualche pc obsoleto. Senza sapere che esisteva fin dal 2003 il Banco Informatico...
Che siano solo quelle le "risorse da non rifiutare" come recita lo slogan di questo prossimo convegno?

Banco Informatico è un'associazione di volontariato, operante dal 2003, che si occupa di ritirare apparecchiature informatiche dismesse, ma ancora funzionanti, per ridestinarle a titolo gratuito alle organizzazioni non profit bisognose in Italia e all'estero. L'idea, nata da un gruppo di imprenditori e professionisti, è quella di mettere in collegamento due bisogni: da un lato quello delle imprese che, quando le loro apparecchiature informatiche devono essere sostituite, si trovano di fronte al problema sia dello spazio occupato da materiali inutilizzati sia dello smaltimento degli stessi; dall'altro quello delle organizzazioni no-profit che non possono più fare a meno di attrezzature informatiche e che il più delle volte non hanno risorse finanziarie adeguate per provvedere all'acquisto. Per presentare la propria attività al mondo delle imprese, in particolare del settore informatico ed allo scopo di allargare la cerchia dei sostenitori dell'iniziativa il Banco Informatico organizza, in collaborazione con BITeB, Microsoft e Regione Lombardia, un convegno dal titolo "Il computer usato: da rifiuto a risorsa per il sociale".

L'evento si terrà nella mattinata del 28 giugno, presso il Training Center di Microsoft Italia a Segrate (MI).
Conferma via mail a
info@bancoinformatico.com. Per maggiori informazioni: Ida Cappiello - 02 45715082.

Telco news

Borsino dei nomi
Pietro Guindani, Amministratore Delegato di Vodafone, è stato confermato per il prossimo biennio Presidente di Assotelecomunicazioni (Asstel), Associazione di categoria delle aziende di telecomunicazioni aderente a Confindustria. L'Assemblea di Asstel ha inoltre confermato come Vicepresidenti Vincenzo Novari di H3G, Riccardo Perissich di Telecom Italia, Tommaso Pompei di Wind ed Alberto Tripi di AlmavivA.

La Ue approva ufficialmente nuove tariffe roaming
La presidenza dei Ministri dell'Unione Europea ha annunciato di avere ufficialmente adottato le norme che consentiranno di ridurre drasticamente le tariffe della telefonia mobile per le chiamate dall'estero tra i 27 Paesi membri. Le norme sul roaming, che dovrebbero entrare in vigore entro la fine del mese, porteranno la tariffa massima al minuto per telefonare all'interno dei Paesi Ue, a 0,49 euro, contro gli attuali 1,15 euro; per ricevere la tariffa sarà invece di 0,24 euro. Poi la riduzione sarà progressiva.

Novari denuncia TIM all'Antitrust
Il Presidente dell'operatore mobile virtuale 3 Italia, Vincenzo Novari, ha scritto una lettera personale ad Antonio Catricalà, Presidente dell'Antitrust, denunciando il comportamento di TIM nella vendita del traffico agli operatori virtuali e sospetta disparità di condizioni per le tariffe roaming. Il problema investe anche Fastweb e Tele2: entrambe sono infatti interessate ad avere le stesse condizioni di roaming che attualmente Telecom Italia offre a 3 Italia, così come quest'ultima pretende le medesime tariffe per i suoi clienti virtuali.

fonte Infopress 14.6.2007

venerdì 15 giugno 2007

In nome e per conto...e ti presento il conto

Niente più telefonate importune nelle case degli italiani. Quelle che arrivano a qualunque ora per promuovere servizi e prodotti. Con cinque provvedimenti, riguardanti alcuni dei principali gestori telefonici e società che operano in qualità di call center per conto degli stessi gestori e di altre importanti aziende, l'Autorità garante della privacy ha prescritto una serie di misure affinché vengano rispettati la riservatezza e gli altri diritti degli utenti. (...)
I provvedimenti sono stati adottati al termine di una intensa attività ispettiva effettuata nei mesi scorsi in tutta Italia nei confronti dei principali gestori telefonici e call center, avviata anche sulla base delle innumerevoli segnalazioni giunte dai cittadini. (...)
Per violazioni relative ad omessa o insufficiente informativa agli utenti, nel corso del 2007 il Garante ha finora avviato contro fornitori di servizi di comunicazione elettronica e call center 44 procedimenti sanzionatori, 22 dei quali già definiti con il pagamento di somme per un totale di oltre 130 mila euro.

giovedì 14 giugno 2007

Rosi dall'invidia

Dalla dott.ssa Maria Concetta Cirrincione (www.psiconline.it) vi posto un'interessante scritto sul sentimento dell'invidia.
L’invidia è uno dei sentimenti più diffusi ma allo stesso tempo dei più negati. E’ possibile vedere l’invidia degli altri ma non quella propria, eppure è uno dei sentimenti più antichi ed arcaici, celebrati anche in letteratura. Dante colloca l’invidia nella seconda cornice del purgatorio e la rappresenta come un macigno portato sulle spalle dei penitenti, avversa alla virtù della carità. Shakespeare, profondo conoscitore e svelatore delle passioni umane, attraverso la figura di Jago ci rappresenta la massima espressione dell’invidia: egli insinua, in Otello, il tradimento di Desdemona con l’obiettivo preciso di distruggere la felicità altrui. Così Salieri cerca in tutti i modi di annientare la genialità di Mozart etc..Persino Erodoto ci racconta dell’invidia degli dei verso i mortali, quando la loro felicità va oltre il limite assegnato loro. L’esempio più significante, che riflette l’insieme o il susseguirsi di stati d’animo che portano all’invidia, lo troviamo nella Bibbia: Lucifero, l’angelo più bello tra gli angeli, era invidioso della Grazia che Dio infuse nell'Uomo... dandogli la vita e facendolo a Sua immagine e somiglianza.. In Genesi 37 troviamo un altro esempio di invidia e leggiamo che Giuseppe era il prediletto di suo padre Giacobbe perché “era il figlio della sua vecchiaia”. Un favoritismo che ha causato non poche amarezze ai suoi fratelli.
Da “invidere” che significa guardare biecamente, l’invidia ha il senso divorante della frustrazione in chiunque la provi. L'invidia è un meccanismo di difesa che mettiamo in atto quando ci sentiamo sminuiti dal confronto con un'altra persona.
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro (Foster, 1972).
Freud (1905) la colloca nella rivalità edipica: le femmine attraverso l'invidia per il pene, i maschi attraverso la paura, intesa come frustrazione o castrazione; mentre secondo Bion (1962), essa non ha forma, è un forte attacco al legame. È con Melanie Klein (1957) e la sua scuola che l'invidia assurge a pilastro della vita psichica, vero primo (o tutt'al più secondo) motore della mente. L'invidia venne concepita come diretta espressione della pulsione di morte, quando non come suo esatto sinonimo.
Esistono poi due tipi di invidia: quella buona e quella cattiva (Elster, 1991). L'invidia buona sarebbe il desiderio doloroso, lacerante, che proviamo vedendo qualcun altro riuscire dove noi vorremmo, ma senza odio per lui, senza volergli togliere ciò che ha. In questo caso possiamo parlare di emulazione : il nostro è un profondo desiderio di arrivare allo stesso livello dell'altro, anziché abbandonarci allo scoramento e alla denigrazione. Questo tipo di invidia potrà portare, ad esempio, a dire di un collega: “E’ normale che sia stato promosso, ha lavorato sodo!”.
All'invidia cattiva appartiene, infatti, sia l'invidia ostile, per cui si parla male della persona invidiata, sia l'invidia depressiva che ci blocca sul piano comportamentale. Nell’invidia ostile ci potranno essere frasi del tipo: “Non posso sopportare che l’abbiano promosso prima di me, quell’incapace!”.
La tipica frase che accompagna l’invidia depressiva è invece “Ahimè, questo a me non succederà mai!”
…uniamo una buona dose di pura cattiveria ed eccessivo egocentrismo e riflettiamo sulle misere e oramai note frasi comparse nelle ultime ore sul blog:

”Il mio unico scopo è cercare il più possibile di umiliarvi xchè non siete degni di nulla!”…
“Più mi direte che vi infastidisco e più sarò presente!”

Mi aspetto zero commenti… le persone di buon senso mediteranno in silenzio… chi si sentirà toccato pubblicherà il proprio squallido monologo, amici a VOI!
Agli eventuali commentatori si consiglia la lettura del seguente libro:
"IL COMPLESSO DI BARBABLU. PSICOLOGIA DELLA CATTIVERIA E DELL'ODIO"

Fordisti senza la Ford

Una proposta: una rubrica quotidiana sul lavoro in tv e sui giornali

Una rubrica di approfondimento sulle tematiche legate al lavoro che appaia ogni giorno sui quotidiani e nelle tv. E' questo l'appello lanciato dal premio giornalistico Ilaria Alpi di Riccione in occasione del dibattito "Informazione e Lavoro" che si è svolto mercoledì 6 giugno nell'ambito della XIII edizione del Premio. Obiettivo: portare l'attenzione dei mass media su ogni aspetto di un tema sempre più al centro dell'interesse per l'opinione pubblica: dai problemi quotidiani dei lavoratori alla disoccupazione, dalle "morti bianche" al precariato fino agli immigrati come "nuovi schiavi". Alla tavola rotonda moderata dal giornalista Angelo Ferrari, hanno partecipato Rosa Rinaldi, sottosegretario al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica e autore di un'inchiesta sui lavoratori dell'edilizia, ed il giornalista del Tg3 Roberto Scardova, membro della giuria del Premio Ilaria Alpi. (sul sito Ilaria Alpi. it il resoconto della serata). Spunto di discussione il libro Informazione e Lavoro, secondo volume della collana i Taccuini del Premio Ilaria Alpi.
Un appello dal premio giornalistico Ilaria Alpi di Riccione perché nella stampa così come negli altri mezzi di informazione, venga istituita una rubrica fissa di approfondimento su tematiche legate al lavoro.
Come spunto di riflessione il libro Informazione e lavoro.
"Il lavoro che non si vede", organizzato dal Premio Ilaria Alpi insieme a Nidil Cgil, Ucca, Arci e Articolo 21: "L'inferno dei call center" di Alessandro Sortino e Francesca Biagiotti de Le Iene...
E in merito al servizio de Le Iene il sottosegretario ha aggiunto: "Si parla tanto di innovazione e post-fordismo, ma mi chiedo se i lavoratori dei call center non siano più 'fordisti' degli operai di una volta". Proprio il premio vinto da Le Iene, come annunciato al dibattito di ieri, è stato devoluto ad una ex impiegata a termine di un call center di Catania, intervistata da Sortino, che, costretta dalla sua posizione precaria a nascondere la gravidanza, ha perso il lavoro dopo la messa in onda del servizio.
Fammoni, nel ricordare alcune cifre sull'occupazione, ha sottolineato l'esigenza di una riforma legislativa che favorisca il tempo indeterminato rispetto alle altre forme contrattuali. "Grazie alla nuova legge sui call center, in quattro mesi 20mila persone sono passate da un contratto a collaborazione al tempo indeterminato.
I co.co.co, però, riguardano altri 700mila lavoratori italiani".
Chiamata in causa sulle intenzioni del governo, Rosa Rinaldi ha espresso la volontà di "completare entro l'estate" l'iter per il disegno di legge in favore del tempo indeterminato e di proseguire nell'emersione del lavoro nero.
l'articolo integrale di Barbara Bastianelli su Articolo 21 del 7.6.2007

Sul 'fordismo': (riflettere sulle similitudini in merito ai call center)
...l'intensificazione del lavoro e l'alienazione dei lavoratori portò a forme di resistenza sporadiche e prive di coordinamento, ma in grado di condizionare un sistema produttivo...
...eppure fu grazie ai sindacati che fu raggiunto un compromesso che prevedeva il riconoscimento ai lavoratori di una parte degli utili derivanti dalla razionalizzazione e dall'intensificazione del lavoro...
...ma si sa, col senno di poi, col 'già raggiunto' senza memoria storica è facile pretendere di discettare...

Diritti e solidarietà

L' ho trovata sulla spiaggia questa conchiglia rosa
parole nicoletta torre
immagini graziella cormio
italiano e albanese
realizzato con il contributo di Datacontact
contributo € 10,00
questo libro ha vinto nel 2005 il premio per il miglior albo multiculturale a Bordanoil ricavato della vendita sarà destinato a finanziare i progetti a favore dei migranti
http://www.associazionetolba.org/conchiglia.htm
A dire la verità anche tanti lavoratori a loro modo sono dei 'migranti', una buona parte fanno diversi km, finanche 60, chissà che non si finanzi un progetto anche per loro :-)

Criticità sempreverdi

TLC. Calabrò al CNCU: "Call center, necessario monitoraggio continuo e capillare"

Il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, è intervenuto oggi alla riunione mensile del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU). Obiettivo dell'incontro, presieduto dal vice ministro dello Sviluppo Economico, Sergio D'Antoni, è stato quello di fare il punto sulle principali problematiche legate ai call center delle aziende di servizi, oggetto di una specifica delibera che la Commissione Servizi e Prodotti dell'Agcom dovrà approvare in tempi brevi.
"Il rapporto continuo con le associazioni dei consumatori, che sono sul territorio i sensori delle esigenze dei cittadini - ha affermato Calabrò - è importante per l'efficacia dell'attività dell'AGCOM, tanto quanto le consultazioni pubbliche e le indagini di mercato".
Nel dare atto all'Autorità dell'ottimo lavoro fin qui svolto, i presidenti delle 16 associazioni dei consumatori hanno evidenziato numerose criticità nell'attività dei call center: gli infiniti tempi di attesa di chi chiama, le risposte degli operatori che spesso dimostrano incompetenza e scarsa educazione a causa di un frequente turn-over; la vendita di servizi non richiesti, i problemi derivanti dall'utilizzo di risponditori multi-numerici e la questione delle more sul pagamento delle bollette telefoniche di gran lunga superiori ai tassi legali.
"Abbiamo imposto standard minimi di qualità del servizio dei call center - ha aggiunto il presidente dell'AGCOM - ora è necessaria un'attività di monitoraggio continua e capillare".
Unanime, a questo riguardo, la richiesta rivolta dal CNCU all'Authority di effettuare verifiche dirette nei call center e non solo controlli a distanza, e di vigilare in modo particolare sull'operato delle compagnie di telefonia fissa: in quanto oggetto di servizio universale, la telefonia vocale su rete fissa deve essere garantita a tutti i cittadini.
"Sono state inflitte dall'Authority oltre 3 milioni di euro di sanzioni, ma certo, di fronte a centinaia di migliaia di reclami che arrivano ancora tanta strada resta da fare - ha concluso D'Antoni - e questa collaborazione con il CNCU non può che aiutare il raggiungimento degli obiettivi di tutela dei consumatori".
2007 - redattore: VC

fonte help consumatori 13.6.2007