lunedì 27 novembre 2006

Contraddizioni e delusioni

Fondamentali gli ultimi 4 paragrafi
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fonte gazzetta economia 29.9.2006

Piccole questioni da regolare (Alice)

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Park Sant'Agostino

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fonte la repubblica 14.11.2006

domenica 26 novembre 2006

sabato 25 novembre 2006

Chiamare da altra linea...

Ci chiamasse un cliente con un motorola V3,
noi sicuramente gli consiglieremmo di chiamare il numero verde VAS da altra linea, magari da una cabina...forse un cliente ci ha provato e dato che la telefonata di configurazione si sà non finisce mai...ha continuato la chiamata portandoselo a casa...

Foto: cabina in piazza degli Ontani, Roma (Centocelle)


venerdì 24 novembre 2006

Cause su contratti a progetto

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fonte il sole24ore 18.5.2005

Colpo di scena

CALL CENTER: TAR LAZIO RESPINGE TESI ISPETTORI LAVOROù

Il Tar del Lazio ha respinto le conclusioni degli Ispettori del Lavoro sul caso dei call center della societa' Atesia scoppiato quest'estate. Con un'ordinanza resa nota oggi, infatti, la prima sezione del Tar del Lazio, in accoglimento dell'istanza cautelare proposta dalla societa' Atesia del Gruppo AlmavivA, ha sospeso l'efficacia dei verbali degli Ispettori del Lavoro del 21 e 24 agosto con i quali venivano qualificati come rapporti di lavoro subordinato i contratti di lavoro a progetto in essere presso l'azienda. Il Giudice amministrativo ha ritenuto quindi fondate - sia pure sulla scorta e nei limiti di un accertamento sommario, ricorda la societa' - le censure ai provvedimenti mosse dalla societa' Atesia. In relazione all'ordinanza del Tar, il Presidente Alberto Tripi che attualmente si trova in Brasile insieme al Vice Presidente, Marco Tripi, per l'inaugurazione della societa' del Gruppo "AlmavivA do Brasil", ha dichiarato: "La decisione del TAR non mi sorprende poiche' come abbiamo sempre affermato, l'Azienda ha sempre operato nel pieno rispetto della legge. E' certamente motivo di soddisfazione apprendere che le conclusioni dell'indagine degli Ispettori del Lavoro, sono state respinte dalla giustizia amministrativa. Ritengo che questa decisione debba essere considerata positiva soprattutto per riprendere il dialogo costruttivo con le Organizzazioni Sindacali. Dopo questa Ordinanza sara' possibile attuare il programma che prevede la stabilizzazione di tutti i collaboratori a progetto del Gruppo, compresi quelli della societa' Atesia che altrimenti sarebbero rimasti in una condizione di incertezza. Il mio apprezzamento va soprattutto nei confronti di quei lavoratori che hanno continuato a operare con composta fermezza in un clima difficile e di crescente confusione".

fonte repubblica

giovedì 23 novembre 2006

Sintesi legislativa sulla possibilità di conoscere utenti disturbatori (cd. overriding)

Quante volte ci è capitato di ascoltare esigenze particolari di clienti in merito a chiamate di disturbo? Ho compilato per voi questa raccolta legislativa in merito alla cosiddetta procedura di "override", richiedibile di diritto al proprio gestore. Salvo il fatto che, come al solito, i gestori italiani intendano restrittivamente la norma e spesso rispondano "picche" al cliente, pur vessato, e che non intende intentare una causa contro ignoti con i relativi costi. Se solo pensiamo al fatto che questa possibilità o non ci viene del tutto comunicata dai formatori o peggio ancora (come è capitato) che la stessa non sarebbe possibile...dovrebbe essere facile percepire quanto ostruzionismo (in danno del cliente, s'intende) viene ancora perpetrato nonostante multe, sanzioni, ecc.

Art. 127 Chiamate di disturbo e di emergenza

DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2003, n. 196
CODICE IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
Pubblicato sulla GU n.174 del 29-7-2003 - Suppl. Ordinario n.123

1. L'abbonato che riceve chiamate di disturbo può richiedere che il fornitore della rete pubblica di comunicazioni o del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico renda temporaneamente inefficace la soppressione della presentazione dell'identificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta. L'inefficacia della soppressione può essere disposta per i soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e per un periodo non superiore a quindici giorni.

2. La richiesta formulata per iscritto dall'abbonato specifica le modalità di ricezione delle chiamate di disturbo e nel caso in cui sia preceduta da una richiesta telefonica è inoltrata entro quarantotto ore.

3. I dati conservati ai sensi del comma 1 possono essere comunicati all'abbonato che dichiari di utilizzarli per esclusive finalità di tutela rispetto a chiamate di disturbo. Per i servizi di cui al comma 1 il fornitore assicura procedure trasparenti nei confronti degli abbonati e può richiedere un contributo spese non superiore ai costi effettivamente sopportati.

4. Il fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico predispone procedure trasparenti per garantire, linea per linea, l'inefficacia della soppressione dell'identificazione della linea chiamante, nonché, ove necessario, il trattamento dei dati relativi all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il mancato consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, da parte dei servizi abilitati in base alla legge a ricevere chiamate d'emergenza. I servizi sono individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, sentiti il Garante e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

http://www.privacy.it/codiceprivacy.html

Articolo 10
Deroghe

Direttiva 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002 relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche
Pubblicato sulla GUCE n. L 201 del 31/7/2002

Gli Stati membri assicurano che esistano procedure trasparenti in base alle quali il fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico:
a) possa annullare, in via temporanea, la soppressione della presentazione dell'identificazione della linea chiamante a richiesta di un abbonato che chieda la presentazione dell'identificazione di chiamate malintenzionate o importune. In tal caso, in base al diritto nazionale, i dati che identificano l'abbonato chiamante sono memorizzati e resi disponibili dal fornitore di una rete pubblica di comunicazioni e/o di un servizio di comunicazioni elettroniche accessibile al pubblico;b) possa annullare la soppressione della presentazione dell'identificazione della linea chiamante e possa sottoporre a trattamento i dati relativi all'ubicazione, nonostante il rifiuto o il mancato consenso temporanei dell'abbonato o dell'utente, linea per linea, per gli organismi che trattano chiamate di emergenza, riconosciuti come tali da uno Stato membro, in particolare per le forze di polizia, i servizi di ambulanza e i vigili del fuoco, affinché questi possano reagire a tali chiamate.

http://www.interlex.it/testi/02_58ce.htm

Art. 7
Chiamate di disturbo e di emergenza


Decreto legislativo 13 maggio 1998, n. 171
Disposizioni di tutela della vita privata nel settore delle telecomunicazioni, in attuazione della direttiva 97/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, ed in tema di attività giornalistica
Pubblicato sulla G.U. 3 giugno 1998, n. 127

1. L'abbonato che riceve chiamate di disturbo può richiedere, a proprie spese e anche telefonicamente in caso di urgenza, che il fornitore del servizio di telecomunicazioni accessibile al pubblico renda inefficace la soppressione dell'identificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta. L'inefficacia della soppressione può essere disposta nei soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e per un periodo non superiore a quindici giorni.
2. L'istanza formulata per iscritto dall'abbonato deve specificare le modalità di ricezione delle chiamate di disturbo e, nel caso in cui sia preceduta da una richiesta telefonica, deve essere inviata entro ventiquattro ore.
2-bis. Il fornitore di una rete di telecomunicazioni pubblica o di un servizio di telecomunicazioni accessibili al pubblico deve predisporre procedure adeguate e trasparenti per garantire, linea per linea, l'annullamento della soppressione dell'identificazione della linea chiamante da parte dei servizi abilitati a ricevere chiamate d'emergenza.".

http://www.interlex.it/testi/dlg98171.htm

Direttiva 97/66/CE del 15 dicembre 1997
sul trattamento dei dati personali e sulla tutela della vita privata nel settore delle telecomunicazioni
Pubblicata sulla GUCE n. L 024 del 30/01/1998

Articolo 8
Presentazione e restrizione dell'identificazione della linea chiamante e collegata

1. Qualora sia disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, l'utente chiamante deve avere la possibilità di eliminare, mediante una funzione semplice e gratuitamente, la presentazione dell'identificazione della linea chiamante chiamata per chiamata. Gli abbonati chiamanti devono avere tale possibilità linea per linea.

6. Gli Stati membri assicurano che, qualora sia disponibile la presentazione dell'identificazione della linea chiamante e/o della linea collegata, il fornitore di servizi di telecomunicazione offerti al pubblico informi quest'ultimo di tale possibilità e delle possibilità di cui ai paragrafi 1, 2, 3 e 4.

Articolo 9
Eccezioni

Gli Stati membri garantiscono che vi siano procedure trasparenti che disciplinano le modalità grazie alle quali un fornitore di una rete pubblica di telecomunicazione e/o di un servizio di telecomunicazione accessibile al pubblico possa annullare la soppressione dell'identificazione della linea chiamante:a) su base temporanea, a richiesta di un abbonato che chiede l'identificazione di chiamate malintenzionate o importune; in tal caso, in base al diritto nazionale, i dati che identificano l'abbonato chiamante saranno memorizzati e resi disponibili dal fornitore di una rete pubblica di telecomunicazione e/o di un servizio di telecomunicazione offerto al pubblico;b) linea per linea, per i servizi che trattano chiamate di emergenza riconosciuti tali da uno Stato membro, comprese le forze di polizia, i servizi di ambulanza e i vigili del fuoco, al fine di rispondere a dette chiamate.

http://www.interlex.it/testi/97_66ce.htm

Tutto intorno a te (2)

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fonte Avvenire 18.5.2005

Immaginazione

Il repentino riassetto tim-telecom una nuova forma di terrorismo?

dove va telecom? mistero

Alice...nel Paese che non si meraviglia

E' UNA RIVOLTA VERA QUELLA DEI LAVORATORI DEL CALL CENTER

È una rivolta vera e propria quella dei lavoratori del call center di “Media Service” (una società con sede legale a Roma) ubicata in contrada Romani a Pettino nei pressi della Regione. Le 120 unità che attualmente stanno lavorando per Telecom sui prodotti Alice con un contratto a progetto hanno denunciato ritmi di lavoro impossibili, stipendi irrisori, mancanza totale di prospettiva e problemi logistici all’interno della sede dove ci sono soltanto due bagni (uno per gli uomini ed uno per le donne) per 120 persone. «Siamo stufi di questo sistema - hanno detto - come peraltro più volte è stato descritto nelle trasmissioni delle “Iene”. Le persone vengono prese e subito gettate allo sbaraglio. Se qualcuno si lamenta c’è la rottura del contratto e... avanti un altro». A detta di alcuni l’orario di lavoro è dalle 11 alle 21.30, ma può essere anche di due turni, non c’è alcuna pausa ed il guadagno si aggira a 3 euro netti l’ora nei feriali e di 4 il sabato con una base di minima di 10 telefonate. Per fare un esempio: se un dipendente vende un solo prodotto in dieci telefonate guadagna 20 euro. «È proprio così, i nostri stipendi medi si aggirano sui 350 euro, ma non abbiamo alcuna copertura pensionistica. Insomma è una cottimo selvaggio per persone trasformate in polli di allevamento». L’altro problema è l’organizzazione logistica. «Ci sono soli due bagni e potete capire le file che ci sono, senza considerare l’igiene. Naturalmente queste pause non ci vengono affatto pagate, così come quelle per mangiare. Infatti molti di noi non mangiano... I sindacati? Non abbiamo tutele di nessun tipo perchè non siamo in organico ed il ricambio del personale è frequentissimo. Cosa certa è che non ne possiamo più e non è possibile “strizzare” la gente in questo modo».

Il Messaggero - Mercoledì 22 Novembre 2006

CRM benchmarking 2005

(...) Sono prevalentemente i laureati e gli uomini che nelle strutture operative fanno il
salto di carriera per diventare contact center manager. (...) la retribuzione media lorda annua per un operatore con regime orario a tempo pieno (Full Time Equivalent) si attesta in Italia sui 21.200 euro, ben 1.600 euro in meno di quanto rilevato lo scorso anno.
Naturalmente sono anche presenti differenze tra i diversi settori di attività: il settore in cui si guadagna di più è quello delle Telecomunicazioni (25.000 euro), mentre quello che paga di meno è l’outsourcing con 16.800 euro.

Questo e molto altro sulla sintesi del REPORT BENCHMARKING 2005 di IRSO.
STRATEGIE DI CRM E TREND DEL CUSTOMER CARE IN ITALIA
Vi ha partecipato anche Datacontact

E-Mozioni

Presentata in Aula durante la Seduta Consiliare del 7 Novembre scorso la Mozione (presentata in Aula il 6.6.2006) relativa alla protesta dei lavoratorio della Società DATACONTACT di Matera contro la decisione del Sindaco di Matera di chiudere l’accesso, ai mezzi, ai Sassi.
ad opera di DI LORENZO LATRONICO DI SANZA

Che si saranno detti? Su questo blog alcuni articoli in merito.

E-MOZIONI SENZA SOSTA (o una rottura di...)?

mercoledì 22 novembre 2006

Costi trasmissione dati

Costi della trasmissione dati

fonte Il Sole24Ore

Reati con ricariche false

Talvolta, a qualche cliente bloccato post 9 tentativi sarebbe utile ricordare che...

Servirsi di un codice di accesso ottenuto indebitamente costituisce riciclaggio
Ricaricare il cellulare con un codice falso è reato (Cassazione 32440/2003)

È reato effettuare la ricarica sul proprio telefono cellulare servendosi di un codice ottenuto indebitamente. Lo ha stabilito la Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha precisato che il comportamento incriminato - per il quale il responsabile era stato assolto dall'imputazione di frode informatica - integra gli estremi del reato previsto dalla c.d. legge antiriciclaggio, che dispone che «chiunque, al fine di trarne profitto per sé o per altri, indebitamente utilizza, non essendone titolare, carte di credito o di pagamento, ovvero qualsiasi altro documento analogo che abiliti al prelievo di denaro contante o all'acquisto di beni o alla prestazione di servizi, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire 600.000 a lire 3.000.000». Secondo la Suprema Corte, infatti, la tessera telefonica di ricarica costituisce un documento analogo alle carte di credito o di pagamento, che abilita alla prestazione dei servizi telefonici (nel caso in questione, l'imputato aveva accettato l'offerta di acquisto del servizio di ricarica a metà prezzo utilizzandola indebitamente, in quanto la tessera in questione era stata fraudolentemente sottratta a chi la deteneva legittimamente). Per tale motivo, chi si serve di un codice di accesso indebitamente ottenuto viola la normativa antiriciclaggio. (23 settembre 2003)

Le motivazioni al link seguente
http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=24342&idCat=309

Tutto intorno a te (1)

Speciale "vodafone satisfaction" su Avvenire
Un cumulo di cose interessanti.

"Il nostro obiettivo è la soddisfazione dei clienti. E non si possono avere clienti soddisfatti se non lo sono anche i dipendenti" (Michele Verna, resp.risorse umane vodafone)

"Research has established that there is a definite link between employee satisfaction and customer satisfaction" (Leslie Hansen Harps, Call Center Management Review, July 2000) dallo speciale "Twelve Traits of the Best Managed Call Centers"

clikka per ingrandire l'articolo
fonte Avvenire, 18.5.2005

martedì 21 novembre 2006

Ehilà, montenegretti

Tutti pronti a partire per il monte...negro?

Non si è capito bene se verrà considerato latitante chi rimarrà in Italia o chi andrà in montenegro...

Io oggi ho dato l'adesione

http://criminologia.advcom.it/albania.htm

Paradossi

Cari amici,
ricordate il post del 19/6/06 in cui facevo riferimento a questo paradosso? Di qualche giorno fa le identiche parole riportate sul FOGLIO di Giuliano Ferrara

Il paradosso dei precari
di Giuseppe De Filippi


Il paradosso del mercato del lavoro italiano non è che ci sono tanti precari, ma che i precari guadagnano poco. Ho provato a chiedere la ragione di questa divergenza rispetto all’andamento che dovrebbe essere naturale e non ho avuto risposta. Al massimo mi sono sentito dire che la mia era un’osservazione di buon senso e con ciò la conversazione o l’intervista era troncata.
Ripartiamo dall’andamento naturale: un precario dovrebbe incorporare nel salario la sua precarietà. La flessibilità in entrata e quella, implicita, in uscita dovrebbero valere qualcosa. E anche la flessibilità nelle modalità di impiego, per orari e mansioni, dovrebbe trasformarsi in maggiori guadagni per i lavoratori. E infatti valgono qualcosa, anzi molto, per le mansioni di lavoro più alte, per i dirigenti. Non valgono niente, anzi ne appesantiscono le retribuzioni, per chi fa tutti gli altri lavori.
Allora c’è qualcosa che non torna. Per dare una spiegazione l’unico modo è provare a mettere paradosso contro paradosso, a rovesciare il problema. Magari usando una tesi iperliberale. Il punto è che a creare la debolezza dei precari è proprio il mito del posto fisso. La tutela fortissima offerta ai dipendenti assunti con contratti a tempo indeterminato funziona da polo di attrazione, è un traguardo che giustifica qualsiasi sofferenza. Gli anni del precariato vengono vissuti come una specie di accumulazione di crediti in vista di qualcosa da esigere domani. E’ l’obiettivo del posto fisso a giustificare i bassi guadagni, la flessibilità degli orari, la disponibilità per mansioni variabili e non propriamente individuate nei contratti. E quell’obiettivo influenza pesantemente chi si affaccia al mercato del lavoro. I datori di lavoro lo sanno e palesemente se ne approfittano. E questo vale anche quando il datore di lavoro è lo Stato.
Così nasce il paradosso del precario che guadagna poco. Sta lì e spera, accumula contratti con l’obiettivo dell’assunzione o con quello, minore, della possibilità di fare una causa di lavoro. Viste in questa logica le manifestazioni per strappare la stabilizzazione di rapporti di lavoro degli attuali precari hanno il ruolo, apparentemente deleterio, di rafforzare questa speranza dando ad essa un sostegno politico. E c’è da aspettarsi che il clima che si sta creando nel governo con gli apprezzamenti di Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa per la “bella manifestazione” di Roma contribuisca ulteriormente a tenere alte le aspettative dei lavoratori precari.
L’alternativa ovviamente è quella della maggiore flessibilità in tutto il mercato del lavoro, non solo nella fascia attualmente definita precaria. Con l’aumento della flessibilità in uscita, cioè della licenziabilità, si avrebbe meno interesse a vendersi in anticipo con anni di precariato in vista del sogno di un’assunzione che poi ci possa blindare per il resto della vita lavorativa. Nella parte bassa del mercato del lavoro, nella fase di inserimento, si rafforzerebbe la posizione del lavoratore e dell’aspirante tale. I contratti più facilmente potrebbero rappresentare solo il rapporto tra domanda e offerta di lavoro, premiando la flessibilità e la disponibilità e anche l’entusiasmo di chi comincia l’attività in azienda. La normalità dovrebbe riprendere il sopravvento, trasformando in soldi oggi la mancanza di tutela domani.
Più tutele, invece, portano più precariato e, cosa grave, lo rendono sempre più malpagato. Togliete le garanzie al posto fisso e, contro tutte le aspettative, ci saranno meno precari e guadagneranno di più.

da Il Foglio, 16 novembre 2006

#31# e dintorni

sabato 18 novembre 2006

Un editoriale importante

Cari amici,
vi giro una sintetica ma puntuale analisi, che spero serva in particolar modo a quei colleghi che ho sentito esprimere propri giudizi troppo inclini a pre-giudizi.
Proviene da un grande studioso della LUISS, apprezzato da tutte le forze politiche, già ministro, coraggiosamente contro corrente anche nel suo stesso schieramento, che vedeva la presenza di punte di intransigentismo razzista come quello della Lega.

NON SOLO CLANDESTINI MA GENTE CHE LAVORA
di Antonio Martino

Senza entrare nel merito delle proposte avanzate da Berlusconi e da Bossi in tema di immigrazione clandestina, vorrei cogliere l'occasione del dibattito da esse suscitato per ribadire alcune considerazioni, che a me appaiono fondamentali. L'afflusso apparentemente inarrestabile di immigrati clandestini spinge moltissima gente a guardare all'immigrazione in negativo, come problema di ordine pubblico, quando non causa di potenziali conflitti sociali. E' questa forse la conseguenza più dannosa di quanto sta accadendo: l'opinione pubblica, inconsapevolmente, finisce con l'identificare tuttal'immigrazione con l'afflusso di clandestini e con gli sciagurati che sopravvivono ai margini della nostra società, spesso procurandosi da vivere violando le leggi. La generalizzazione è sbagliata e pericolosa; cerchiamo di non confondere l'afflusso di disperati con quello di coloro che cercano un lavoro e sono in condizione di svolgerlo. Lasciando il primo, problema di ordine pubblico, ai responsabili, vorrei dire qualcosa sul secondo, cioè sull'immigrazione di lavoro in senso stretto, ribadendo considerazioni che non mi stanco di ripetere da molti anni.
L'immigrazione presenta vantaggi economici notevoli per tutte le parti in causa. Nel 1870 l'Australia aveva il più alto reddito pro capite al mondo. Se confrontiamo lo sviluppo economico dell'Australia, che ha seguito una politica di immigrazione rigorosamente vincolata, con quello degli Stati Uniti, che fino alla metà degli anni Venti hanno adottato una politica di immigrazione illimitata, ci rendiamo subito conto dei vantaggi dell'immigrazione: mentre la libertà di immigrazone ha trasformato gli Stati Uniti nella più importante potenza economica mondiale, l'Australia è rimasta, anche a motivo delle restrizioni all'immigrazione, un continente vuoto. E' evidente che l'immigrazione avvantaggia il paese ospitante.
Quanto all'interesse degli immigrati, non viene certo tutelato dalla dilagante retorica terzomondista, invocata a giustificare di "aiuti" ai governi di paesi sottosviluppati dati a condizione che si tengano a casa i loro connazionali! Questa carità pelosa danneggia due volte i cittadini dei paesi poveri, chiudendo loro da un lato l'opportunità di un'occupazione nel nostro paese, e rafforzando dall'altro governi che, con la loro invadenza, inefficienza e corruzione, sono causa non secondaria dei problemi del paese "beneficiario". Né li avvantaggiano quanti sostengono che possano essere ammessi a lavorare in Italia soltanto alle stesse condizioni di lavoro che valgono per gli italiani: per quanto poco possano essere remunerati, si tratterà sempre di redditi enormemente maggiori di quelli che possono guadagnare nel loro Paese.
E non dimentichiamo che, date le nostre tendenze demografiche, l'immigrazione rappresenta l'unica alternativa alla decadenza. L'Italia ha il dubbio privilegio di essere il paese con la più bassa fertilità al mondo e, a partire dal 1992, il numero di nati per anno è sistematicamente inferiore al numero di morti. E' solo per via della - peraltro assai modesta - immigrazione che la popolazione non è ancora diminuita. Se a questo aggiungiamo il rapidissimo invecchiamento della popolazione, ci rendiamo conto che, in assenza di immigrazione, l'Italia sarebbe condannata alla decadenza se non ad una lunga agonia. Tuttavia se vogliamo davvero realizzare i vantaggi dell'immigrazione, dobbiamo impedire che l'apertura delle frontiere ai lavoratori stranieri diventi un elemento sovversivo dell'ordine pubblico. Il che anzitutto impone che quella apertura riguardi i lavoratori stranieri, ma non i tanti sbandati che bivaccano nelle nostre città attratti dal miraggio di una ricchezza ottenuta senza fatica, quando non grazie ad attività criminali. Questo richiede politiche di intransigente difesa della legalità che, garantendo il rispetto delle regole inderogabili della coesistenza civile, rassicurino quanti, non del tutto infondatamente, vedono nella presenza di stranieri non un apporto alla produzione di reddito e di ricchezza ma un elemento di disgregazione sociale ed un pericolo alla sicurezza.
Non ci libereremo dall'incubo della diffusione del razzismo e non riusciremo a realizzare i vantaggi economici della libera circolazione dei lavoratori se non riusciremo a sfatare nei fatti la diffusa e non immotivata sensazione che la presenza di extra comunitari sia in molti casi sinonimo di criminalità. Tanto per cambiare, ci serve uno Stato che sappia davvero assolvere ai suoi compiti istituzionali, garantendo la nostra sicurezza. Altrimenti, finiremo col diventare un paese xenofobo, il che sarebbe a dir poco ironico, essendo stati per oltre un secolo della nostra storia unitaria un paese di emigranti.

da editoriale de "La Nazione" (19/5/2000)

Come t'illumino i dipendenti


fonte Il Mondo, 17 Nov 2006

Riferimento reclami via email

Cari colleghi,
quante volte, al posto del fax 800600119 avremmo voluto (o il cliente avrebbe voluto) dare (avere) un più comodo indirizzo di posta elettronica?
Ecco a voi quello (autorevolemente, spero) fornitomi dal presidio TIM. E' pubblico, quindi no problem!
A presto

etim119@web119.tim.it

Brutte situazioni

Da Taranto, lettera al direttore: Su call center Teleperformance

Come lavoriamo a Teleperformance. Egreg. Direttore, in questi giorni abbiamo notato che su alcuni giornali stanno apparendo interventi sulla situazione di noi lavoratori del call center Teleperformance. Vorremmo, quindi, chiederLe di pubblicare questa nostra lettera che testimonia dall'interno la vera realtà che noi viviamo. Vogliamo far sapere però che da settembre con lo slai cobas abbiamo aperto una vertenza con l'azienda perché il nostro lavoro sia riconosciuto per quello che è realmente: lavoro dipendente e ottenere tutti i diritti retributivi e normativi previsti dai contratti. Per entrare nel call center Teleperformance si deve superare un primo colloquio - abbastanza strano dato che viene svolto da psicologi e 4 giorni di formazione. Subito si inizia a comprendere che non sarà facile il tragitto. Ti viene dato un contratto a progetto totalmente illusorio e denigrante. Sembrerebbe sicuro, ma dal momento della firma capisci che l'azienda usa regole arbitrarie, capisci quanto sia fasullo il discorso della gestibilità dell'orario di lavoro quando invece puoi essere licenziato per "assenteismo". La giornata lavorativa si svolge su due fasce orarie, la mattina e il pomeriggio. Ognuno di noi lavora "all'interno" di un gruppo formato da circa 15 persone; per ogni gruppo di lavoro c'è la figura del "coach", che segue il lavoro e i lavoratori. Una volta in postazione davanti al terminale, arriva la telefonata precedentemente selezionata da un sistema automatico. Le telefonate arrivano con intervallo di pochi secondi l'una dall'altra. Si fanno anche 350 telefonate in un giorno. Il responsabile del gruppo, chiamato "coach", conosce nei dettagli i tempi lavorativi del singolo operatore telefonico, dal tempo trascorso per effettuare la telefonata, alla durata della telefonata, al tempo della pausa., ecc. Tutto, insomma, ogni singolo istante!! I coach ascoltano la tua chiamata e ne giudicano le modalità, i tempi; possono addirittura inserirsi nella tua chiamata e chiudere il contratto al posto tuo. Se non rispetti i tempi lavorativi, il "coach" (a discrezione dello stesso) segnala al lavoratore questi parametri "negativi". Bisogna totalizzare un certo numero di contratti giornalieri e mantenere i primi posti in una classifica, dove ti vengono assegnati dei punti sia per contratti sia per ore lavorate sia per come conduci le telefonate e per come ti comporti verso l'azienda. Questa classifica viene aggiornata ogni giorno, ed è la spada di Damocle sulla testa dei lavoratori che ogni giorno vanno a guardare con timore se sono scesi in classifica. Ogni due ore trascorse al telefono, c'è la pausa lavorativa di 15 minuti; se in un altro momento abbiamo bisogno di allontanarci dalla postazione telefonica (per esempio, per esigenze fisiologiche), soprattutto i nuovi assunti, dobbiamo chiederlo al "coach", come capita a scuola. Purtroppo capita spesso, come se fosse un sistema voluto e collaudato che al lavoratore che non rispetti i tempi delle pause lavorative anche per soli due o tre minuti, vengono tolti tutti i 15 minuti dall'orario giornaliero lavorativo (anche questa operazione è a discrezione del "coach"). Le nostre conversazioni al telefono, a turno, sono ascoltate, valutate, criticate da persone preposte al "controllo" della telefonata (qualità). Prendiamo meno di 5 euro all'ora. L'operatore senior rispetto a quello junior viene pagato solo 0,50 centesimi in più ma deve mantenere un budget più elevato. L'operatore junior se vuole mantenere il posto deve realizzare 1 contratto ogni 4 ore lavorate. Nel momento in cui non dovesse farne, prima di essere licenziato, viene spostato in un gruppo di "recupero", dove il lavoratore si sente fortemente penalizzato e viene visto con occhi di paura dagli altri; a questo punto o il lavoratore si "incaponisce" nel lavoro, o si "lascia andare", andando così incontro all'inevitabile licenziamento. Lo stress emotivo sommato alle ore di lavoro, dove tutto si svolge in modo velocizzato, comprese le pause, porta tanti a forme di esaurimento anche dopo un mese di lavoro.

fonte Caserta 24 Ore

venerdì 17 novembre 2006

Statistiche sul posto fisso

Guardate un pò la curiosa forbice del tempo indeterminato tra diplomati & laureati (pag.2)
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fonte Il Sole 24 Ore 27.9.2006

Salvataggi

Ella peppa, addirittura sulle agenzia stampa!
Bravo il collega Peppino

Cronache 16 nov 21:52
Brescia: sbaglia e chiama 119, salva grazie operatore

BRESCIA - Si e' sentita male e ha provato a chiamare il pronto intervento. Ma invece di digitare il "118" ha chiamato il "119" della Tim. Cosi' una donna di 50 anni, di Brescia, e' stata salvata grazie a un operatore di un call center di Matera. Il ragazzo ha chiamato il "113" della Polizia fornendo il numero della signora. (Agr)

Il regresso al posto del progresso

Ricariche dei cellulari, altolà delle Authority all'«anomalia italiana»

Basta con le ricariche telefoniche gravate dal balzello del cosiddetto contributo, che finisce per pesare di più sulle tasche di chi ha meno soldi in tasca. L'Antitrust e Autorità per le comunicazioni, dopo una lunga e approfondita indagine, si preparano infatti a intervenire sui costi delle ricariche dei cellulari che sono «un'anomalia tutta italiana». Un'anomalia - visto che in Europa le compagnie telefoniche non contano su un analogo meccanismo di extra-profitto garantito - che, soprattutto, rende opache le tariffe effettive.«In base ai risultati dell'indagine - spiegano le due Authority - ci sono i margini per un intervento dell'Agcom, in relazione agli elevati contributi di ricarica, per garantire tutte le fasce di clientela, specie quelle economicamente più deboli. Gli operatori dovranno inoltre fornire informazioni trasparenti in grado di permettere agli utenti scelte di consumo consapevoli».Nel 2005 i ricavi al lordo dei costi per Tim, Vodafone, Wind e Tre sono stati circa 1,7 miliardi di euro, «corrispondenti ad oltre il 15% degli introiti complessivi delle schede prepagate». Anche in considerazione del peso che hanno le ricaricabili in Italia: 90% del mercato contro il 50% in Europa. In particolare, è stato stimato che il margine specificamente riferibile ai soli contributi di ricarica è nell'ordine del 50-55%, per un valore di circa 950 milioni di euro nel 2005.Per le Autorità, la revisione o il totale abbattimento del contributo fisso di ricarica «renderebbe più trasparente le offerte e ne aumenterebbe la comparabilità. Verrebbe inoltre eliminato quel carattere di regressività del costo di ricarica, che incide in misura maggiore sui tagli inferiori, creando effetti distorsivi per i consumatori più deboli». L'indagine conoscitiva sarà inviata alla Commissione Europea.

fonte Il Sole24Ore, 16 Nov 2006

TABELLE PRODOTTE DALL'AGCOM

COS è la vita



NAPOLI: Invaso il call center della COS. Domani sciopero dei precari

Stamane decine di attivisti, precari e studenti hanno invaso i call center della COS al centro direzionale di Napoli, attraversando con un corteo interno i tre piani di Call center all'Isola F2. Dopo un corteo interno su tre piani, che ha visto la gioiosa partecipazione emotiva di centinaia di precari e precarie che per un po' di tempo hanno potuto alzare la testa dai monitor e dalle tastiere, altri attivisti delle reti dei precari napoletani hanno inscenato un presidio sotto il palazzo della COS, recintando la "zona ad alta precarieta' ". Di tutta risposta i signori dei call center hanno blindato il palazzo impedendo a chiunque di entrare o uscire dall'edificio, causando, ed e' quello che si sperava, un corto circuito nel funzionamento della macchina dello sfruttamento. La Cos e' la prima azienda nel settore dei call center con una quota del 36 % del mercato, tra le aziende controllate c'e' ATESIA che risulta essere al primo posto in Italia ed all' ottavo nelle classifiche internazionali con un fatturato al 2004 di 53milioni di euro con oltre 130 numeri verdi gestiti tra cui ci sono Telecom , Alitalia e Sky.

fonte Caserta 24 ore

giovedì 16 novembre 2006

Io, MMT & tu

MilleunaTim: scadenza al 31.12.2006

Notizia uffciale
03/11/06 - Operatori - A causa di problemi tecnici al servizio 4848 MilleunaTIM la data di scadenza è spostata al 31 dicembre 2006 dopo di chè le lune di questa edizione saranno azzerate e quindi non più utilizzabili. Consigliamo a chi pensa di non riuscire a prendere uno dei premi di donarle ad un amico visto che comunque, in caso di scadenza, non servirebbero a nessuno.

Commento scritto da Isiah
Che cosa??? ed io devo rinunciare a quasi 7000 lune per il vs. servizio di merda? mi che questa storia sta andando da troppo tempo per lunghe, vi confermo gentre, che da ben 2 mesi dicomno che il sistema è andato in crash e non funzionabile..dicendo di riprovare che a giorni si risolve. A questo punto credo che anche al 31.12 non si risolverà la cosa, se avessi tempo denuncerei la cosa, voi cosa mi consigliate?
...
Fiori...per il funerale di mmt, forse?

domenica 12 novembre 2006

Stasera Report Rai3


GLI ESTERNALIZZATI
di Michele Buono, Piero Riccardi
In onda domenica 12 novembre 2006 alle 21.30
Infermieri, centralinisti, archivisti, impiegati, sono diventati tutti lavoratori co.co.co, a progetto, interinali, noleggiati a ore, esternalizzati. Lavoratori pagati trecento, cinquecento, o se sono fortunati, ottocento euro al mese. E senza avere diritto alle ferie, ai giorni di malattia, e neppure alla pensione. Uno dei casi più eclatanti, é quello di Atesia , la società di call center più importante d’ Italia che su 4 mila lavoratori ne ha ben 3.200 a progetto. Solo nella Pubblica Amministrazione sono 350 mila gli esternalizzati. Ma la sanità ne attinge a piene mani. Gli ospedali pubblici italiani, come il Sant’ Andrea e il Policlinico Umberto I di Roma, ne sono pieni. Spesso questi precari sono i soci lavoratori delle centinaia di cooperative che forniscono infermieri, ausiliari, cuochi, personale delle pulizie e quello per l’ amministrazione. La legge Biagi aveva, tra le altre cose, l’intenzione di trasformare il lavoratore a contratto di collaborazione continuativa, il cosiddetto co.co.co, in un lavoratore con compiti più delineati e con più garanzie. Nasceva così il lavoro a progetto. La sua applicazione é stata però un fallimento, che in alcuni casi ha aumentato la precarietà e ha pure portato a un’ evasione del versamento dei contributi. Ufficialmente si esternalizzano i servizi per risparmiare. Alla fine si scopre che se questi lavoratori fossero internalizzati si risparmierebbe in alcuni casi fino al 40 % . Alla fine il lavoratore esternalizzato costa di più, e ha meno diritti di prima. Ma allora chi ci guadagna?

mi scuso per il ritardo nell'avvisarvi...
http://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html

Chi ricarica tim?

Autorevoli considerazioni su una manovra pre-azzeramento costi di ricarica che, a parere di Poletti, altro non è che un'inc.....!

TLC: da Tim spot ingannevole su azzeramento costi ricarica

Il capogruppo dei Verdi in Commissione Cultura alla Camera Roberto Poletti ha espresso “pieno appoggio” alla petizione lanciata dal giovane studente Andrea D’Ambra contro i costi di ricarica per i cellulari che, ad oggi, ha raggiunto oltre 650mila firme attraverso il sito http://www.aboliamoli.eu/. In particolare, Poletti ha segnalato l’avvenuta presentazione di un esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole per lo spot ‘Tim azzera i costi di ricarica’. “Abbiamo ricevuto anche numerose segnalazioni di persone attirate dallo slogan dello spot – ha annunciato Poletti - ma poi, una volta contattato il call center della Tim, si è scoperto che le condizioni del piano pubblicizzato sono ben diverse: l’utente deve pagare 5 euro per attivare il servizio, bisogna passare necessariamente ad un piano tariffario che ha costi piu' elevati (la ‘tribù’) e il bonus che si riceve successivamente, equivalente al costo di ricarica, può essere utilizzato soltanto per sms e chiamate esclusivamente verso gli appartenenti alla ‘tribù’, e quindi non verso tutti gli altri utenti di telefonia mobile”. ”Una babele di condizioni sfavorevoli pubblicizzata come una rivoluzione: siamo dunque di fronte ad un comportamento inaccettabile e scorretto nei confronti dei consumatori”, ha osservato Poletti, che ha chiesto, appoggiando l’esposto presentato da D’Andrea ed in attesa della conclusione dell'indagine congiunta Antitrust-Agcom, “l’immediata sospensione dello spot e un intervento riparatore a tutela delle famiglie e dei giovani, target principali della pubblicità ingannevole”.

fonte ecquologia 10/11/2006

Tele...performance

Taranto, contro i licenziamenti: Su Call center Teleperformance

In questi giorni sono in corso decine e decine di licenziamenti di lavoratori della Teleperformance di Taranto, il call center più grande della Puglia (con 1600 lavoratori), tra i primi a livello nazionale. I lavoratori denunciano finora più di 50 licenziamenti, benchè il numero esatto non viene conosciuto perchè l'azienda arriva a negarli. Da un giorno all'altro i lavoratori vengono chiamati dall'azienda che gli mette in mano una asettica comunicazione con cui li rimanda a casa per "mancato raggiungimento o mantenimento dei livelli di servizio minimi". Tradotto, vuole dire che secondo l'azienda non hai fatto abbastanza contratti, in una situazione in cui ogni giorno questo livello "minimo" si alza sempre di più, mentre si abbassano i tempi in cui si devono raggiungere gli obiettivi. La Teleperformance, grande multinazionale, come ha dichiarato in un incontro con lo slai cobas, ha come obiettivo solo e soltanto "GLI UTILI", per questo unisce l'utilizzo dei lavoratori come manodopera "usa e getta", ad un lavoro, mascherato come "collaborazione a progetto" - ma in realtà più subordinato che non si può, in cui il lavoratore e l'attività vengono ipercontrollati ogni minuto dai responsabili di gruppo, in cui anche un ritardo di pochi minuti dal rientro dalla pausa ti fa perdere tutti i 15 minuti di pausa (questo solo per fare degli esempi), per un salario di meno di 5 euro all'ora, senza diritto a ferie, malattia, 13°, ecc.
MA PER L'AZIENDA NON ESISTONO QUESTI LICENZIAMENTI! COME HA SCRITTO NELLA RISPOSTA ALLO SLAI COBAS: "la nostra azienda non sta procedendo affatto a "licenziamenti di lavoratori"... si sono verificati casi di legittimo recesso da parte nostra da contratti di collaborazione a progetto ex art. 8.4.dell'Accordo Quadro, sottoscritto dagli interessati; vale a dire vicende - si ripete, pienamente legittime - ben diverse dai pretesi, ed insussistenti,"licenziamenti"... pertanto, non sussiste il dichiarato presupposto per la proclamazione dello "stato di agitazione", da cui pertanto Vi invitiamo ad astenerVi..." Nella situazione di dissesto di Taranto, in cui si perdono salari e posti di lavoro, anche in questa azienda per i giovani di Taranto non c'è futuro!
LO SLAI COBAS TARANTO CHE DA SETTEMBRE HA AVVIATO LA MOBILITAZIONE - realizzando un primo incontro con l'azienda - PER LA TRASFORMAZIONE DEI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO, E CHE HA GIA' FATTO RIENTRARE UN LICENZIAMENTO, HA CHIESTO ALLA TELEPERFORMANCE DI SOSPENDERE QUESTI LICENZIAMENTI E RIAPRIRE SUBITO LA TRATTATIVA. LUNEDI' 13 NOV. ALLE ORE 15 CONVOCHIAMO I LAVORATORI LICENZIATI DAVANTI ALL'INGRESSO DELLA TELEPERFORMANCE (Paolo VI). CONVOCHIAMO PER LA STESSA ORA UNA CONFERENZA STAMPA - a cui invitiamo tutte le televisioni e i giornali per sentire dalla diretta voce dei lavoratori la vera realtà del lavoro precario nel più grosso call center della Puglia.

[Fonte: SLAI COBAS TARANTO - 347/5301704 - 099/4792086 - cobasta@libero.it]

sabato 11 novembre 2006

Vorremmo fare luce...

...su tutti i problemi recenti di ccrm web, visualizz.traffico, ecc..ma come si fa?
se poco poco ci proviamo mancano pure le lampadine (il piccolo cimitero è sempre pieno!)

venerdì 10 novembre 2006

Intercettazioni

Nella nuova KB 1032 (nuova offerta silenti) leggo, tra l'altro:

Non appena il cliente contatterà il 4916, verrà intercettato e messo in contatto con un operatore Telic che gli proporrà l’offerta e, se il cliente accetta, provvederà all’attivazione.
Così, con nonchalance, si osa ancora utilizzare tale terminologia, dopo lo scandalo delle intercettazioni di personaggi potenti...ora anche tutti i clienti ad alto valore?!

giovedì 9 novembre 2006

Non ha anche TIM 25 mln di clienti?

"Si apre la possibilità di lavorare al call center da casa o in movimento"

clicca per ingrandire


Opinione di un cliente sui servizi ibox-wap

Navigare... un' Odissea
Un'Opinione di TheTmx su Tim.it (6 Novembre 2006)
Lo consiglieresti ai tuoi amici? No

Dopo le mie particolari "impressioni" circa il call center della TIM (il 119) non potevo ritirare la promessa fatta, ossia di dire la mia anche sul sito della TIM.

Quel che segue è una sorta di racconto riguardo una specialissima navigazione, praticamente vi racconto cosa vedo e come interpreto quel che succede durante una navigazione sul sito della TIM che dovrebbe durare meno di 5 minuti ma che mi ha rubato oltre mezz'ora. La cosa è abbastanza imbarazzante. L'opinione è lunghetta ma costerà meno tempo a voi per leggerla che a me per scriverla, dategli un'occhiata.

Prima di iniziare vorrei premettere una paio di cose: 1) il sito in questione è quello della TIM, non quello di un'aziendina di un paesino sperduto, si tratta di un'azienda leader nelle telecomunicazioni in Italia (e anche all'estero!). Il personale addetto alla manutenzione di qualsiasi servizio dovrebbe essere qualificato e ogni forma di disservizio o malfunzionamento non dovrebbe avere un aspetto cronico, cosa che in realtà accade sistematicamente. 2 ) Il profondo odio nei confronti di un tale servizio non nasce da un pregiudizio ma dagli infiniti problemi che mi ha causato, in particolar modo nei momenti di difficoltà quando avevo assoluto bisogno di ricevere delle importanti email e, per un infinità di motivi che leggerete avanti, non ho avuto modo di farlo e mi sono trovato frasi tipo "pagina non esistente", "servizio temporaneamente sospeso", "timeout scaduto", ecc.. Ho avuto problemi con il traffico, con i messaggi e con tutto il resto, nei momenti più impensabili… Questa repulsione nasce anche da una serie di testimonianze che mi hanno fatto pensare che quanto accade non è perché sono "sfigato" ma perché è SISTEMATICO. 3) Nonostante la banalità e semplicità con cui scriverò questi aneddoti, ho cognizione di causa riguardo i servizi di questo tipo in quanto parte integrante dei miei studi e del mio lavoro. 4) Le mie opinioni riguardano il sito attuale visto che lo cambiano spesso, tuttavia "molti problemi" sono sicuro che si verificano anche se state leggendo questo messaggio e il calendario ha appeso il mese di dicembre 2020.

I primi tempi era bellissimo, il sito funzionava "benino", fatto in un HTML carino, poche animazioni e tanta libertà (SMS gratuiti, spazio abbondante sulla mail (per allora), e diversi servizi gratuiti quale i promemoria su SMS, SMS a tempo ecc..). Poi le cose sono cambiate. Come avevo detto nell'altra opinione purtroppo sono legato in maniera inscindibile (per ora) al loro account mail (solo quello) per motivi di lavoro quindi non posso, per ora, abbandonarlo. Prima di scrivere queste righe ho provato a lanciare "
www.tim.it" su FireFox, dopo 20-30 secondi si è aperta l'home page. Lo stesso test con "www.155.it", "www.190.it" e "www.h3g.it" (o "tre.it", è uguale) ha impiegato meno di 2 secondi. Eppure sto su una linea aziendale a larga banda...Se ora ripeto il test con TIM i tempi sono diminuiti, ma ci sono diversi fattori da tenere in considerazione...Ma passiamo al sito in se per se. Navigarci dentro è abbastanza antipatico: scritte piccolissime, grigio su bianco e una marea di animazioni che occupano gran parte dello schermo. C'è anche la pagina per la navigazione semplificata per gli ipovedenti... provate a scovarla e immaginate di non vedere bene lo schermo. Mettamo login e password ed entriamo. Ops.. oggi cambiano le password. Per motivi di sicurezza devo cambiare la password (si fa solo dal telefono) e ne devo mettere una di 8 cifre (ma solo di otto, attenzione! Non sette e non nove…). La password deve essere numerica. Praticamente devo trovare un numero di 8 cifre facile da ricordare... Numeri di telefono da 8 cifre non sono molti, col prefisso sforiamo di sicuro. Vediamo... mi tocca mettere una data! (xx/xx/xxxx = 8cifre). Diciamo che il 98% degli utenti userà una data.Cambio la password ed entro, mi arriva un sms che mi dice che qualcuno sta nella mia pagina personale. Questo è buono. Ah... se sbagliate la password quattro volte la dovete modificare (sempre dal telefonino). Adesso potete divertirvi a tentare l'accesso nelle caselle dei vostri amici e a bloccare loro gli account!!! In un minuto ne bloccate una decina, bella trovata.. bravi!!Trovo qualche informazione utile sul mio telefono. Vado sui dettagli (esigui) della scheda e mi arriva un nuovo messaggio che mi avverte che qualcuno sta visualizzando i miei dati. Entro nel dettaglio delle chiamate e scelgo di visualizzare il dettaglio delle chiamate in un tempo specifico tra due giorni, clicco e mi torna la scritta "Non ci sono dettagli disponibili", poi mi accorgo che... la spunta su "scegli periodo" ce la devo mettere io! Praticamente se si specifica un periodo tra due giorni che non sono quelli di default, la selezione non va in automatico verso la ricerca a periodo ma rimane spuntato "Ultimo giorno (ieri)". Ho constatato e questa cosa ha fatto girare le... scatole a molte persone. Specificando tutto come vogliono loro riesco a vedere il mio traffico suddiviso in diverse voci su diverse pagine. Il mio traffico è ormai esiguo (prima non lo era affatto) e per avere una analisi dettagliata decido di esportare il tutto su un foglio excel (come proposto da un opzione), almeno evito di stare a caricare diverse pagine con 10 righe per ognuna (calcolate che ai tempi avevo anche 20-50 pagine da spulciare tra chiamate fatte, ricevute, sms, connessioni dati,…). Salvo il file excel e… mi esporta solo quello che vedo! Assurdo! A che cavolo serve? Praticamente dovrei fare il mix di 20-25 fogli excel esportati ognuno da una pagina diversa e caricata a parte. Ma non posso avere TUTTO il traffico in un solo foglio? Certo che… NO! (provate a farlo con Wind e sentite la differenza). Rinuncio al traffico. Andiamo sulla "ibox". Da qui posso scrivere e ricevere mail, fax, sms, mms, video e tutto quello che la tecnologia mette a disposizione. Peccato che il sito sia lentissimo e le applet Java falliscano spessissimo lasciando le pagine bianche (fenomeno riscontrato da tutti i miei conoscenti). Prova e riprova… finalmente riesco a vedere le mie mail, è pieno di spam. Un filtro? Ah, no... non c'è! Dimenticavo...Clicco "nuova mail" e mi ritrovo la scritta rossa "Errore di elaborazione della richiesta " qualsiasi sia la mia "richiesta". Mi viene subito in mente: "anche oggi?!" Fortuna che consulto la posta con Thunderbird (tramite pop non si fallisce quasi mai). Faccio il reload e rivedo le mail. Clicco "nuova mail" e... ora funziona. Le opzioni di invio sono veramente poche e mi chiedo come mai ci sia la possibilità di scrivere la mail in HTML e quanta gente abbia cliccato la spunta "scrivi in HTML" dato che non sa neanche cosa sia. Forse la scritta "testo formattato" sarebbe stata più indicata. Ho 20 mega a disposizione (cestino incluso) e mi chiedo come mai un servizio a pagamento (perchè "è" a pagamento in quanto acquirenti del fantomatico UNI TIM) debbano avere spazio che è lo 0.8% di un servizio gratuito quale quello di gmail o altri (2 giga e mezzo)... Cerco in giro, perché come al solito le informazioni utili sono ben nascoste, e trovo che pagando 2 euro ogni 10 mega si può ottenere un'estensione dello spazio fino a 50 megabyte (10 euro). Ma sono una tantum o al mese? Non è dato saperlo. Dopo una marea di mail al servizio assistenza dove chiedevo come sia possibile che un account di mail fosse senza uno straccio di antivirus (mi arriva tanta di quella immondizia!) non mi è stato mai risposto. Anzi vorrei sapere se qualcuno ha avuto mai una risposta ad una mail mandata al customer care. Adesso vengo a scoprire esiste TurboMail... clicco la pubblicità sul banner (enorme) sul basso e noto che mentre sto cliccando è cambiata la pubblicità ed è diventata quella del blog. Di lì a poco ho un sms sul telefono che mi dà una nuova password. Torno indietro e riesco con uno scatto a beccare il banner nel momento giusto. E' un servizio che non risolve la cosa, permette di ricevere ed inviare gli sms non sul cell ma sulla posta elettronica... ci manca solo questo. Ri-clicco Ibox e trovo la scritta: "Siamo spiacenti ma la pagina da lei richiesta non esiste". Che cosa? Ho cliccato sul logo "i-box"...Torno indietro a colpi di backspace (nonstante il sito sia in https) e ritrovo la casella di posta. La pagina è corrotta e continua a caricare all'infinito. Clicco sul logo e ricomincio da capo. Intanto accuso molta fatica agli occhi, i font sono davvero minuscoli. Clicco di nuovo sulla bustina "ibox"... torna sempre sulla stessa pagina: secondo loro non esiste. Inizio ad arrabbiarmi. Clicco ora su SMS, magari passo da lì... niente, mi ritrovo sempre nella homepage. Vuoi vedere che... sì, mi ha aperto in background un'altro browser (ne ho aperti diversi) e me ne ritrovo due. Se chiudo quello principale perdo il login. Proseguo lo stesso.Che trovo? "Spiacenti... pagina non trovata". Svuoto la cache del browser, finalmente funziona. Che roba!A sinistra clicco: personalizza, si apre una sorta di menu che si intreccia sovrapponendo le scritte. Ma l'hanno testato sto sito? Leggo: "Antivirus", la mia salvezza. Clicco e trovo che "non è attivo".Ecco il problema! Ora l'attivo ma… che leggo? Cito testualmente (copia e incolla):<<>> MA STIAMO SCHERZANDO?!?! Devo pagare per un servizio che danno gratuitamente quasi tutti (e che per giunta limiterebbe pure il rischio di infezione tra utenti TIM)? Stanno mendicando 5 euro… all'anno!Io non ho parole! Per me è una vergogna. Questo è quello che penso.

Telefoni top secret sul corsera

Intercettazioni, corsa ai telefonini inviolabili
Ideato a Torino il software per i Gsm. L’ultimo modello: 4.000 euro
di Grazia Maria Mottola

Se può, Paolo Guzzanti, senatore Fi, lo usa. Per gli appuntamenti importanti. Badando di staccare la batteria, in caso contrario, «perché il cellulare anche da spento può servire agli spioni». Un «criptofonino », al posto del normale telefonino, il suo. L’ultima frontiera della telefonia mobile, quella che si è fatta le ossa su casi «illustri» di intercettazioni, inchieste giudiziarie e «vittime» inconsapevoli. Un cellulare a prova di spioni. Più caro di quello normale, ma davvero inviolabile. Non solo per Guzzanti. Altre migliaia di italiani, assolutamente protetti dall’anonimato, li hanno comprati. Non più conversazioni vocali, ma parole tradotte in linguaggio cifrato, in viaggio nell’etere, inutilmente intercettate. Ma solo se a comunicare sono due cripto-telefonini. E gli investigatori avvertono: «Aumentano le telefonate mascherate con sistemi di "criptaggio" che oggi non siamo in grado di decifrare. Se Moggi o Ricucci avessero parlato usando questi cellulari, le cose sarebbero andate diversamente ». Sotto la lente degli addetti ai lavori ci sono degli algoritmi, responsabili della trasformazione delle parole in flusso di dati, segretissimi. Il sistema più conosciuto è l’Aes 256. Finora nessuno lo ha scalfito. È il vanto della prima azienda italiana del settore, la Caspertech, nata nel 2003 da un incubatore del Politecnico di Torino, intorno a un gruppo di informatici sotto la guida di un docente universitario. Con questo sistema ha creato un software, applicabile a tutti i Gsm. Quasi a buon mercato: 1.950 euro. Le vendite? Numeri top secret, ma, dicono, nell’ordine di migliaia. «Ce li chiedono anche all’estero — spiega Ferdinando Peroglio, direttore commerciale —. Soprattutto imprenditori che commerciano con i Paesi dell’Est, dove le intercettazioni illegali sono diffuse. Poi commercialisti, politici. Ecco, Paolo Guzzanti è il nostro testimonial ». Per tutti un unico scopo: proteggersi dalle intercettazioni illegali.

continua su Corsera 31 ottobre 2006

mercoledì 8 novembre 2006

Pagherà il solito "Stato"?

clikka per ingrandire

fonte Avvenire 25 Ott 2006

Con un Avvenire davanti

clikka per ingrandire

fonte Avvenire 25 Ott 2006

martedì 7 novembre 2006

RELAXatevi un pò

TIM Tutto Relax Internet - parte I
venerdì 29 settembre 2006 15:21:34

provate a leggere i commenti di Boh che seguono sul blog...qui

Io non mi sono rilassata affatto quando ho aperto oggi il conto della TIM di 960,36 Euro per due mesi! Il servizio? Tutto Relax Internet!

Acquistando una PC Card di TIM Alice Mobile Broadband, offerta a 49 Euro e attivando Tutto Relax Internet HSDPA (fino al 31 Agosto 2006), sarà possibile avere 500 Megabyte di traffico internet ogni mese per 12 Mesi al costo di 19.95 Euro al mese.

Sapevo bene di non aver sforato con i Mb quindi ho chiamato la mia dolce metà dicendo che c'era uno sbaglio, ovviamente è immediatamente andata su tutte le furie e mi ha urlato che lo diceva lui che bisognava ecc. ecc. ecc. e io non dovevo bla bla bla e poi non ho fatto ribla ribla ribla. Poi mi ha riattaccato il telefono quando mi ha detto di faxargli la bolletta e io gli ho chiesto: a quale numero? (perché non ce l'ho, ovviamente). Risultato concreto: niente.

Allora mi sono attaccata al telefono e ho parlato con due operatori, mesti e del tipo: "che ci vuoi fare? Ti devi rassegnare". Alla fine li ho convinti a passarmi l'ufficio commerciale. Lì c'era Roberta V652 di Pavia -- che ha resistito fino all'ultimo a darmi il nome e il codice quasi fosse un segreto di stato -- che mi ha detto con voce triste e sconsolata che non mi devo preoccupare, è capitato anche ieri che avevano sbagliato bolletta: mi avevano addebitato il consumo pieno e non l'offerta Tutto Relax Internet.

Ho fatto controllare il consumo e avevano sbagliato anche quello. Se ho sforato, nel mese di agosto, è stato forse per 1 Mb: 3,5 Eu + IVA. Non mi preoccupo, ma come si risolve? Dico:

Mi ha detto che ho consumato di meno, 23 Mb a luglio e 480 ad agosto, come posso aver sforato, comunque, i 500 mensili? Lei mi ripete monolitica:
Se ha sforato è per 3,5 Eu + IVA.
Ma dal 24 al 31 luglio potevo usare fino a 250 Mb!Risponde monolitica e anche scocciatissima:
No, erano 130.
Ma scusi c'è scritto...
Lei (cioè la mia dolcissima metà, che me l'ha detto) ha capito male. Secca come un proiettile.
Vabbè, lui ha capito male. Non ho sforato, anzi, sono stata ben al di sotto, ma se ho sforato devo pagare extra 3,5 Eu + IVA (perché poi?). Risultato concreto? Niente, perché lei avrebbe informato gli agenti di Milano e loro avrebbero provveduto a ritelefonarmi.
Chiedo una copia della mail o del fax agli agenti di Milano, Roberta V652 di Pavia mi risponde che loro, devo capire -- il tono condiscendente cadeva giù da altezze inimmaginabili -- lavorano così: a fiducia.
Ma che fiducia posso avere in un'azienda che mi addebita ben 960,36 Euro invece del solo canone del contratto, aggiunti i famosi 3,5 Eu + IVA -- che a questo punto pagherei pure volentieri, se fossero solo quelli?
Senta io devo rispondere ad altre chiamate.
Se mi telefonate massimo entro martedì, come mi avete detto, e mi mandate la bolletta esatta, bene, altrimenti vi faccio causa! Non ho un record, non ho niente in mano solo la bolletta sbagliata e la sua parola.
Senta noi lavoriamo così io non ci posso fare niente e poi non sono neanche responsabile ho sbagliato io a darle il nome e bla bla bla. Allarmata. Avrebbe dato chi sa che per non avermi mai risposto, ora so anche il suo nome!

Lei non è responsabile per l'azienda, anzi, neanche per quello che fa, infatti non avrebbe dovuto neanche darmi il nome. Con quello che la pagano! Prende 850 Euro netti al mese full-time. Sì vabbè ma io? Un'ora di spiegazioni e negoziazioni. Risultato concreto? Ancora niente.

Come andrà a finire?
P.s. del 15 ottobre: oltre a scoprire che tanti in Italia sono stati truffati, oltre a scoprire che la bolletta di 960,36 Euro, nonostante le rassicurazioni di Roberta V652 di Pavia, è arrivata puntuale direttamente sul conto, ho anche pensato che la Roberta in questione non mi ha neanche detto che c'è una modulistica speciale per i reclami, da faxare entro un certo lasso di tempo. Peccato che il loro fax stacchi dopo la prima pagina. Domani sento il mio avvocato per sentire le opzioni e mi attivo con l'Associazione consumatori, Striscia e Rai3. Vedremo. Certo è che zitta proprio non ci sto. fra i tag di questo post ho aggiunto truffa.

Aggiornamento. Come scrive Boh, questa mattina (quattro giorni dopo l'addebito) un'email da CartaSi mi annuncia che è stato fatto lo storno della bolletta TIM. La carta è ancora bloccata, dato che il massimale è comunque stato superato, ma almeno i soldi dovrebbero essere tornati. Se non avessi attivato le notifiche di CartaSi sarei ancora qui a rodermi il fegato. Grazie a tutti quelli che hanno ripreso questo post, ora vediamo se riesco a chiudere il contratto senza rimetterci, in modo da passare a un operatore più serio, con TIM non voglio avere più nulla a che fare.

E' una truffa bella e buona: sottoscrivi l'offerta Tutto Relax Internet di TIM, che prevede mezzo Gb al mese per 19 euro, e alla prima bolletta ti trovi mille o duemila euro di addebito. Dopo ore perse a cercare di parlare con il servizio clienti, trovi un operatore che ti conferma che: a) TIM ha sbagliato il conteggio del traffico, e b) non è stato applicato il bonus di 500Mb. L'operatore garantisce che il servizio clienti provvederà a interrompere l'ordine di pagamento e a richiamare per sistemare la pratica. Passano dieci giorni, e ovviamente nessuno ha richiamato ma l'addebito in carta di credito arriva puntuale. Come me, parecchie altre persone stanno subendo questa truffa, a qualcuno sono arrivate addirittura bollette di duemilacinquecento euro.

Ma è possibile che nessun giornale o televisione ne parli? Mi date una mano a fare cassa di risonanza, sperando che almeno i blog servano a smascherare questi delinquenti? La descrizione di quello che è successo, con i commenti di altri truffati, è sul blog di Boh. Io intanto ho scritto ad Adiconsum, e appena trovo il modo scrivo a un po' di redazioni TV.

Il PRIMOfonino (da vodafone)

per la gioia di tanti genitori e delle solite "associazioni di genitori, a difesa dei minori e chi più ne ha più ne metta"







domenica 5 novembre 2006

Dalla prestigiosa rivista lavoce.info


% Addetti ai Call center in Italia per fascia di età

L'industria dei call center: quando il lavoro diventa bad jobMarco Zanotelli

La realtà dei Call center è un tipico esempio della globalizzazione della società dell’informazione. E’ un’occupazione in continua crescita, che aumenta ulteriormente se si sommano gli addetti all’outsourcing delle grandi multinazionali, spesso dislocati in paesi emergenti quali India, Malesia e Cina. A questa forza lavoro globale è stato efficacemente proposto il termine di "cybertariato", quale nuova forma di proletariato presente nella New Economy. Certamente, la realtà dei Call center assume connotati differenti a seconda dei Paesi: in quelli sviluppati essa rappresenta per i giovani uno dei canali di ingresso nel mondo del lavoro (nel caso dell’Italia purtroppo anche di permanenza), non comportando generalmente requisiti di elevata specializzazione. Nei paesi in via di sviluppo, invece, l’impiego nei Call center richiede un elevato livello di specializzazione ed offre stipendi più alti della media, pur essendo segnato da instabilità e precariato, proprio come nei paesi occidentali. Le fluttuazioni rilevanti nel flusso delle chiamate spiegano in parte la precarietà dell’impiego. Invece di impiegare uno staff sufficiente a far fronte ai momenti di massima richiesta, i datori di lavoro utilizzano varie strategie, come ad esempio l’utilizzo di "Call center virtuali" situati nelle case dei lavoratori, oppure il re-indirizzamento di chiamate verso Call center esternalizzati. L’Inghilterra è attualmente lo stato dell’Unione Europea con il maggior numero di Call center, stimati dal Governo Britannico in oltre 5.300 ed impiegando nel solo anno 2003 circa mezzo milione di persone. La crescita dal 1985 ad oggi è stata del 250% e la previsione per il 2007 è di oltre un milione di occupati. Questo sviluppo esplosivo trova eco in tutta Europa. Fra i motivi, si può citare la tendenza attuale a gestire varie funzioni aziendali al modo dei Call center, abbandonando così quelle abilità professionali precedentemente svolte con relazioni dirette "faccia a faccia". Si pensi ad esempio ai servizi della sanità e delle pubbliche amministrazioni. Quando tali funzioni sono privatizzate, i "buoni" lavori precedentemente effettuati da impiegati regolarmente assunti finiscono per essere svolti da lavoratori occasionali, spesso in Call center esternalizzati, con scarse tutele riguardo alla stabilità del lavoro e alla sicurezza sociale. Le modalità di impiego divengono quindi un fattore critico: mentre in alcuni paesi europei quali l’Inghilterra la percentuale di addetti assunti a tempo indeterminato rimane molto alta, in altri quali l’Italia, l’Austria e la Danimarca l’elevata percentuale dei precari rappresenta un problema serio. Ciò viene rilevato anche nei rapporti prodotti nell’ambito del "Global Call Centre Industry Study".

La situazione italiana

Secondo recenti studi si stima che in Italia il numero degli addetti ai Call center sia nell’ordine di 400.000 mila, con oltre il 75% di donne, mentre riguardo all’età media, contrariamente a quanto ci si attenderebbe, le fasce con maggior numero di addetti sono quelle 30-39 e 40-49 anni.

Fonte: CGIL Genova, Indagine "Call Centers. Idee per un cambiamento"

La dimensione entro cui si svolge l’attività è rappresentata in sintesi da queste tre parole "Tu, il telefono ed il computer", a significare un lavoro spesso molto faticoso ed alienante. E gli stipendi? Le paghe orarie oscillano tra i cinque e i sette euro, insoddisfacenti per circa il 40% degli intervistati. Per quanto riguarda le modalità di impiego, viene messa in evidenza un’alta percentuale di precari nei centri esaminati: oltre il 30% dei lavoratori sono "a progetto". La transizione dalla precarietà ad un impiego stabile, come promesso dall’accordo nazionale tra Assocallcenter e sindacati siglato nel 2004, non ha avuto l’esito atteso. In questo senso, la recente Circolare del Ministero del Lavoro sui Call center (giugno 2006), ha inteso fornire una più ampia tutela sociale agli addetti, dettando regole precise per le attività ispettive riguardanti la tipologia di contratto di impiego, cercando al contempo di porre rimedio alla situazione corrente. Nello specifico è stato chiarito che il rapporto di lavoro degli operatori che svolgono attività in modalità "inbound" (impegnanti cioè nella gestione corrente del servizio al cliente) non può essere configurato come collaborazione a progetto. Rimane, ora da comprendere , quale sarà la sorte dei lavoratori "outbound" (ovvero coloro che si occupano delle campagne promozionali o ricerche di mercato) che pur svolgendo attività di vero e proprio lavoro a progetto, inevitabilmente, si troveranno coinvolti in presenza di picchi di chiamate da parte dei clienti in attività di "inbound" mascherato.

Alcune proposte

Una soluzione a questi problemi deve partire da una più attenta e rispettosa tutela dei lavoratori. I sindacati dovrebbero coordinarsi a livello internazionale per valutare le modalità in cui la diffusione globale dei Call center possa avvenire senza una "corsa al ribasso" riguardo agli stipendi ed alle condizioni lavorative. Bisogna arrivare alla stesura di standard di accettabilità riguardo a sicurezza e tutela sociale, dettati da organismi internazionali quali l’ILO (International Labor Office). Non solo, ma a fronte di attività esternalizzate mediante uso di Call center è necessario che il trasferimento del lavoro avvenga a parità di stipendio e condizioni lavorative, pur nell’ambito di una flessibilità maggiore rispetto ad altri settori. Ciò nel quadro più ampio di riconsiderare l’intero sistema di welfare per adeguarlo alle nuova realtà del lavoro, a beneficio dell’intera classe del cybertariato e del precariato in generale.

Riferimenti

U. Huws: "The Making of a Cybertariat. Virtual Work in a Real World", Merlin Press, 2002.U. Huws: "Fixed, Footloose, or Fractured: Work, Identity, and the Spatial Division of Labor in the Twenty-First Century", 2006. R. Batt, V. Doellgast, H. Kwon: "Service Management and Employment Systems in U.S. and Indian Call Centers", Cornell University, New York.

fonte http://www.lavoce.info/news/view.php?id=15&cms_pk=2427&from=index

Importanti riflessioni di colleghi

Sono già parecchi spunti che potrebbero migliorare il nostro ambiente, datacontact.
Miranda, SV (187): "Quando il problema non può essere risolto in linea, do il mio numero interno perché il cliente abbia un riferimento per i passi successivi. Conserva il mio numero, e non solo continua a chiamarmi ogni volta che ha problemi, ma passa il numero a parenti ed amici.
Nicoletta, SV (187): "vedo nel ruolo del supervisor due compiti primari: saper gestire le persone e supportare laloro formazione. Mi sento impegnata a far circolare nella squadra il maggior numero possibile di informazioni".

Tealdo (119) è affezionato al progetto Evolution, finalizzato a stimolare i dipendenti a produrre idee di business: "Li coinvolgiamo a proporre soluzioni a problemi di criticità nel lavoro o a segnalare ciò che il mercato vuole, grazie ai milioni di contatti che gli operatori hanno con i clienti. Quest’anno sono stati premiati 25 progetti: chi li aveva presentati li ha portati avanti, con effetto molto positivo sulla motivazione. I 7 progetti, considerati di impatto più positivo sul business, sono stati premiati con uno study-tour in Perù, presso la partecipata Tim".

Una delle idee premiate è di Anna Pia: "Sono arrivata al premio ma non l’ho fatto per questo: volevo presentare all’azienda un’idea che mi sembrava potesse migliorare il servizio. Mi piace cercare nel mio lavoro quotidiano quel che non va o potrebbe funzionare meglio. La proposta si chiama ‘caring, cura del cliente’: il nome dà il senso di cosa si tratti. L’ho elaborata insieme a un’altra operatrice, Nadia. ‘Non mollare il cliente finché non si è risolto il suo problema (tecnico, commerciale, di tariffe, anche per la ricarica)’, potrebbe essere il nostro slogan. Quando i problemi non sono risolvibili in linea, si perdono le tracce del cliente, che nel mercato della telefonia mobile è molto volatile. Richiamarlo, dargli l’impressione di non mollarlo finché non si è risolto il suo problema, aumenta la fiducia, lo fidelizza, e lo fa tornare a casa, quando ha cambiato gestore, proprio perché si era sentito trascurato. La chiave del mio modo di lavorare è trattare il cliente mettendomi al suo livello: ad esempio parlando come lui, evitando termini troppo tecnici o toni troppo professionali".

tratto da NOI Magazine, Luglio 2003