giovedì 24 agosto 2006

ACLI

CALL CENTER: ACLI, DISTINGUERE IL VERO LAVORO A PROGETTO DA QUELLO SUBORDINATO

ROMA, 24 ago - Distinguere il vero lavoro a progetto da quello subordinato: questo, secondo le Acli, e' il criterio che dovrebbe orientare l'azione del Ministero del Lavoro in merito alla regolarizzazione delle attivita' lavorative nei call center.
'La prima forma di rispetto verso un lavoratore e' il riconoscimento del suo lavoro effettivo - afferma il presidente delle Acli, Andrea Olivero - i contratti di co.co.pro non possono essere usati indiscriminatamente come coperte per nascondere forme di lavoro di tipo subordinato. Questo non puo' e non deve significare, dall'altra parte, l'abolizione del modello di contratto a progetto previsto dalla Legge 30. Ne' sono ipotizzabili o accettabili atteggiamenti pregiudizialmente punitivi nei confronti delle aziende, che sarebbero ingiusti oltre che controproducenti'.
Le Acli ritengono, dunque, che vada data piena attuazione alle indicazioni esposte nella circolare emanata dal Ministero del lavoro lo scorso mese di giugno. Il testo ministeriale, infatti - sottolineano - allo scopo di accertare dove siano effettivamente sussistenti i requisiti riconducibili alla caratteristica progettuale dei contratti, e dove invece i contratti a progetto mascherino condizioni di lavoro dipendente, distingue all'interno dei call center tra lavoratori outbound (addetti a promuovere campagne telefoniche 'mirate') e lavoratori inbound (addetti alla mera ricezione di telefonate), riconoscendo solo per i primi i requisiti del lavoro a progetto.
'Le ispezioni - spiega Olivero riprendendo l'espressione usata dal ministro Damiano - devono essere finalizzate ad accompagnare le aziende nell'applicazione delle norme, evitando cosi' impostazioni punitive e ottenendo al contempo il riconoscimento della corretta natura delle attivita' lavorative'. 'Non va poi mai trascurato - aggiunge il presidente delle Acli - che per creare nel Paese condizioni di stabilita' lavorativa occorre non solo favorire tutte le azioni volte alla riduzione del lavoro precario, ma anche sostenere gli impegni finalizzati all'abbattimento del lavoro nero, che impedisce a tanti giovani di costruirsi un futuro sereno'.

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