mercoledì 20 giugno 2007

Licenziamenti (1)

4 giugno 2007, giusto in coincidenza con il 18° anniversario dell'eccidio di piazza Tienanmen, ciè che ha colto tutti di sorpresa: il licenziamento del collega M. Per comprendere il livello di silenzio basti pensare che ancora due giorni fa una collega pensava che il collega se ne fosse andato di sua volontà (!)
Sul Blog "muro contro muro" di Lorenzo Sani, leggevo nel suo post Call center, la grande illusione (e non si è ancora toccato il fondo), le parole del prof. Tiraboschi
“La soluzione prospettata in termini sperimentali dalla Legge Biagi, è rimasta nel cassetto. E pur di non metterla in pratica il sindacato firma intese non solo fortemente peggiorative per i lavoratori, (il link è mio) ma che, in taluni casi, si traducono persino in evidenti violazioni di norme di legge da tempo esistenti”
e di seguito il commento-articolo del collega ghino di tacco che pubblicamente, in maniera coraggiosa e chiara, ribasce ciò che privatamente tutti ben sanno e dicono. Lo ringrazio per questo e vi riporto integralmente la sua riflessione. Ricordo che lo stesso ha inoltre sentito il dovere morale il 13.6 di notificare ad un pubblico più vasto la discussione in corso sullo 'scivolo' di Datacontact (sulla cui azienda già si discuteva da tempo sul meetup materano comunque) con le indignate parole:
Vi invito tutti su questo blog. Per tutti coloro che vogliono capirne di più. E basta difendere un'azienda che quando si "interrompe il rapporto di fiducia" solo per aver cercato di smuovere le coscienze, ti dà un calcio in culo e ti manda a casa.
6 Giugno 2007 alle 01:35
DATACONTACT MATERA: LA GRANDE ILLUSIONE
Datacontact è una delusione.
La sua dirigenza non ne parliamo.
Continuano a giocare sul bisogno estremo di lavoro altrui per applicare regole irregolari.
Ci ascoltano mentre lavoriamo (cosa del tutto illegale); giocando con una liberatoria da noi operatori firmata ma che a detta di molti legali è solo carta straccia.
Parlano di contratti ma in realtà ci hanno messo in condizioni di preferire il contratto a progetto in quanto con il “loro” contratto regolare facciamo davvero la fame.
E qui c’è chi come me ha una famiglia da mantenere.
Si fanno belli con strepitose convention berlusconiane con tanto di maxischermi e artisti pagati fior di euri.
Mi chiedo: “Ma distribuirli ai dipendenti, no”?
All’interno un bar che tutto è tranne che un bar aziendale.
Insomma, tutto fatto in modo tale da lasciare parte dello stipendio misero nell’azienda stessa.
Per non parlare di tutti i calcoli che noi operatori Tim dobbiamo sopportare.
Un meccanismo di “Stelle”, percentuali che salgono e scendono senza logica ma secondo le dirigenza è tutto un sistema perfetto.
Un ambiente in cui se ti chini e sbavi dietro ai vari kapò hai un minimo di considerazione; se fai solo il tuo lavoro rischi di cadere nelle grinfie di qualche sballato meccanismo di calcolo incentivi.
Un’azienda in cui le dirigenze ”costringono” i dipendenti a manifestare contro la chiusura al traffico nei sassi minacciando con tanto di circolare fatta girare, il trasferimento in altra città.
Ma non pigliamoci per culo.
Noi operatori vorremmo tutti sapere a quanto ammonta il canone di locazione di quella bellissima struttura oramai di proprietà Tosto.
E’ davvero vergognoso che continuino a parlare di serietà quando invece la realtà è nettamente diversa.
Vi assicuro che non è bella cosa arrivare a fine mese e sentirsi dire: “Mi dispiace, ma poichè gestisci le telefonate in 4 minuti anzichè 3 la tua percentuale di “non fatturato” è alta e quindi non hai incentivi”……
E vi assicuro che nonostante i miei sforzi nel cercare di capire, ad oggi non ho ancora capito come si possa calcolare il lavoro basando il tutto su calcoli e tempistiche assurde.
Eppure il motto di Datacontact è “Qualità”.
State certi, la qualità è l’ultimo aspetto considerato dai kapò di Datacontact.
E nessuno osa dire nulla.
Perchè sapete che succede?
Ti convocano e ti dicono:” Ci dispiace ma non ci servi più”.
Si, vi sembrerà assurdo ma è così.
E gli ispettori del lavoro con i loro fanta controlli?
Tutto organizzato e tutti lì a staccare turni imposti (e non flessibilità come richiesto dalle normative sui contratti a progetto).
I Kapò pronti ad istruirti su quello che si deve e quello che non si deve dire all’ispettore di turno…..
E come se non bastasse loro hanno scelto le persone da mandare dagli ispettori…non prima di averli istruiti a dovere.
Beh, se questa è un’azienda seria Mussolini era un bolscevico.
Riportato anche su infobasilicata. Spero che quest'insieme di testimonianze possano servire almeno a combattere (estirpare sarebbe un'utopia) il velo di paura che pesa come una cappa su una realtà che avrebbe potuto essere (se solo si fosse voluto) molto più vicino a come la si descrive nelle periodiche convention, ecc...
Il 21 maggio Basilicata Notizie Blog replicava così
anche se off topic, grazie per la testimonianza/sfogo. purtroppo la situazione dei call center è uno schifo quasi in tutta Italia. gli imprenditori, specialmente in regioni con molti disoccupati come la nostra, se ne approfittano per "sfruttare" chi ha bisogno di lavoro.Anche se la colpa non è tutta degli imprenditori. dovrebbero cambiare le leggi sui contratti, soltanto questa potrebbe essere una soluzione che darebbe spiragli di dignità e lucidità nel mondo del lavoro

1 commento:

Unknown ha detto...

Tutto paurosamente vero...