L'EVASIONE FISCALE SUPERA I 270 MLD L'ANNO
Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_159239349.html
ROMA – 14.06.2007 09:14
* Gli evasori aggirano il fisco per 270 MLD l'anno. Ma non e' un danno solo per l'erario, che vede ogni anno dissolversi al vento miliardi di imposte. E' una beffa soprattutto per i contribuenti onesti, che di fatto pagano le imposte anche per chi non lo fa. Il risultato e' che il peso del fisco finora calcolato - che viaggia attorno al 41-42% del Pil - e' solo ''apparente''. Quello che i contribuenti onesti pagano e' molto di piu'. L'ultimo dato disponibile fotografa la situazione del 2004 e lo indica al 50,74%. Ma la ''pressione fiscale reale'' e' sopra al 50% ininterrottamente dal 1989, con un picco del 55% nel 1997, l'anno dell'Eurotassa.Gli ultimi calcoli sull'evasione fiscale non sono campati in aria. A farli e' stata l'amministrazione fiscale, o meglio l'ufficio studi dell'Agenzia delle Entrate. La ricerca, appena sfornata, mostra la volonta' del fisco di conoscere una realta' che per sua natura e' difficilmente misurabile, ma alla quale e' legato gran parte del dibattito politico economico anche in vista della messa a punto del Dpef. Il peso delle tasse e' altissimo - ha ammesso recentemente il ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa - e la riduzione delle aliquote fiscali e' legata proprio al recupero dell'evasione. A sostenerlo e' stato piu' volte in Parlamento anche il vice ministro per le Finanze, Vincenzo Visco. E l'ultima Finanziaria punta a recuperare circa 8 miliardi di euro solo quest'anno dalle misure contro l'evasione.Le nuove stime dell'Agenzia delle Entrate sono relative al 2004, anno per il quale sono disponibili tutte le variabili necessarie. E' il dato piu' aggiornato in assoluto. La ''base imponibile evasa'' e' stata pari a 270.101 milioni di euro e il calcolo mostra un incremento di circa 60 miliardi di euro rispetto alle ultime valutazioni (del Secit e della stessa Agenzia) che indicavano 210 miliardi il valore dell'evasione.(omissis)
Le nuove stime partono dai versamenti Iva che vengono incrociati con i dati Istat della contabilita' nazionale. ''L'Iva - spiega il documento - e' un tributo cardine del comportamento fiscale tout court perche' la gran parte delle fattispecie di comportamento evasivo generano un abbattimento di imponibile Iva''. E che abbattimento. Solo nel 2004 - stima il documento - sono stati sottratti al fisco 43,2 miliardi di Iva, con una crescita del 31% in cinque anni. Si tratta di una quota rilevante se si pensa che l'Iva versata e' stata pari a 77,9 miliardi. In pratica per ogni 100 euro di Iva versata ce ne sono 55 che invece vengono evasi. Se si guarda al passato, il picco negativo c'e' pero' stato nel 1982, quando a 100 euro di Iva versata ne corrispondevano 60,27 euro di Iva evasa.
La novita' della ricerca e' pero' rappresentata dal calcolo della pressione fiscale effettiva. Lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi ne ha parlato durante le ''considerazioni finali'': il livello della pressione fiscale italiana ''e' piu' alto della media europea'', ha detto Draghi. Ed ha aggiunto: ''a causa del peso dell'evasione la differenza tra l'Italia e il resto d' Europa e' maggiore se si guarda al prelievo sui contribuenti fiscalmente onesti''. Ora, con i calcoli dell'Ufficio Studi delle Entrate, questo valore e' noto. Nel 2004 la pressione fiscale ''apparente'' si e' fermata al 41,42% (che e' poi la pressione fiscale ufficiale). Ma per effetto dell'evasione la ''pressione reale'', quella sui soli redditi dei contribuenti onesti, sale invece al 50,74%. E' dal 1989 che il fisco drena piu' del 50% di quanto prodotto dai contribuenti onesti. Il top si era registrato nel 1997, superando il 55% e in media la differenza tra i due parametri e' di circa 9 punti percentuali. E' proprio questa ''forbice'' tra reale ed apparente l'indicatore piu' importante. L'adozione di misure di lotta all'evasione ha infatti un impatto al rialzo sulla pressione fiscale ufficiale (che e' ''apparente''). Per verificare se c'e' stato un effetto positivo bisogna invece controllare se si ridotto il divario tra peso ''apparente'' e quello ''reale''. Per i contribuenti onesti la speranza utopica e' che questi due indicatori coincidano: significhera' infatti che tutti hanno pagato le tasse dovute.*
Quale rilevanza potrebbe avere una notizia come questa per gli operatori Datacontact?
Chi oggi sta lavorando in Datacontact, paga le tasse sulla base della dichiarazione dei redditi relativi al 2006. Redditi da lavoro autonomo.Il prossimo anno ci si domanderà: “e una volta scaduto il contratto di 24 mesi, se l’azienda mi manda a casa, pagherò più tasse? Dovrò cercarmi immediatamente un lavoro più redditizio, oppure mi conviene lavorare a nero?”
Difficile fare dei conti adesso: la trattenuta del 20% sulla busta-paga, erogata come “incentivo” e solo fino al 15%; tredicesima e quattordicesima (staremo a vedere); indennità di cuffia inesistente, poiché il CCNL applicato è quello del Commercio, non il TLC; troppi fattori ancora da verificare.Troppi meccanismi per la determinazione del “contratto più favorevole” (all’impresa, n.d.r.).
Tutto ciò fa pensare alle macchine impossibili di “Pitagora Switch” (in Giappone, “Pitagora Suìcci”).
Chissà se il risultato non sia lo stesso: inutili.
Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_159239349.html

* Gli evasori aggirano il fisco per 270 MLD l'anno. Ma non e' un danno solo per l'erario, che vede ogni anno dissolversi al vento miliardi di imposte. E' una beffa soprattutto per i contribuenti onesti, che di fatto pagano le imposte anche per chi non lo fa. Il risultato e' che il peso del fisco finora calcolato - che viaggia attorno al 41-42% del Pil - e' solo ''apparente''. Quello che i contribuenti onesti pagano e' molto di piu'. L'ultimo dato disponibile fotografa la situazione del 2004 e lo indica al 50,74%. Ma la ''pressione fiscale reale'' e' sopra al 50% ininterrottamente dal 1989, con un picco del 55% nel 1997, l'anno dell'Eurotassa.Gli ultimi calcoli sull'evasione fiscale non sono campati in aria. A farli e' stata l'amministrazione fiscale, o meglio l'ufficio studi dell'Agenzia delle Entrate. La ricerca, appena sfornata, mostra la volonta' del fisco di conoscere una realta' che per sua natura e' difficilmente misurabile, ma alla quale e' legato gran parte del dibattito politico economico anche in vista della messa a punto del Dpef. Il peso delle tasse e' altissimo - ha ammesso recentemente il ministro dell' Economia Tommaso Padoa-Schioppa - e la riduzione delle aliquote fiscali e' legata proprio al recupero dell'evasione. A sostenerlo e' stato piu' volte in Parlamento anche il vice ministro per le Finanze, Vincenzo Visco. E l'ultima Finanziaria punta a recuperare circa 8 miliardi di euro solo quest'anno dalle misure contro l'evasione.Le nuove stime dell'Agenzia delle Entrate sono relative al 2004, anno per il quale sono disponibili tutte le variabili necessarie. E' il dato piu' aggiornato in assoluto. La ''base imponibile evasa'' e' stata pari a 270.101 milioni di euro e il calcolo mostra un incremento di circa 60 miliardi di euro rispetto alle ultime valutazioni (del Secit e della stessa Agenzia) che indicavano 210 miliardi il valore dell'evasione.(omissis)
Le nuove stime partono dai versamenti Iva che vengono incrociati con i dati Istat della contabilita' nazionale. ''L'Iva - spiega il documento - e' un tributo cardine del comportamento fiscale tout court perche' la gran parte delle fattispecie di comportamento evasivo generano un abbattimento di imponibile Iva''. E che abbattimento. Solo nel 2004 - stima il documento - sono stati sottratti al fisco 43,2 miliardi di Iva, con una crescita del 31% in cinque anni. Si tratta di una quota rilevante se si pensa che l'Iva versata e' stata pari a 77,9 miliardi. In pratica per ogni 100 euro di Iva versata ce ne sono 55 che invece vengono evasi. Se si guarda al passato, il picco negativo c'e' pero' stato nel 1982, quando a 100 euro di Iva versata ne corrispondevano 60,27 euro di Iva evasa.
La novita' della ricerca e' pero' rappresentata dal calcolo della pressione fiscale effettiva. Lo stesso governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi ne ha parlato durante le ''considerazioni finali'': il livello della pressione fiscale italiana ''e' piu' alto della media europea'', ha detto Draghi. Ed ha aggiunto: ''a causa del peso dell'evasione la differenza tra l'Italia e il resto d' Europa e' maggiore se si guarda al prelievo sui contribuenti fiscalmente onesti''. Ora, con i calcoli dell'Ufficio Studi delle Entrate, questo valore e' noto. Nel 2004 la pressione fiscale ''apparente'' si e' fermata al 41,42% (che e' poi la pressione fiscale ufficiale). Ma per effetto dell'evasione la ''pressione reale'', quella sui soli redditi dei contribuenti onesti, sale invece al 50,74%. E' dal 1989 che il fisco drena piu' del 50% di quanto prodotto dai contribuenti onesti. Il top si era registrato nel 1997, superando il 55% e in media la differenza tra i due parametri e' di circa 9 punti percentuali. E' proprio questa ''forbice'' tra reale ed apparente l'indicatore piu' importante. L'adozione di misure di lotta all'evasione ha infatti un impatto al rialzo sulla pressione fiscale ufficiale (che e' ''apparente''). Per verificare se c'e' stato un effetto positivo bisogna invece controllare se si ridotto il divario tra peso ''apparente'' e quello ''reale''. Per i contribuenti onesti la speranza utopica e' che questi due indicatori coincidano: significhera' infatti che tutti hanno pagato le tasse dovute.*
Quale rilevanza potrebbe avere una notizia come questa per gli operatori Datacontact?
Chi oggi sta lavorando in Datacontact, paga le tasse sulla base della dichiarazione dei redditi relativi al 2006. Redditi da lavoro autonomo.Il prossimo anno ci si domanderà: “e una volta scaduto il contratto di 24 mesi, se l’azienda mi manda a casa, pagherò più tasse? Dovrò cercarmi immediatamente un lavoro più redditizio, oppure mi conviene lavorare a nero?”
Difficile fare dei conti adesso: la trattenuta del 20% sulla busta-paga, erogata come “incentivo” e solo fino al 15%; tredicesima e quattordicesima (staremo a vedere); indennità di cuffia inesistente, poiché il CCNL applicato è quello del Commercio, non il TLC; troppi fattori ancora da verificare.Troppi meccanismi per la determinazione del “contratto più favorevole” (all’impresa, n.d.r.).
Tutto ciò fa pensare alle macchine impossibili di “Pitagora Switch” (in Giappone, “Pitagora Suìcci”).
Chissà se il risultato non sia lo stesso: inutili.
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