venerdì 31 agosto 2007

Quando di moderno c'è solo la tecnologia

Somiglianze tra l'high technology tra i Sassi (datacontact) e questo singolare caso.

Nel regno più eremita del mondo, persino più del regno eremita per eccellenza (la Corea del Nord), arriva una ventata di modernità. E che modernità. Un call center che parla in inglese sulle montagne himalayane dove, appollaiato sui picchi nevosi, tra templi e monasteri buddisti e l'aria purissima di un ambiente incontaminato, risiede la longeva monarchia asiatica del Bhutan. Questo strano paese ha molte peculiarità: un sovrano astuto e arcigno (che ora ha passato scettro e corona al figlio) che ha saputo destreggiarsi tra due potenti vicini (la Cina e l'India), coniugare modernismo e tradizione, preservare l'ambiente con stile politicamente corretto, introdurre persino la democrazia ancorché controllata apertamente da palazzo. Adesso, si legge sul quotidiano nipponico Asahi Shimbun, in Bhutan verrà aperto un call center che servirà il mercato americano. Cerchi una pizzeria a New York? Chiami il numero tale e la telefonata viene swicciata verso l' Himalaya dove una gentile signorina (o signorino), che veste abiti tradizionali e normalmente parla dzongkha ma che, anche grazie a un'abile politica del sovrano, sa dialogare correttamente in inglese e magari conosce persino un po' di slang metropolitano, ti darà l'indirizzo senza colpo ferire. (...) Ma c'è anche altro. Qualche neo che un call center moderno certo non potrà cancellare.In effetti il Bhutan è un paese bizzarro. Il giovane re sta preparando le elezioni per il 2008, a cui già lavorava suo padre, e sta seguendo da vicino l'elaborazione di una nuova costituzione che prevede un parlamento bicamerale. Ma sono elezioni molto pilotate come del resto è tutta la politica di un paese dove nulla si fa se il re non lo comanda. Per molti anni il Bhutan ha scelto l'isolamento e ha introdotto la televisione e il collegamento Internet solo nel 1999. Del resto anche la radio era apparsa tardi: soltanto nella prima metà degli anni Settanta. Il Bhutan è il paese, in proporzione, col maggior numero di profughi politici all'estero. Una macchia non ancora lavata. Si tratta di almeno centomila persone (su una popolazione di circa 700mila abitanti), etnicamente nepalesi, ma butanesi a tutti gli effetti e fuggite in Nepal negli anni Novanta del secolo appena trascorso in seguito a persecuzioni politiche, il che ha fatto della monarchia Wangchuk un regno in cui la difesa della tradizione si è anche coniugata a un regime dispotico e autoritario.

fonte il riformista 2.8.2007

Nessun commento: