
E' la missiva-tipo: quella che, se ha da lamentarsi, lo fa anche senza remore verso i sindacati, ma semmai perchè non sono stati sufficientemente determinati verso l'azienda, non perchè si sono semplicemente occupati, come da loro statuto, delle nostre condizioni o perchè hanno detto verità che l'azienda non rivela (leggasi sgradite).
Confrontate pure la qualità e pertinenza degli argomenti, la compostezza delle espressioni e le simili questioni con Datacontact, a dimostrazione degli anni-luce di distanza dall'esagitazione e dai voli pindarici della 'nostra' 3^ lettera, redatta con stile tipico di chi pensa di controbilanciare in tal modo l'assenza di contro-argomenti.
Come dire, oltre ad essere in Unicom, abbiamo continuato a dare prova di essere un Unicum.
Pensiamo quanto le cose parlino da sole:
- tra coloro che hanno firmato, alcuni a campione hanno dichiarato di non aver nemmeno letto prima di farlo (qualcuno faceva trapelare che il clima fosse tale per cui era come se avessimo fatto un torto all'azienda se non avessimo firmato)
- altri firmatari hanno dichiarato pentimento
- altri in disaccordo se ne sono stati in silenzio.
Contact center Inps-Inail, ci scrivono i lavoratori insoddisfatti: “Stabilizzazioni a perdere”
Al call center Inps-Inail di Bitritto, in provincia di Bari, di proprietà della Omnia Network, sono stati stabilizzati di recente diverse centinaia di cocoprò. Ma i lavoratori assistiti dalle Rdb ci scrivono il loro malcontento per le condizioni ottenute. Pubblichiamo parte di una mail che ci hanno inviato a inizio giugno 2007
Noi del Comitato dei Lavoratori del Contact Center Nazionale Integrato Inps-Inail di Bitritto, in provincia di Bari (probabilmente il call center più importante d’Italia per il servizio che presta), dopo aver letto su vari giornali articoli riguardante la nostra (presunta) “stabilizzazione” come lavoratori, vorremmo farvi conoscere il nostro punto di vista su tutta questa vertenza lavorativa che ormai si protrae da oltre un anno. Se il governo ha dovuto legiferare sulla nostra situazione di precari (circolare Damiano e capitolati della Legge Finanziaria), non è stato per le “battaglie dei confederali” descritte sui giornali, ma solo perché non potevano più non prendere in considerazione le nostre lotte a tutto campo, qui a Bari come all’Atesia di Roma. Detto questo andiamo nello specifico della nostra situazione nel Contact Center Inps Inail cercando di illustrarvi i punti salienti dell’accordo, premettendo il fatto che questo accordo, noi lavoratori non l’abbiamo potuto vedere perché negatoci e neanche votare anche se ci era stato promesso di farlo:
• Contratto a tempo indeterminato (soltanto che la commessa finisce a settembre, forse prorogata a dicembre, e poi…)
• Avremo un contratto delle Telecomunicazioni al Terzo Livello (mentre il mansionario dei livelli del contratto nazionale delle Telecomunicazioni ci inquadra almeno come Quarto se non Quinto)
• Avremo uno stipendio che ben che vada sarà di 750 Euro (come quello che prendiamo oggi se non peggio)
• Non tutti avranno la possibilità di fare le 30 ore settimanali (prima assicurate a tutti) ma qualcuno dovrà accontentarsi delle 20 ore settimanali (con paghe di circa 500 euro)
• L’unica cosa che non cambia è il fatto che non ci saranno pagati gli straordinari (verranno considerati recuperi) e non ci sarà riconosciuta l’indennità di cuffia riconosciuta in tutti i call center (mentre tutti stanno perdendo l’udito a causa del malfunzionamento delle cuffie e della linea incredibilmente disturbata).
• Avremo un contratto delle Telecomunicazioni al Terzo Livello (mentre il mansionario dei livelli del contratto nazionale delle Telecomunicazioni ci inquadra almeno come Quarto se non Quinto)
• Avremo uno stipendio che ben che vada sarà di 750 Euro (come quello che prendiamo oggi se non peggio)
• Non tutti avranno la possibilità di fare le 30 ore settimanali (prima assicurate a tutti) ma qualcuno dovrà accontentarsi delle 20 ore settimanali (con paghe di circa 500 euro)
• L’unica cosa che non cambia è il fatto che non ci saranno pagati gli straordinari (verranno considerati recuperi) e non ci sarà riconosciuta l’indennità di cuffia riconosciuta in tutti i call center (mentre tutti stanno perdendo l’udito a causa del malfunzionamento delle cuffie e della linea incredibilmente disturbata).
Premesso, come abbiamo già scritto, che il rapporto subordinato è previsto dalla circolare Damiano e “molto invogliato” delle agevolazioni fiscali della legge finanziaria, sarebbe più giusto dire che la “battaglia” è stata vinta alla grande solo dall’azienda. Infatti, nel contempo l’azienda con quest’accordo:
• Esce dallo schiaffo dell’ispettorato che era entrato in azienda per verificare l’indecenza della nostra situazione lavorativa e del nostro inquadramento contrattuale che perdurava da oltre due anni in cui siamo stati sfruttati come lavoratori parasubordinati
• Avrà lo sgravio di 5 punti sul cuneo fiscale (circa 10 mila euro a lavoratore, forse più di quello che prenderemo noi in un anno) perché ci fa firmare un contratto a tempo indeterminato (ma a fine commessa ci può tranquillamente sbattere fuori per esubero di personale)
• Sarà aiutata dallo Stato a pagare fino al 60% dell’intero importo dei contributi arretrati dovuti.
• Alla firma del contratto, ci hanno fatto firmare una liberatoria in cui si sono fatti abbonare tutti gli arretrati retributivi.
Detto questo, la ciliegina sulla torta è stato il giorno in cui sono venuti a farci firmare il contratto il 27 marzo scorso. I lavoratori sono stati invitati a firmare il contratto, al massimo due per volta, e necessariamente entro la giornata, in presenza di un rappresentante dell’azienda e dei due delegati sindacali.
Dalle 12:30 circa è iniziato il pellegrinaggio verso l’ufficio in cui si firmava. In alcuni momenti si è creato un assembramento esagerato di persone. A nessuno è stata data la legittima opportunità di visionare con calma il contratto, se non al momento della firma (né tanto meno è stata formalizzata ai lavoratori una precedente proposta di contratto). Non è stato possibile, quindi, avere una copia del contratto prima della firma, magari per discuterne le clausole con persone competenti in materia. Chi ha richiesto tale possibilità è stato invitato a non offendere con tale atteggiamento un’azienda che è disposta ad assumere i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato. La cosa più grave, però, è che si è improvvisamente e inaspettatamente materializzata per chi non ha firmato il contratto (volendo semplicemente riflettere sulle condizioni contrattuali che avrebbe “subìto” nel futuro rapporto di lavoro), la concreta possibilità di rimanere fuori dall’accordo a partire dall’1 aprile 2007, e quindi la certezza di perdere il proprio posto di lavoro. A tutto questo hanno assistito inermi i due rappresentanti sindacali, i quali, pressati dai lavoratori in difficoltà, hanno liquidato la questione, lasciando la decisione nelle mani dei rappresentanti dell’azienda.
Risultato: tutti sono stati “costretti” a firmare immediatamente il contratto (e soprattutto la “liberatoria”), sotto la minaccia concreta (certa…) di una esclusione dal futuro organico dei lavoratori a tempo indeterminato. Ogni minimo tentativo di opposizione è stato annullato dall’azienda con la partecipazione dei delegati sindacali.
Ad oggi, quindi, i lavoratori del contact center hanno, purtroppo, dovuto accettare il contratto con tutte le conseguenze che ne derivano (e non è neanche il caso di spiegarne le motivazioni…), ma sono pronti a manifestare il loro totale dissenso nei confronti di queste ingiuste politiche di stabilizzazione, iniqua e spesso inconsistente, dietro cui si nascondono gli interessi forti delle aziende.
Precari siamo stati e precari siamo. Il precariato si sconfigge dando al lavoratore la possibilità di un lavoro stabile e di uno stipendio dignitoso.
Noi al momento non abbiamo nessuna delle due cose…
Dalle 12:30 circa è iniziato il pellegrinaggio verso l’ufficio in cui si firmava. In alcuni momenti si è creato un assembramento esagerato di persone. A nessuno è stata data la legittima opportunità di visionare con calma il contratto, se non al momento della firma (né tanto meno è stata formalizzata ai lavoratori una precedente proposta di contratto). Non è stato possibile, quindi, avere una copia del contratto prima della firma, magari per discuterne le clausole con persone competenti in materia. Chi ha richiesto tale possibilità è stato invitato a non offendere con tale atteggiamento un’azienda che è disposta ad assumere i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato. La cosa più grave, però, è che si è improvvisamente e inaspettatamente materializzata per chi non ha firmato il contratto (volendo semplicemente riflettere sulle condizioni contrattuali che avrebbe “subìto” nel futuro rapporto di lavoro), la concreta possibilità di rimanere fuori dall’accordo a partire dall’1 aprile 2007, e quindi la certezza di perdere il proprio posto di lavoro. A tutto questo hanno assistito inermi i due rappresentanti sindacali, i quali, pressati dai lavoratori in difficoltà, hanno liquidato la questione, lasciando la decisione nelle mani dei rappresentanti dell’azienda.
Risultato: tutti sono stati “costretti” a firmare immediatamente il contratto (e soprattutto la “liberatoria”), sotto la minaccia concreta (certa…) di una esclusione dal futuro organico dei lavoratori a tempo indeterminato. Ogni minimo tentativo di opposizione è stato annullato dall’azienda con la partecipazione dei delegati sindacali.
Ad oggi, quindi, i lavoratori del contact center hanno, purtroppo, dovuto accettare il contratto con tutte le conseguenze che ne derivano (e non è neanche il caso di spiegarne le motivazioni…), ma sono pronti a manifestare il loro totale dissenso nei confronti di queste ingiuste politiche di stabilizzazione, iniqua e spesso inconsistente, dietro cui si nascondono gli interessi forti delle aziende.
Precari siamo stati e precari siamo. Il precariato si sconfigge dando al lavoratore la possibilità di un lavoro stabile e di uno stipendio dignitoso.
Noi al momento non abbiamo nessuna delle due cose…
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